Imprese: in II Comm il positivo accordo ZML Maniago con sindacati
(ACON) Trieste, 4 mag - Scongiurato il pericolo più grande
grazie al raggiungimento di una soluzione condivisa sul piano
occupazionale (60 unità eccedenti invece delle 89 iniziali) e
dopo aver saputo dalla proprietà quali siano gli investimenti che
intende fare (per un totale di 16,5 milioni di euro), ora si deve
guardare alle prospettive future e vigilare su di esse.
È risuonata così l'audizione che Chiara Da Giau (Pd) in primis,
ma poi avallata da altri consiglieri, aveva chiesto fosse
organizzata dal presidente della II Commissione consiliare,
Alberto Budai (Lega), per parlare della situazione di ZML
Industries di Maniago, già Zanussi Metallurgica e dal 2006
controllata al 100% dal gruppo siderurgico Cividale, società
della famiglia Valduga.
Collegati in videoconferenza, gli assessori alle Attività
produttive, Sergio Emidio Bini, e al Lavoro, Alessia Rosolen, per
la Regione; i rappresentanti sindacali pordenonesi di Cgil, Cisl
e Uil per i lavoratori; Patrizia Valduga per prendere la parola a
nome del Gruppo aziendale; i sindaci del Maniaghese per le
comunità del territorio.
"La preoccupazione era nata all'inizio dell'anno
dall'interruzione che c'era stata nelle trattative tra proprietà
e rappresentanti dei lavoratori - ha spiegato la consigliera - e
sebbene ora si sia trovato un accordo per il contingente,
l'audizione è per parlare delle intenzioni aziendali di più di
ampio respiro senza dimenticare l'aspetto delicato della tutela
ambientale".
Dall'azienda numeri e tempi del nuovo piano per i circa 500
dipendenti dello stabilimento maniaghese, dopo la premessa che
nel corso dei 12 incontri succedutisi tra la direzione aziendale
e i sindacati a partire da gennaio 2021, si è evidenziata la
riduzione dei volumi prodotti in tutte le tre divisioni (ghisa,
alluminio e ghisa) e la conseguente flessione di fatturato. Sono
emerse in particolare l'eccesso di capacità produttiva e la
limitazione tecnologica degli impianti, due aspetti che hanno
fatto capire l'urgenza di un aggiornamento del sistema
produttivo, impiantistico e tecnologico.
L'aggravamento della situazione economica accelerato dalla
pandemia ha reso inevitabile allestire un piano che preveda una
ristrutturazione complessiva delle attività nelle tre divisioni,
nonché dei sevizi comuni; il piano si svilupperà a partire da
luglio prossimo e si realizzerà attraverso un investimento
impiantistico e tecnologico.
Per la divisione ghisa ci sarà la dismissione dell'attuale
sistema fusorio, che sarà sostituito con 4 forni elettrici a
induzione più performanti dal punto di vista tecnologico, e meno
impattanti nell'ambiente per la riduzione delle emissioni di Co2
(investimento per circa 11.150.000 euro); per la divisione
alluminio si parla di installare un nuovo impianto di
pressofusione da 1.300 tonnellate, ad alta flessibilità e
l'introduzione di nuovi sistemi di automazione in alcuni impianti
di controllo qualità (2.450.000 euro); per la divisione rame
acquisto di un nuovo impianto di trafilatura (2.350.000 euro);
per le aree comuni e di servizio, il sistema informatico sarà
sostituito per consentire la digitalizzazione delle informazioni
(1.000.000 euro).
Il nostro obiettivo finale non è limitare la forza lavoro - ha
affermato Patrizia Valduga - ma certamente questo implica anche
che deve esserci un aumento dei carichi di lavoro.
L'accordo del 15 aprile scorso tra sindacati e azienda ha,
inoltre, previsto che si farà ricorso prima alla Cassa
integrazione guadagni (Cig) per gli effetti della Covid-19 fino
ad esaurimento della stessa, poi alla Cassa integrazione guadagni
straordinaria (Cigs) per una riorganizzazione che si concluderà
alla fine del 2022. Tutti i lavoratori in Cigs ruoteranno in
relazione alle esigenze tecnico-produttive, organizzative e
gestionali. ZML Industries si è già resa disponibile, per
favorire la rotazione e la ricollocazione interna, a programmare
attività di formazione e addestramento dei lavoratori.
La Regione - si è appreso dalle parole di Bini e della Rosolen -
ha seguito la vicenda della realtà maniaghese con contatti con la
proprietà, vigilando sui tempi degli ammortizzatori sociali e
mettendosi a disposizione per l'attivazione delle politiche
attive del lavoro, dalla nuova formazione al ricollocamento.
Dal sindaco di Maniago, Andrea Carli, è poi stata espressa la
speranza che il piano industriale venga approfondito anche con
l'amministrazione comunale e con il consorzio per il Nucleo di
industrializzazione della provincia di Pordenone - Consorzio Nip,
per valutare le possibili interazioni con le altre realtà
produttive e formative del Maniaghese. Limitata la preoccupazione
per l'aspetto occupazionale, resta quella legata alla tutela
ambientale dopo che gli impianti hanno dimostrato di aver
accumulato negli anni un ritardo tecnologico.
Da parte dei rappresentanti sindacali, pur soddisfatti dell'esito
di un confronto che hanno definito tutti come sofferto ma per
fortuna raggiunto, l'evidenza della necessità non solo di
mantenere il livello occupazionale ma anche garantire il rilancio
dell'occupazione stessa, dunque avviare lavorazioni meccaniche,
creare nuovi prodotti e svecchiare gli esistenti, puntare nel
breve a tornare ai tre turni e non due. Perché se la proprietà
pensa di risolvere tutta la situazione solo con la riduzione del
personale, chiaramente non li troverà d'accordo.
Da Emanuele Zanon, consigliere di Regione futura, l'auspicio che
il piano di ristrutturazione sia punto di partenza per
prospettive aziendali future e una riflessione sul fatto che
l'innovazione tecnologica è senza dubbio auspicabile, ma nuove
tecnologie significano anche riduzione di posti di lavoro e
necessità di maggiore specializzazione degli occupati; si dovrà
pensare a un nuovo incontro per capire l'andamento
dell'applicazione del piano. Sergio Bolzonello (Pd) ha, poi,
detto dell'importanza di fare infrastrutturazioni e Alfonso Singh
(Lega) ha espresso il suo plauso per la posizione assunta da
Gruppo Cividale.
ACON/RCM-fc