Covid: FdI, mozione per terapie domiciliari precoci anche in Fvg
(ACON) Trieste, 19 mar - Mozione del Gruppo consiliare
regionale di Fratelli d'Italia per impegnare anche il Friuli
Venezia Giulia "ad attivarsi per ampliare i protocolli delle
terapie domiciliari precoci. Perchè il Sars-Cov-2 si può curare,
e con le terapie domiciliari in fase precoce possiamo
drasticamente abbattere la pressione sulle strutture sanitarie".
Così Claudio Giacomelli, Alessandro Basso e Leonardo Barberio
(FdI) in una nota.
"Ormai da mesi - spiega il capogruppo Giacomelli - molti medici,
in tutta Italia, stanno insistendo per ampliare lo spettro degli
interventi terapeutici domiciliari applicando protocolli sempre
più diffusi. Appare francamente incomprensibile l'inerzia del
Governo e del comitato tecnico scientifico nazionale su un tema
così importante, soprattutto a fronte della terza ondata che a
causa delle varianti sta mettendo a durissima prova l'intero
sistema sanitario".
"In attesa che lo Stato si muova - affermano Giacomelli, Basso e
Barberio - è intervenuta la sentenza del Tar del Lazio
01557/2021, che ha sospeso la nota dell'Agenzia italiana del
farmaco nella parte in cui prevede, nei primi giorni di malattia
da Coronavirus, unicamente una vigilante attesa e
somministrazione di fans e paracetamolo. In seguito a questa
sentenza già diverse Regioni, dal Piemonte al Molise, alla
Toscana, hanno modificato i propri protocolli operativi di
gestione domiciliare del Covid introducendo l'utilizzo
dell'idrossiclorochina nella fase precoce della malattia, insieme
a farmaci antinfiammatori non steroidei e vitamina D".
"Adesso - concludono gli esponenti di Fratelli d'Italia - è
necessario che anche il Fvg prenda atto dell'inerzia governativa
e apra una riflessione urgente su questo tema. Se poi
consideriamo che siamo passati da 422 ricoveri a 602 nell'arco di
due settimane, forse anche noi dovremmo fare in modo che le Unità
speciali di continuità assistenziale, invece di limitarsi a
svolgere una funzione di controllo e di monitoraggio, siano messe
nelle condizioni di curare i loro pazienti già dalle primissime
fasi della malattia, contribuendo così in maniera decisiva a
ridurre la pressione sui reparti ospedalieri".
ACON/COM/rcm