Salute: Piccin (FI), rifare accordi nazionali numero medici e pediatri
(ACON) Trieste, 13 apr - "Le audizioni sulla carenza di medici
di Medicina generale e di pediatri sul territorio testimoniano
come questo problema, acuito dall'emergenza da Covid-19, abbia
radici soprattutto nell'accordo collettivo nazionale che
disciplina il rapporto tra servizio sanitario e medici".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Mara Piccin
(Forza Italia), prendendo la parola a margine delle audizioni in
sede di Commissione dedicate alla carenza di medici di Medicina
generale e di pediatri di libera scelta per l'erogazione
dell'assistenza medica primaria e definendo "singolare
l'ostruzionismo strumentale delle opposizioni, basato
sull'anteporre argomenti non all'ordine del giorno".
"Corretta l'indicazione che avevamo dato alla Giunta regionale -
ricorda l'esponente forzista - di rapportarsi anche con il
Governo per tutte le modifiche normative e degli accordi
necessarie a incrementare e a rendere capillare la presenza di
medici e pediatri in tutta la regione, in particolare nelle aree
a minore densità abitativa".
"Resta valida, insomma, l'indicazione data con l'ordine del
giorno a prima firma del collega Alfonso Singh, coinvolgendo il
resto del Centrodestra e non soltanto, approvato in dicembre
nell'ambito della legge di Stabilità. Occorre insistere con il
ministro Roberto Speranza e le organizzazioni sindacali - auspica
Piccin - per rivedere gli accordi nazionali, troppo ingessati su
procedure e tempistiche di assegnazione degli incarichi, anche a
fronte del numero di pensionamenti, prepensionamenti e rinunce,
nonché prive di penali per i medici che rinunciano all'incarico
dopo aver preso parte a una procedura di assegnazione".
"A livello di accordo integrativo regionale - aggiunge ancora la
consigliera di FI - pare valida l'indicazione di riportare il
rapporto ottimale a un medico ogni mille abitanti, per poter così
anticipare l'ingresso nella professione di un maggior numero di
medici di Medicina generale, anche se è un'ipotesi più volte
rigettata dalle organizzazioni sindacali".
"Va trovato anche un modo adeguato per incentivare e rilanciare,
tra gli specializzandi, l'interesse per questa professione -
conclude la nota - che è fondamentale per le nostre comunità e la
tenuta del nostro sistema salute".
ACON/COM/db