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Femminicidio: no Aula a pdl 82 su fondo sostegno a figli vittime

25.03.2021
12:45
(ACON) Trieste, 25 mar - Un tema importante, ma su cui va fatta una riflessione complessiva, che includa anche il ruolo che la Regione può avere. Il testo sia trattato dalla Commissione consiliare competente per i necessari approfondimenti, altrimenti l'alternativa è la sua bocciatura.

Bocciatura che, al termine, è arrivata. Questa, in sintesi, la sorte stabilita dai Gruppi di Centrodestra per la proposta di legge 82 sul sostegno ai figli delle vittime di femminicidio, presentata comunque e convintamente all'Aula dai civici Simona Liguori e Tiziano Centis.

In sunto, i cinque articoli della pdl, "vecchia di oltre un anno e mai trattata in alcuna Commissione consiliare", avevano commentato i suoi proponenti, affermavano che la Regione Friuli Venezia Giulia sostiene i figli delle vittime di femminicidio, perciò partecipa a iniziative di solidarietà nei confronti dei familiari di queste vittime, ma soprattutto istituisce il Fondo regionale di solidarietà per gli orfani di femminicidio, finalizzato a erogare contributi una tantum a favore di chi è privato della madre a seguito di omicidio commesso da un uomo. Requisiti, termini e modalità sono lasciati ad apposito regolamento. L'importo da garantire richiesto, 50mila euro.

Il progetto parte da diverse considerazioni, tra cui il fatto che "in Italia, si registra un femminicidio ogni tre giorni; nel 48% dei casi la donna lascia almeno un figlio piccolo, che registrerà disturbi psicologici permanenti". Inoltre la direttiva 2012/29/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio demandano allo Stato, ma anche alle Regioni e alle Autonomie locali, il compito di promuovere e organizzare forme di assistenza delle vittime.

Già altre Regioni sono intervenute con azioni di sostegno, ecco che per Liguori e Centis "è assolutamente necessario procedere anche noi alla costituzione di un fondo per residenti in Friuli Venezia Giulia finalizzato al ristoro di un danno psicologico e morale che nessuno potrà ripagare, ma che la Regione può parzialmente alleviare dando un concreto aiuto economico".

"A livello nazionale - aveva spiegato ancora la consigliera -, il legislatore ha adottato la legge 4/2018 che riconosce tutele processuali ed economiche ai figli economicamente non autosufficienti vittime di un omicidio commesso dal coniuge, anche legalmente separato o divorziato, dall'altra parte dell'unione civile, anche se l'unione civile è cessata, o dalla persona che è stata legata da relazione affettiva e stabile convivenza con la vittima".

"Con quella norma - aveva aggiunto - si è voluto incrementare il Fondo di rotazione per le vittime dei crimini intenzionali violenti, destinandolo anche agli orfani per crimini domestici. Purtroppo non solo deve essere ancora pienamente attuata, ma il fatto di estendere il fondo preesistente agli orfani di femminicidio potrebbe comportare che i soldi a disposizione di queste vittime siano risicati".

Dal vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, il giudizio di "una proposta stimolo prezioso per intervenire su problemi complessi, ma i soldi, che pure sono importanti e necessari, non bastano per liquidare la questione". Inoltre, i sostenitori della pdl hanno sottolineato il bisogno di un intervento celere da parte della Regione, "ma poi si prevede un regolamento, che per natura ha tempi lunghi; la verità è che non si tratta di un provvedimento che oggi si approva e domani è efficace".

Al termine, la proposta ha registrato 21 voti favorevoli delle Opposizioni ma anche di Emanuele Zanon (Regione Futura) e Walter Zalukar (Misto), che però non sono bastati a superare i 24 contrari del resto dell'Aula. ACON/RCM-fc



Simona Liguori (Cittadini)
Aula durante il voto