Covid: M5S, su pandemia troppe domande senza risposte della Giunta
(ACON) Trieste, 31 mar - "Non vogliamo speculare né tantomeno
festeggiare se le cose vanno male, come vorrebbe far credere il
presidente Fedriga con dichiarazioni inaccettabili. Siamo, però,
preoccupati dai numeri che vediamo quotidianamente e da una
verità che viene raccontata solo parzialmente per salvare le
apparenze"
E' quanto affermano Andrea Ussai, Cristian Sergo, Ilaria Dal Zovo
e Mauro Capozzella (M5S) al termine della conferenza stampa
indetta per parlare delle mancate risposte della Giunta regionale
sulla mortalità in Friuli Venezia Giulia durante la seconda e
terza ondata dell'epidemia da Covid, ma non solo.
"Anche ieri, durante la riunione della III Commissione
consiliare, non si è voluta focalizzare l'analisi sulla mortalità
nelle fasi più critiche - rimarca Ussai -. È vero che nella prima
ondata siamo stati la Regione del Nord meno colpita, con una
crescita dei decessi per tutte le cause (Covid e non) del 9% tra
marzo e maggio del 2020 rispetto alla media degli stessi mesi del
periodo 2015-2019, ma tra ottobre e dicembre l'incremento è stato
del 45,6%. L'assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, ritiene
ingeneroso dividere la mortalità tra le diverse ondate, ma forse
non si è accorto che è proprio l'Istat a fare questa
suddivisione".
"Ma ci sono anche i numeri dell'Alta scuola di economia e
management dei sistemi sanitari dell'università Cattolica del
Sacro Cuore, ad aggiungere dati sulla gravità della situazione
nella nostra regione. Il Friuli Venezia Giulia - aggiunge il
consigliere M5S - ha avuto un'impennata del tasso di mortalità di
oltre quattro volte tra novembre e dicembre, risultando secondo
solo alla Valle d'Aosta. L'indice è stato il più alto in Italia a
gennaio e ancora oggi, seppure in calo, è tra i più elevati nel
Paese. Numeri su cui abbiamo presentato un'interrogazione a fine
gennaio, ponendo il tema in Commissione più volte, ma ancora non
abbiamo ottenuto risposte. Così come attendiamo la convocazione
della Commissione competente sull'audizione dei professionisti e
dei sindacati sulla gestione dell'emergenza, sui piani pandemici,
sulle case di riposo. Richieste che giacciono da mesi (sono state
tutte inoltrate tra settembre e novembre) quando il regolamento
del Consiglio regionale impone la convocazione entro dieci
giorni".
"Già in un'audizione del 24 gennaio scorso, i manager delle
Aziende sanitarie avevano lanciato un grido di dolore su come il
nostro Sistema sanitario sia stato travolto dalla seconda ondata
di Covid - ricorda Capozzella -. Analizzare i dati senza tenere
conto dei diversi momenti che il Friuli Venezia Giulia ha passato
durante la pandemia, non permette di avere una giusta chiave di
lettura della situazione. Attraverso un'analisi più adeguata dei
numeri, si potrebbe invece capire se e cosa non abbiamo
funzionato per il meglio nella nostra sanità".
"Tra le domande a cui non è stata data risposta, c'è anche quella
che riguarda la situazione dei nostri ospedali - aggiunge la Dal
Zovo -. Il tasso di occupazione delle terapie intensive,
attualmente al 48%, è relativo ai 175 posti che sono stati
indicati al ministero della Salute, ma non sappiamo quanti sono
realmente operativi e con quanto personale dedicato. Non ci è
stato detto perché la pressione sulle nostre strutture non abbia
praticamente avuto una tregua, che invece c'è stata in altre
regioni durante il periodo tra seconda e terza ondata, né abbiamo
ottenuto riscontri quando abbiamo chiesto delucidazioni sulla
possibilità di ridurre questa pressione attraverso una migliore
presa in carico territoriale".
"La terza ondata, che stiamo attraversando in queste settimane,
continua a vedere il Fvg tra le Regioni a più alta mortalità -
sottolinea Sergo -. Tra gennaio e febbraio 2021, c'è stato un
incremento dei decessi rispetto alla media dei primi due mesi tra
il 2015 e il 2019 del 21,5%, contro il 5,3% complessivo delle
regioni del Nord e lo 0,9% dell'intero Paese. Fedriga e Riccardi
puntano sempre l'attenzione sull'alto numero di tamponi,
rifiutando le classificazioni che mettono la nostra Regione in
zona rossa o, come accaduto a livello europeo, in rosso scuro. Ma
se è vero che più tamponi si eseguono e più contagi emergono, i
dati relativi a ricoveri e decessi sono indipendenti da questo
fattore. E i numeri, in questo senso, purtroppo sono
incontrovertibili".
ACON/COM/rcm