News


Antimafia: Penta in V Comm, vigilare su criminalità già radicata

13.05.2021
13:08
(ACON) Trieste, 13 mag - Le infiltrazioni mafiose in Friuli Venezia Giulia non costituiscono più un semplice rischio, ma un preoccupante fatto concreto che, nonostante una posizione geografica piuttosto accattivante per le mire della criminalità organizzata, era stato a lungo limitato soprattutto dalle peculiarità culturali della cittadinanza locale. Ora, tuttavia, è più che mai necessario tenere alta la guardia, implementando le risorse a disposizione, soprattutto ai fini di un'attività divulgativa e preventiva.

Questi, in estrema sintesi, i contenuti della relazione illustrata dal presidente dell'Osservatorio regionale antimafia, Michele Penta, nel corso dei lavori della V Commissione consiliare, presieduta da Diego Bernardis (Lega) e riunita a Trieste, durante un'audizione dedicata alle attività svolte dall'organismo di garanzia nel corso del 2020.

L'incontro, al quale ha preso parte anche il presidente del Consiglio regionale Fvg, Piero Mauro Zanin, era stato richiesto dall'esponente pentastellato Cristian Sergo che ha ricordato di aver accolto "svariati appelli da parte della società civile su un tema di strettissima attualità. Mi ha colpito una frase contenuta nella relazione: 'Il radicamento delle mafie nel Fvg è purtroppo una triste realtà'. È quindi necessario sostenere e far conoscere il lavoro quotidiano che i membri dell'Osservatorio svolgono sul territorio".

"La relazione, quarta della serie, riguarda il periodo tra aprile 2020 a marzo 2021. Già in fase di premessa, è stato necessario chiedere espressamente - ha evidenziato l'ex prefetto Penta, intervenuto in modalità telematica - il potenziamento della nostra struttura, non più sufficiente a garantire tutte le attività svolte. Il focus elaborato, legato anche alla situazione emergenziale, segnala particolari ipotesi di riciclaggio, estorsioni e soprattutto usura nel mondo dell'economia dove, in assenza di denuncia, difficilmente è possibile colpire gli autori".

Lo scenario dipinto dal presidente dell'Osservatorio (gli altri componenti sono Ruggero Buciol, Monica Catalfamo, Lorenzo Pillinini ed Enrico Sbriglia) passa attraverso la considerazione che "la criminalità organizzata non è certo entrata in crisi durante la pandemia, visti i grandi capitali a sua disposizione. In Fvg sono presenti tutte le mafie tradizionali (siciliana, calabrese, campana e pugliese) con la Sacra corona unita ultima della serie a essere individuata. Edilizia e cantieristica sono appannaggio della mafia siciliana, il riciclaggio attraverso le attività commerciali riguarda la 'ndrangheta, il monopolio nel traffico di stupefacenti e tabacchi va tutto alla camorra".

"Una presenza, anche secondo la Direzione investigativa antimafia (Dia), fissa e stabile, benché attutita dalla coscienza civica di queste popolazioni rispetto ad altri territori, ma alimentata - ha spiegato Penta - dalle caratteristiche di zona di confine e dalla vicinanza con il Veneto, dove si è consolidata ormai da anni".

Tra percorsi specifici attivati con le università regionali, contatti avviati con Legambiente (reduce dal suo primo rapporto sulle ecomafie) e la creazione dello Scaffale dell'antimafia allestito nella biblioteca Livio Paladin del Cr, non sono state invece rilevate situazioni di particolare complessità riguardo gli appalti in materia sanitaria per i metodi di protezione.

Grande anche l'attenzione sul tema ambientale (543 reati nel 2019 con un incremento del 35% rispetto l'anno precedente) mentre, per quanto concerne minacce e intimidazioni nei confronti degli amministratori pubblici, sono emersi solo 3 casi e il Fvg si colloca positivamente al terzultimo posto nazionale (altri 2 sono però in fase di accertamento per capire se dovuti a iniziative singole o di matrice criminale).

"Abbiamo bisogno della collaborazione di tutti - ha concluso Penta - e rimaniamo a disposizione di amministratori ed eEnti locali per aiutarli a risolvere eventuali problematiche, fornendo suggerimenti in caso di possibili azioni e attività difensive".

La discussione generale, caratterizzata da un apprezzamento a livello trasversale espresso nei confronti del lavoro dell'Osservatorio, è stata aperta dal consigliere Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) che ha auspicato dettagli riguardo i beni confiscati alla mafia. Il dem Franco Iacop ha invece sottolineato che "la nostra dimensione sociale non è preparata ad affrontare e a reagire a questi fenomeni", per poi chiedere indicazioni sul rapporto tra sistema bancario regionale e Osservatorio al fine di un'azione sinergica.

Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar), dal canto suo, ha espresso grande preoccupazione, aggiungendo che "ci salveremo finché i cittadini non nasconderanno questi problemi, altrimenti si rischia di capitolare. Ecco perché il Cr Fvg deve far capire la sua vicinanza alla popolazione che, forse, non percepisce del tutto il problema"

A fine lavori, il presidente Bernardis ha evidenziato "la piena disponibilità da parte del Cr Fvg e di questa Commissione nel supportare ogni possibile iniziativa al fianco dell'Osservatorio". ACON/DB-fa



Diego Bernardis (Lega), presidente della V Commissione consiliare
Michele Penta, presidente dell'Osservatorio regionale antimafia
Cristian Sergo (M5S)
La V Commissione riunita in aula con la presenza del presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin