Lingue minoritarie: Patto, fare chiarezza sui fondi per il friulano
(ACON) Trieste, 28 mar - Come sono state spese le risorse della
convenzione integrata, tra presidenza del Consiglio dei ministri
e Rai, per la trasmissione di programmi radiotelevisivi in lingua
friulana. Lo chiede alla Giunta regionale, con una
interrogazione, il Gruppo consiliare del Patto per l'Autonomia "a
un mese dalla scadenza della stessa convenzione grazie alla quale
la produzione radio-televisiva in lingua friulana ha beneficiato
di risorse aggiuntive rispetto al passato - fanno sapere Massimo
Moretuzzo e Giampaolo Bidoli - per un totale di 750mila euro
annui e si stabiliva di istituire un Comitato di indirizzo e
monitoraggio con un rappresentante della Regione, per verificare
lo svolgimento delle attività previste nonché esprimere
valutazioni e proposte in merito".
"Nonostante i fondi aggiuntivi, la programmazione televisiva Rai
in lingua friulana negli ultimi mesi è stata particolarmente
limitata - prosegue la nota dettagliata del Patto -, comprendendo
per lo più la trasmissione di repliche, e solo recentemente si è
avuta notizia di produzioni originali nuove in lavorazione. Né
sono stati stipulati contratti per l'assunzione di personale
dotato di competenze linguistiche, oltre che professionali,
adeguate, nonostante le richieste in tal senso formulate dai
sindacati all'azienda. Una situazione rispetto alla quale ci
domandiamo quali indicazioni abbia fornito, se le ha fornite, il
Comitato di indirizzo e monitoraggio".
"Chiediamo subito chiarezza sull'utilizzo delle risorse,
considerato il rischio che diminuiscano, in sede di rinnovo della
convenzione, nel caso in cui non si sia data prova di spesa di
quelle finora assegnate. Non dimentichiamo che quanto stabilito
dalla convenzione in vigore fino al 29 aprile è solo un acconto
rispetto a quanto spetta, per legge, alla minoranza friulana: è
evidente che non ci si può accontentare di 34 ore di programmi in
più rispetto a quelli calendarizzati negli accordi precedenti,
tutti gestiti dalla struttura di programmazione italiana".
"Gli obiettivi sono chiari: bisogna creare quanto prima una
struttura autonoma per la lingua friulana a Udine rafforzando la
sede del capoluogo friulano nel suo ruolo di presidio
territoriale, con l'assegnazione di una redazione deputata alla
ideazione e produzione di trasmissioni informative e programmi di
approfondimento, formata da figure specializzate e professionisti
di madrelingua friulana, e di dotazione tecnologica adeguata",
afferma il capogruppo Moretuzzo, che assieme a Bidoli, ormai
oltre due anni e mezzo fa, aveva chiesto un aggiornamento
contenutistico della convenzione Stato/Rai relativa alla Regione
Friuli Venezia Giulia con una mozione approvata all'unanimità dal
Consiglio regionale.
Moretuzzo e Bidoli già allora sollecitavano ulteriori impegni
"tra cui il riconoscimento dell'autonomia finanziaria e
gestionale della sede Rai Fvg, funzionale al raggiungimento di
una maggiore programmazione in lingua friulana conseguente anche
a investimenti strutturali adeguati nella sede di Udine. Da
allora, nessun cambio di passo sostanziale".
"A parole tutti riconoscono l'importanza di questa battaglia, nei
fatti no. La Regione, garante dei diritti della minoranza
friulana, si attivi subito, verifichi lo stato di attuazione
della convenzione in vigore - affermano i due esponenti di
Opposizione - e agisca per il mantenimento o l'aumento delle
risorse dedicate alla programmazione in lingua friulana in sede
dell'ormai prossimo rinnovo della convenzione stessa, facendosi
portavoce di richieste precise e puntuali sulle quali tutto il
Consiglio regionale era concorde".
Inaccettabile, per il capogruppo Moretuzzo, è anche "la disparità
di trattamento. In altre Regioni e Province autonome, i diritti
delle minoranze sono salvaguardati da convenzioni che riconoscono
finanziamenti e spazi di programmazione e di informazione
redazionale ben più elevati di quelli cui noi chiediamo di
accedere. Nella programmazione radiotelevisiva del servizio
pubblico, si garantisca al friulano almeno la stessa presenza
prevista per la lingua ladina".
"A fronte di 40mila parlanti il ladino - fa sapere il consigliere
-, la Rai prevede 366 ore annue di trasmissioni radiofoniche e
123 ore televisive, prodotte da una redazione giornalistica
composta da 10 giornalisti e da una struttura di programmi ladini
composta da diversi programmisti-registi e un capostruttura
madrelingua, ai quali si aggiungono varie collaborazioni esterne.
La comunità di lingua friulana (parlata da oltre 600mila persone)
si è dovuta accontentare di 90 ore annue di radiofonia oltre alle
quali, con l'atto integrato, sono state previste 17,5 di
radiofonia e 16,5 di programmi televisivi. Basta briciole. È
tempo che anche la minoranza linguistica friulana veda
riconosciuti i suoi diritti, in particolare all'informazione
radiofonica e televisiva nella propria lingua".
ACON/COM/rcm