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Covid: Aula boccia a maggioranza Commissione su gestione emergenza

19.05.2021
14:31
(ACON) Trieste, 19 mag - La maggioranza di Centrodestra fa valere i suoi numeri e boccia la richiesta di una commissione speciale sulla gestione dell'emergenza Covid, avanzata dal Pd e sottoscritta da tutti i gruppi di opposizione. L'esito finale del voto è di 26 no contro i 22 favorevoli, tra i quali anche Emanuele Zanon di Regione Futura.

"Serve per capire quel che è avvenuto e non per fare processi o inquisizioni", ha assicurato il capogruppo dem Diego Moretti, primo firmatario della mozione, che ha poi esortato il Centrodestra ad "avere lo stesso coraggio dei colleghi del Veneto", dove nell'ultimo anno sono state varate due commissioni per approfondire le problematiche innescate dalla pandemia.

"Tutto questo andrebbe discusso in III Commissione, dove però le cose non hanno funzionato - ha sottolineato Massimo Moretuzzo, portando in aula il terzo argomento-chiave dei proponenti - : non siamo ancora riusciti ad ascoltare tutte le categorie mediche, nonostante le richieste avanzate da mesi". Aspetto rimarcato anche da Andrea Ussai (M5S), che ha parlato di "censure nei confronti delle persone che volevamo audire" e ha chiesto alla Giunta Fedriga "di dimostrare con i fatti la massima trasparenza sbandierata a parole". A favore della commissione speciale anche Roberto Cosolini (Pd), che ha sottolineato "l'esigenza di fare chiarezza, ad esempio sull'alto numero di decessi in rapporto agli abitanti, in vista di nuove possibili emergenze", e il collega di gruppo Cristiano Shaurli, che ha invocato un dibattito "sulla sanità di oggi e di domani" rivendicando "il ruolo del Consiglio regionale e della politica, che non è un termine brutto".

Anche Simona Liguori (Cittadini) ha citato l'esempio del Veneto auspicando un organismo "che non deve diventare terreno di scontro politico", mentre Furio Honsell vorrebbe "una discussione aperta anche sul tema dei vaccini e della ricerca biotecnologica, che in Italia non ha prodotto i risultati sperati". Sempre nell'ambito dei firmatari, Walter Zalukar (Gruppo Misto) ha detto che "alcuni problemi, come i focolai in ospedale, forse si sarebbero potuti evitare se l'anno scorso avessimo affrontato le criticità segnalate". Antitetica la visione della maggioranza, riassunta dalle parole di Mauro Di Bert. "Perché istituire un'altra commissione visto che ne esiste già una?", si è chiesto il capogruppo di Progetto Fvg/Ar, che ha difeso il lavoro di Ivo Moras, presidente della III Commissione: "Subisce critiche ingiuste, e noi tutti dobbiamo capire il periodo particolare: abbiamo un assessore che vive in un bunker. Meglio semplificare e far funzionare l'esistente". Sulla stessa falsariga Mara Piccin (FI): "Non giriamoci su noi stessi e guardiamo avanti, mettendo a frutto la riforma varata a fine 2019".

Ha preso la parola anche Moras, che ha giustificato le sue scelte in III Commissione "con la necessità di garantire un confronto tra le diverse posizioni". "Voi chiedete un organismo di inchiesta politica, non una commissione speciale - ha attaccato il consigliere della Lega - e questa caccia alle streghe non mi va bene". Il collega di gruppo Antonio Lippolis ha controbattuto anche sui riferimenti al Veneto: "In quella regione c'è stato un atteggiamento più costruttivo da parte dell'opposizione".

Al termine del dibattito, il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha ribadito la disponibilità "a discutere serenamente all'interno della III Commissione su molti temi seri sollevati oggi dai consiglieri di opposizione", tra i quali ha citato il rapporto con lo Stato in tema di sanità di cui aveva parlato Moretuzzo.

Riccardi ha però invitato chi ha proposto la mozione a prendere le distanze da alcune critiche espresse in aula: "Non si può dire tutto e il contrario di tutto - ha spiegato l'assessore - e qui ho sentito alcune cose molto gravi: non si può sostenere che ci sarebbero stati meno morti, zone rosse e contagi se ci fossimo occupati prima di certi problemi. I casi sono due: o discutiamo delle cose serie o ci facciamo fare i processi da qualcuno. Altrimenti il rischio - ha concluso Riccardi - è che i colpi vengano assestati non alla Maggioranza ma al sistema sanitario, che è già esposto ogni giorno e che io ho cercato di proteggere in questo anno e mezzo di pandemia". ACON/FA-fc



Il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi
Diego Moretti (Pd)
Andrea Ussai (M5S)
Mauro Bordin (Lega) con Mauro Di Bert (PrFvg/ar)