Lavoro: Da Giau (Pd), Bini e Rosolen riferiscano in Comm su crisi Zml
(ACON) Trieste, 20 mar - "Raccogliendo la preoccupazione dei
lavoratori e degli amministratori locali, chiederemo agli
assessori regionali Sergio Emidio Bini e Alessia Rosolen di
venire in II Commissione, insieme alle rappresentanze sindacali e
ai vertici della Zml, affinché l'intero Consiglio regionale possa
acquisire piena consapevolezza riguardo la crisi e su come viene
gestita".
Lo anticipa in una nota la consigliera regionale Chiara Da Giau
(Pd), facendo seguito "alla rottura delle trattative tra
sindacati e Zml Industries Spa di Maniago (Pordenone), azienda
metallurgica del Gruppo Cividale".
"Dalla Giunta regionale Fvg - precisa l'esponente dem - ci
aspettiamo che ascolti tutte le parti e intervenga per trovare
soluzioni a salvaguardia dell'occupazione nell'area montana della
Destra Tagliamento. Non solo nell'immediato, ma anche in
proiezione futura. Si tratta di gestire non solo gli attuali
esuberi, ma anche di impegnare l'azienda in un processo di
ammodernamento e sviluppo che possa aiutare la sua permanenza
attiva sul territorio, garantendo occupazione in loco, nonché
qualità del lavoro e dell'ambiente".
"La Giunta regionale - aggiunge Da Giau - non può limitarsi a
prendere per buona la soluzione proposta dall'azienda, che
sostiene di voler ricorrere alla cassa integrazione straordinaria
per ristrutturare il reparto ghisa. Se la ristrutturazione sarà
presumibilmente avviata in gennaio, non si comprende perché
avviare ora la cassa, mentre gli operai sono tutti occupati, con
il rischio che si ricorra a lavorazioni esterne ed estere per
abbassare i costi".
"Ricordando che la Zml occupa 500 operai delle valli montane e
dell'area pedemontana della Destra Tagliamento, sottolineo anche
che gli esuberi avrebbero un rilevante impatto occupazionale.
Proprio la necessità di mantenere il tessuto sociale ed economico
in questa zona - conclude la nota del Partito democratico -
suggerisce di valutare attentamente anche le ipotesi di
ricollocazione a distanza, tale da scoraggiare i lavoratori. Il
timore è che questo sia solo l'inizio di un processo di
dismissione dell'azienda che, invece, dovrebbe cogliere meglio le
sfide del cambiamento".
ACON/COM/db