Energia: M5S, servono regole per parchi fotovoltaici in aree agricole
(ACON) Trieste, 20 apr - "Siamo contrari al perdurare della
deregulation che permette di realizzare parchi fotovoltaici a
chiunque abbia la disponibilità di un terreno, in tutto o in
parte agricolo".
Lo sottolineano, in una nota, i consiglieri regionali del
Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo, che sono
intervenuti in materia durante il dibattito sul disegno di legge
Omnibus in Commissione. "Come ricordato in più occasioni, in
regione nell'ultimo anno sono pervenute 13 richieste di
autorizzazione: di queste, dieci hanno già avuto il parere
favorevole e sulle altre si attende quella che sembra un
inevitabile parere positivo della commissione tecnica Via
regionale".
"Sul tema dobbiamo essere chiari: il fotovoltaico va
assolutamente incentivato e i parchi sono uno dei mezzi necessari
per avviare la vera transizione ecologica e lasciarci alle spalle
sia le fonti rinnovabili sia i richiami delle sirene nucleari che
spesso ammaliano anche i vertici della politica regionale -
continuano Sergo e Dal Zovo -. Come ribadiamo dal 2013, il Friuli
Venezia Giulia è autosufficiente dal punto di vista energetico,
dimostrazione ne è il fatto che in questi giorni è stata chiusa
la centrale nucleare di Krsko per il cambio del combustibile e
nessun cittadino o impresa ha dovuto soffrire interruzioni di
linea".
"Questa non necessità momentanea ci permette di approvare una
legge (definirla moratoria può spaventare qualcuno) che blocchi
la trasformazione di suoli agricoli, continuando la produzione di
energia fotovoltaica anche autorizzando parchi su terreni ormai
compromessi. Per anni ci siamo battuti per una regione a consumo
di suolo zero - rimarcano i consiglieri - e non possiamo
accettare che negli ultimi 12 mesi siano stati trasformati almeno
57 ettari di terreno agricolo, a cui andrebbero aggiunti anche i
terreni diversamente catastati, ma che di fatto vengono coltivati
per mancanza di attività produttive insediate".
"Il Governo Conte ha messo un freno alla questione, togliendo gli
incentivi per i parchi insediati sui terreni agricoli, adesso le
Regioni dovrebbero individuare le aree e i terreni ritenuti non
idonei - concludono Dal Zovo e Sergo -. Al momento è previsto il
divieto nei soli siti di interesse comunitario, basterebbe
allargarlo ad altre zone per regolamentare il settore, prima che
le nostre campagne nel giro di pochi anni diventino oggetto di
trasformazioni irrimediabili. Sarebbe il fallimento per il mondo
agricolo e l'abbandono di ogni velleità di puntare sulle
eccellenze enogastronomiche, ammettendo che un pannello
fotovoltaico si può rivelare più redditizio. Questo sarà vero per
i proponenti, ma non può certo essere accettato dalla società che
immaginiamo nel prossimo futuro".
ACON/COM/fa