Cultura: Zanin sulla Settimana friulana, identità motore di rilancio
(ACON) Udine, 3 mag - "C'è un grande Friuli Venezia Giulia se
c'è un grande Friuli. E c'è un grande Friuli solo se siamo
consapevoli della nostra cultura e della nostra identità".
Con questo ragionamento Piero Mauro Zanin, presidente del
Consiglio regionale, ha sottolineato l'importanza della Settimana
della cultura friulana, organizzata dalla Società Filologica e
presentata oggi nella sede udinese dell'istituzione culturale:
ottanta eventi in undici giorni che coinvolgono, come ha
ricordato Federico Vicario a nome del sodalizio, cinquanta Comuni
e un centinaio di associazioni.
"Il ricco programma di quest'anno - ha osservato ancora Zanin - è
anche un segno della speranza di uscire dai mesi più difficili
della pandemia. E noto con piacere che la Filologica è riuscita a
coinvolgere tutte le istituzioni più importanti del territorio,
quasi una grande alleanza per il Friuli".
Un territorio che secondo il presidente ha bisogno di rilancio:
"Non possiamo negare - ha fatto notare Zanin - che ci sia una
nuova questione friulana. Negli ultimi anni abbiamo sofferto un
po' l'iperattivismo di altri territori: penso a Trieste e al
Porto, ma anche alla manifattura di Pordenone. Il Friuli, che è
stato a lungo la locomotiva del progresso dell'intera regione, ha
segnato un po' il passo, e credo che questo sia un limite per
tutto il Fvg. Il Friuli deve diventare invece un attore
principale della ripartenza, di cui abbiamo fissato le priorità
nel recente documento approvato all'unanimità dal Consiglio
regionale, alla luce dei valori culturali e del saper fare che
abbiamo portato in tutto il mondo. E' una riflessione che
consegno alla nostra classe dirigente".
Zanin ha poi ribadito l'importanza di valorizzare la marilenghe,
ricordando la battaglia del Consiglio regionale per una maggiore
presenza della lingua friulana in Rai: "Abbiamo ottenuto alcune
decine di ore sulla televisione di Stato, ma sono ancora molte di
meno di quelle in ladino, nonostante il friulano sia assai più
parlato. La difesa dell'identità passa anche attraverso la sua
divulgazione sui media".
"Un'altra battaglia di civiltà - ha sottolineato il presidente,
citando uno degli eventi più attesi della Setemane, la lettura
scenica con Massimo Somaglino in programma il 16 maggio, ultimo
giorno della manifestazione - è quella sui fucilati di
Cercivento. Trasversalmente abbiamo coinvolto il Parlamento con
un'iniziativa che ancora non ha dato i frutti sperati. Ricordo
invece che il Consiglio regionale ha votato una mozione unanime,
sottolineando l'importanza di restituire l'onore a chi venne
ucciso solo per dare un esempio".
Ha portato un saluto, in collegamento da remoto, anche
l'assessore regionale Tiziana Gibelli. "La cultura - ha osservato
- è una parte fondamentale della nostra vita, anche se a volte
non siamo consapevoli del bello che ci circonda: ma quando non
c'è, ne sentiamo la mancanza". Gibelli ha detto qualche parola
nella lingua locale di Polcenigo e ne ha approfittato per una
riflessione "sull'errore della nostra generazione, che non ne ha
tramandato l'uso a sufficienza. Per questo è preziosissimo il
lavoro della Filologica, che ci aiuta a non perdere un pezzo di
cultura".
Alla presentazione hanno partecipato anche altri sostenitori
dell'ottava edizione della Settimana culturale, che si aprirà in
un giorno simbolico, il 6 maggio, con un incontro dedicato ai 45
anni del terremoto e ai 75 della "Patrie dal Friul". Erano
presenti, coordinati dal presidente della Filologica Federico
Vicario, Francesca Venuto per la Fondazione Friuli, Gabrio
Piemonte dell'Ente Friuli nel mondo, Oldino Cernoia, presidente
della Fondazione De Claricini Dornpacher, e l'attore-regista
Massimo Somaglino.
ACON/FA