Voto: Piccin (FI), sindacati rispettino decisione su doppia preferenza
(ACON) Trieste, 29 mar - "Spiace leggere dichiarazioni, da
parte delle responsabili pari opportunità di Cgil, Cisl e Uil,
che non fanno altro che ribadire le non-motivazioni portate in
Aula dalle opposizioni con la loro proposta di introdurre la
doppia preferenza di genere, che ritengo sia dannosa. La
decisione del Consiglio regionale del Fvg sia rispettata".
Così, in una nota, la consigliera regionale Mara Piccin (Forza
Italia) replica all'intervento delle sigle sindacali
sull'avvenuta bocciatura, in Aula, della proposta di legge 103,
che prevedeva l'introduzione della doppia preferenza di genere
nelle elezioni regionali.
"Nulla aggiunge - osserva Piccin - insistere sul fatto che il Fvg
sia una delle tre Regioni dove si continuerà a non applicare
questo meccanismo, oppure che su 49 consiglieri regionali solo 6
siano donne. Va ricordato che tra le Regioni che hanno introdotto
la doppia preferenza di genere (accanto alle quote di lista) non
sempre i risultati sono stati così brillanti come si vorrebbe far
credere, tanto che la percentuale di donne elette resta bassa.
Ovvero, questi meccanismi hanno contribuito ad aumentare
significativamente la presenza di donne nei consigli regionali
solo in quelli dove già erano numericamente superiori alla media.
In Liguria, le donne in Aula sono addirittura scese da 5 a 3. E
per la Puglia, dove la doppia preferenza è stata imposta
d'imperio lo scorso luglio dal governo giallorosso, l'ex
presidente Conte aveva azzardato: "Abbiamo scritto una nuova
pagina della storia italiana dei diritti delle donne". Abbiamo
visto a settembre quanto storica è stata quella pagina: le donne
nel consiglio regionale pugliese sono passate da 5 a ben 7".
"Nessuno nega che le donne continuino a pagare un alto prezzo sul
lavoro, soprattutto nel periodo dell'emergenza sanitaria -
aggiunge Piccin -. Ma è assurdo collegare questa condizione, che
va affrontata seriamente per garantire pari opportunità, alla
mancanza della doppia preferenza di genere. O i sindacati pensano
che approvando questa proposta si riducano anche i gap
occupazionale e salariale tra uomo e donna?".
"Non trovo ci siano disparità - continua la forzista - rispetto
ai colleghi uomini né in Aula né di fronte all'opportunità di
conquistare la fiducia dei cittadini. Invece, non esiste uno
strumento, se non la convinzione personale, che convinca qualcuno
a mettersi in gioco. Resto inoltre convinta che le distorsioni a
livello comunale della doppia preferenza di genere, di cui sono
stata testimone (sono consigliera comunale, capogruppo, a
Pordenone), aumentino salendo di piano istituzionale. Basta
demagogia e speculazioni propagandistiche nel tentativo di
ergersi a paladini di un diritto che è già garantito alle donne
alla pari degli uomini. È invece il momento che i partiti -
conclude Piccin - valutino meglio le potenzialità di molte donne
che ingiustamente faticano a veder riconoscersi il ruolo che
compete loro in politica: su questo, non abbiamo certo bisogno di
lezioni da nessuno".
ACON/COM/fa