Ripartenza: sì unanime Aula a risoluzione Tavolo, 6 priorità per Pnrr
(ACON) Trieste, 27 apr - Sistema territoriale, filiere
produttive, accelerazione tecnologica, transizione verde, turismo
e salute. Sono queste le sei aree di intervento su cui l'intero
Consiglio regionale chiede di indirizzare i finanziamenti del
Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). A stabilirlo è la
risoluzione, approvata all'unanimità dall'Aula, che impegna la
Giunta a tenere conto di obiettivi e priorità dettate dai diversi
gruppi politici, una sintesi maturata dopo un mese di audizioni e
confronti al Tavolo per la terza ripartenza.
"Questo è un primo importante risultato - ha commentato Piero
Mauro Zanin, il presidente del Consiglio regionale che ha
istituito e guidato il Tavolo - e ho apprezzato la maturità
dimostrata da tutti i gruppi politici". Zanin ha voluto
ringraziare con calore anche la Giunta "che ha accettato il pieno
coinvolgimento del Consiglio". Un impegno ribadito dall'assessore
alle Finanze, Barbara Zilli, che ha chiuso il dibattito in Aula:
"Proseguiremo - ha detto l'esponente della Giunta Fedriga - la
collaborazione con il Consiglio: questo è un documento alto ma
anche molto concreto, in linea con lo spirito costruttivo della
nostra gente, dimostrato in particolare nel dopo terremoto".
Approvata la risoluzione, si pone ora il tema-chiave della sua
attuazione, toccato dalla maggior parte degli interventi. "Il
ruolo delle Regioni - ha ricordato Zanin in avvio di seduta -
dovrà essere quello di soggetto attuatore, e lo stesso premier
Draghi ne ha sottolineato il ruolo fondamentale fin dal suo
discorso alle Camere". "Senza partner come le Regioni - gli ha
fatto eco Zilli - nessun cantiere potrà partire, e i ministri
nelle ultime settimane si sono messi a disposizione per spiegare
i progetti".
C'è però chi è meno ottimista. Claudio Giacomelli, capogruppo di
Fratelli d'Italia, è convinto che "molte partite si giocheranno a
livello nazionale, perché Draghi ha già delimitato le aree di
gestione affidate alle Regioni. E mi preoccupa la lentezza
dell'apparato amministrativo". Giacomelli ha invitato pertanto il
governatore Fedriga "a far valere con forza le ragioni della
nostra specialità", dando peso alle proposte contenute nella
risoluzione approvata dall'Aula.
Il capogruppo del Pd è sulla stessa linea di Giacomelli: "Ai
tempi del terremoto - ha ricordato Diego Moretti - lo Stato
scelse l'affidamento diretto alla Regione, ma è difficile che la
situazione si ripeta, e se la governance metterà in secondo piano
i territori, questo lavoro rischia di rivelarsi poco utile. Spero
che Fedriga, come coordinatore della Conferenza delle Regioni,
segnali al Governo la necessità di rappresentanti territoriali
all'interno della cabina di regia nazionale".
Ma secondo Mauro Bordin non è questo il problema principale: "A
me sta soprattutto a cuore - ha spiegato il capogruppo della Lega
- che i fondi vengano usati il meglio possibile e nel modo più
rapido: non vorrei che il coinvolgimento in cabine di regia si
traducesse in un rallentamento. E noi apprezziamo che Draghi
abbia voluto ripensare il Pnrr coinvolgendo le Regioni".
Anche Giuseppe Nicoli, capogruppo di Forza Italia, ha
sottolineato l'aspetto delle procedure: "Dobbiamo impegnarci per
garantire il rispetto dei tempi di progettazione ed esecuzione
delle opere: le norme vanno semplificate e c'è ancora molto da
sburocratizzare". Analoga la preoccupazione di Mauro Di Bert,
capogruppo di Progetto Fvg/Ar: "Le scadenze imposte dall'Ue non
saranno facili da rispettare, chi ha amministrato un Comune sa
quanto tempo è necessario per portare a termine un bando
Serviranno deroghe e commissariamenti per stare nei tempi".
Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l'Autonomia, è
convinto che occorra "puntellare la specialità regionale, che
andrebbe ampliata fino a toccare anche la gestione degli appalti.
Auguriamo perciò buon lavoro a Fedriga e Zilli nella negoziazione
con lo Stato, suggerendo di valorizzare il policentrismo del Fvg
gestendo con equilibrio le risorse che arriveranno".
Altri capigruppo hanno puntato di più sui contenuti del
documento. Cristian Sergo (M5S) ha ricordato l'apporto del suo
gruppo nei passaggi su sanità pubblica, tutela della biodiversità
e agricoltura 4.0, ricordando che "per rafforzare il sistema
territoriale non servono le grandi opere". Tiziano Centis
(Cittadini) ha sottolineato l'importanza del tema lavoro ("specie
con azioni di ricollocamento per chi perde il posto, e con la
radicale trasformazione dei Centri per l'impiego") e di
domiciliarità e assistenza territoriale nella sanità del futuro.
Di salute ha parlato anche Walter Zalukar (Misto), sottolineando
"il problema delle stanze con 4 letti nei nostri ospedali, che
non aumentano il rischio di contrarre infezioni". L'auspicio di
Furio Honsell (Open Fvg) è che il documento consenta "uno slancio
nuovo. Bisogna certo far ripartire l'ascensore delle opportunità,
ma senza lasciare indietro nessuno, perché c'è chi non riesce a
fare neppure un gradino sulla scala sociale".
Roberto Cosolini (Pd), presidente del Comitato controllo e
valutazione (Lcv), ha parlato invece di "un documento a due
facce: ci sono contenuti innovativi ma anche, in altri punti, un
elenco tradizionale di tematiche non strategiche". Il consigliere
dem chiede poi alla Giunta "una più chiara definizione delle
priorità perché l'elenco delle proposte è fin troppo ricco". "Ma
in questo modo se si apriranno bandi noi saremo già pronti", gli
ha risposto indirettamente Zilli nella sua replica finale.
ACON/FA-fc