Femminicidio: no Aula a pdl 82 su fondo sostegno a figli vittime
(ACON) Trieste, 25 mar - Un tema importante, ma su cui va fatta
una riflessione complessiva, che includa anche il ruolo che la
Regione può avere. Il testo sia trattato dalla Commissione
consiliare competente per i necessari approfondimenti, altrimenti
l'alternativa è la sua bocciatura.
Bocciatura che, al termine, è arrivata. Questa, in sintesi, la
sorte stabilita dai Gruppi di Centrodestra per la proposta di
legge 82 sul sostegno ai figli delle vittime di femminicidio,
presentata comunque e convintamente all'Aula dai civici Simona
Liguori e Tiziano Centis.
In sunto, i cinque articoli della pdl, "vecchia di oltre un anno
e mai trattata in alcuna Commissione consiliare", avevano
commentato i suoi proponenti, affermavano che la Regione Friuli
Venezia Giulia sostiene i figli delle vittime di femminicidio,
perciò partecipa a iniziative di solidarietà nei confronti dei
familiari di queste vittime, ma soprattutto istituisce il Fondo
regionale di solidarietà per gli orfani di femminicidio,
finalizzato a erogare contributi una tantum a favore di chi è
privato della madre a seguito di omicidio commesso da un uomo.
Requisiti, termini e modalità sono lasciati ad apposito
regolamento. L'importo da garantire richiesto, 50mila euro.
Il progetto parte da diverse considerazioni, tra cui il fatto che
"in Italia, si registra un femminicidio ogni tre giorni; nel 48%
dei casi la donna lascia almeno un figlio piccolo, che registrerà
disturbi psicologici permanenti". Inoltre la direttiva 2012/29/Ue
del Parlamento europeo e del Consiglio demandano allo Stato, ma
anche alle Regioni e alle Autonomie locali, il compito di
promuovere e organizzare forme di assistenza delle vittime.
Già altre Regioni sono intervenute con azioni di sostegno, ecco
che per Liguori e Centis "è assolutamente necessario procedere
anche noi alla costituzione di un fondo per residenti in Friuli
Venezia Giulia finalizzato al ristoro di un danno psicologico e
morale che nessuno potrà ripagare, ma che la Regione può
parzialmente alleviare dando un concreto aiuto economico".
"A livello nazionale - aveva spiegato ancora la consigliera -, il
legislatore ha adottato la legge 4/2018 che riconosce tutele
processuali ed economiche ai figli economicamente non
autosufficienti vittime di un omicidio commesso dal coniuge,
anche legalmente separato o divorziato, dall'altra parte
dell'unione civile, anche se l'unione civile è cessata, o dalla
persona che è stata legata da relazione affettiva e stabile
convivenza con la vittima".
"Con quella norma - aveva aggiunto - si è voluto incrementare il
Fondo di rotazione per le vittime dei crimini intenzionali
violenti, destinandolo anche agli orfani per crimini domestici.
Purtroppo non solo deve essere ancora pienamente attuata, ma il
fatto di estendere il fondo preesistente agli orfani di
femminicidio potrebbe comportare che i soldi a disposizione di
queste vittime siano risicati".
Dal vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, il
giudizio di "una proposta stimolo prezioso per intervenire su
problemi complessi, ma i soldi, che pure sono importanti e
necessari, non bastano per liquidare la questione". Inoltre, i
sostenitori della pdl hanno sottolineato il bisogno di un
intervento celere da parte della Regione, "ma poi si prevede un
regolamento, che per natura ha tempi lunghi; la verità è che non
si tratta di un provvedimento che oggi si approva e domani è
efficace".
Al termine, la proposta ha registrato 21 voti favorevoli delle
Opposizioni ma anche di Emanuele Zanon (Regione Futura) e Walter
Zalukar (Misto), che però non sono bastati a superare i 24
contrari del resto dell'Aula.
ACON/RCM-fc