Legalità: aumento reati, patto Osservatorio antimafia-Legambiente
Con ddl 125 istituita nuova realtà verifica sicurezza urbana
(ACON) Trieste, 15 mar - Il numero dei reati ambientali è in
deciso aumento e il Friuli Venezia Giulia, per la sua posizione
geografica, è particolarmente esposto a una serie di fenomeni di
illegalità alimentati dalla vicinanza dei confini e dagli intensi
scambi transfrontalieri.
È questo il quadro della situazione tracciato oggi da Sandro
Cargnelutti, presidente regionale dell'associazione Legambiente,
nel corso di un'audizione in videoconferenza all'Osservatorio
antimafia del Friuli Venezia Giulia, riunito sotto la presidenza
di Michele Penta. Ed è proprio su questi temi che Legambiente ha
chiesto all'Osservatorio di avviare un rapporto di
collaborazione, che verrà formalizzato nelle prossime settimane.
"Nel 2019 - ha riferito Cargnelutti - sono aumentati del 35 per
cento i reati ambientali segnalati alle forze dell'ordine. In
particolare, sono raddoppiate le segnalazioni relative al ciclo
del cemento e c'è stato un deciso incremento dei reati connessi
al ciclo dei rifiuti. Del resto noi in Friuli Venezia Giulia ci
troviamo in una situazione particolare: siamo vicini al confine e
aperti alla rotta balcanica, sappiamo che esiste un commercio
illegale di legname e di pneumatici, e che dal nostro territorio
rifiuti vengono portati oltreconfine. Inoltre in prossimità dei
confini esistono molti contenitori vuoti che possono fungere da
deposito illegale per le varie tipologie di rifiuti".
"Invierò al vostro Osservatorio - ha promesso il presidente di
Legambiente Fvg - schede più specifiche sulla situazione a
livello regionale, ma intanto vi propongo una collaborazione che
ci aiuti a realizzare, nel prossimo rapporto Ecomafie del 2021,
un focus specifico sulla rotta balcanica, che analizzi i flussi
transfrontalieri connessi ai fenomeni malavitosi. Vorremmo anche
fare il punto della situazione sulle illegalità ambientali
radicate nella nostra regione". Nell'aderire alla nuova
collaborazione, il presidente Penta ha fatto sapere che nei
prossimi giorni verranno predisposte le linee guida dell'accordo.
Nell'occasione, Legambiente ha annunciato anche un accordo con il
dipartimento di scienze giuridiche dell'Università di Trieste,
sempre in tema di reati ambientali. E anche su questo fronte
verrà avviato un coordinamento con l'Osservatorio regionale
antimafia, che già collabora a sua volta con gli Atenei di
Trieste e Udine, in modo da evitare doppioni e lavorare su
progetti distinti. La riunione ha visto anche gli interventi di
Monica Catalfamo, Lorenzo Pillinini e Ruggero Buciol, membri
dell'Osservatorio regionale antimafia.
Il presidente Penta ha chiuso l'incontro parlando del nuovo
Osservatorio regionale sulla sicurezza urbana istituito dal
disegno di legge 125 in corso di approvazione da parte del
Consiglio regionale. "Tra i campi di interesse del nuovo soggetto
- ha ricordato Penta - c'è anche l'usura, che è un reato tipico
della criminalità organizzata. Un emendamento presentato in Aula
ha disposto una collaborazione tra noi e il nuovo soggetto, e io
la ritengo utile anche relativamente ai bandi che distribuiscono
contributi ai soggetti che si occupano di sicurezza".
ACON/FA-fc
Michele Penta, presidente dell'Osservatorio regionale antimafia
Sandro Cargnelutti, presidente di Legambiente Fvg
Monica Catalfamo, dell'Osservatorio regionale antimafia