Antimafia: Penta in V Comm, vigilare su criminalità già radicata
(ACON) Trieste, 13 mag - Le infiltrazioni mafiose in Friuli
Venezia Giulia non costituiscono più un semplice rischio, ma un
preoccupante fatto concreto che, nonostante una posizione
geografica piuttosto accattivante per le mire della criminalità
organizzata, era stato a lungo limitato soprattutto dalle
peculiarità culturali della cittadinanza locale. Ora, tuttavia, è
più che mai necessario tenere alta la guardia, implementando le
risorse a disposizione, soprattutto ai fini di un'attività
divulgativa e preventiva.
Questi, in estrema sintesi, i contenuti della relazione
illustrata dal presidente dell'Osservatorio regionale antimafia,
Michele Penta, nel corso dei lavori della V Commissione
consiliare, presieduta da Diego Bernardis (Lega) e riunita a
Trieste, durante un'audizione dedicata alle attività svolte
dall'organismo di garanzia nel corso del 2020.
L'incontro, al quale ha preso parte anche il presidente del
Consiglio regionale Fvg, Piero Mauro Zanin, era stato richiesto
dall'esponente pentastellato Cristian Sergo che ha ricordato di
aver accolto "svariati appelli da parte della società civile su
un tema di strettissima attualità. Mi ha colpito una frase
contenuta nella relazione: 'Il radicamento delle mafie nel Fvg è
purtroppo una triste realtà'. È quindi necessario sostenere e far
conoscere il lavoro quotidiano che i membri dell'Osservatorio
svolgono sul territorio".
"La relazione, quarta della serie, riguarda il periodo tra aprile
2020 a marzo 2021. Già in fase di premessa, è stato necessario
chiedere espressamente - ha evidenziato l'ex prefetto Penta,
intervenuto in modalità telematica - il potenziamento della
nostra struttura, non più sufficiente a garantire tutte le
attività svolte. Il focus elaborato, legato anche alla situazione
emergenziale, segnala particolari ipotesi di riciclaggio,
estorsioni e soprattutto usura nel mondo dell'economia dove, in
assenza di denuncia, difficilmente è possibile colpire gli
autori".
Lo scenario dipinto dal presidente dell'Osservatorio (gli altri
componenti sono Ruggero Buciol, Monica Catalfamo, Lorenzo
Pillinini ed Enrico Sbriglia) passa attraverso la considerazione
che "la criminalità organizzata non è certo entrata in crisi
durante la pandemia, visti i grandi capitali a sua disposizione.
In Fvg sono presenti tutte le mafie tradizionali (siciliana,
calabrese, campana e pugliese) con la Sacra corona unita ultima
della serie a essere individuata. Edilizia e cantieristica sono
appannaggio della mafia siciliana, il riciclaggio attraverso le
attività commerciali riguarda la 'ndrangheta, il monopolio nel
traffico di stupefacenti e tabacchi va tutto alla camorra".
"Una presenza, anche secondo la Direzione investigativa antimafia
(Dia), fissa e stabile, benché attutita dalla coscienza civica di
queste popolazioni rispetto ad altri territori, ma alimentata -
ha spiegato Penta - dalle caratteristiche di zona di confine e
dalla vicinanza con il Veneto, dove si è consolidata ormai da
anni".
Tra percorsi specifici attivati con le università regionali,
contatti avviati con Legambiente (reduce dal suo primo rapporto
sulle ecomafie) e la creazione dello Scaffale dell'antimafia
allestito nella biblioteca Livio Paladin del Cr, non sono state
invece rilevate situazioni di particolare complessità riguardo
gli appalti in materia sanitaria per i metodi di protezione.
Grande anche l'attenzione sul tema ambientale (543 reati nel 2019
con un incremento del 35% rispetto l'anno precedente) mentre, per
quanto concerne minacce e intimidazioni nei confronti degli
amministratori pubblici, sono emersi solo 3 casi e il Fvg si
colloca positivamente al terzultimo posto nazionale (altri 2 sono
però in fase di accertamento per capire se dovuti a iniziative
singole o di matrice criminale).
"Abbiamo bisogno della collaborazione di tutti - ha concluso
Penta - e rimaniamo a disposizione di amministratori ed eEnti
locali per aiutarli a risolvere eventuali problematiche, fornendo
suggerimenti in caso di possibili azioni e attività difensive".
La discussione generale, caratterizzata da un apprezzamento a
livello trasversale espresso nei confronti del lavoro
dell'Osservatorio, è stata aperta dal consigliere Furio Honsell
(Open Sinistra Fvg) che ha auspicato dettagli riguardo i beni
confiscati alla mafia. Il dem Franco Iacop ha invece sottolineato
che "la nostra dimensione sociale non è preparata ad affrontare e
a reagire a questi fenomeni", per poi chiedere indicazioni sul
rapporto tra sistema bancario regionale e Osservatorio al fine di
un'azione sinergica.
Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar), dal canto suo, ha espresso
grande preoccupazione, aggiungendo che "ci salveremo finché i
cittadini non nasconderanno questi problemi, altrimenti si
rischia di capitolare. Ecco perché il Cr Fvg deve far capire la
sua vicinanza alla popolazione che, forse, non percepisce del
tutto il problema"
A fine lavori, il presidente Bernardis ha evidenziato "la piena
disponibilità da parte del Cr Fvg e di questa Commissione nel
supportare ogni possibile iniziativa al fianco dell'Osservatorio".
ACON/DB-fa