Covid: Aula boccia a maggioranza Commissione su gestione emergenza
(ACON) Trieste, 19 mag - La maggioranza di Centrodestra fa
valere i suoi numeri e boccia la richiesta di una commissione
speciale sulla gestione dell'emergenza Covid, avanzata dal Pd e
sottoscritta da tutti i gruppi di opposizione. L'esito finale del
voto è di 26 no contro i 22 favorevoli, tra i quali anche
Emanuele Zanon di Regione Futura.
"Serve per capire quel che è avvenuto e non per fare processi o
inquisizioni", ha assicurato il capogruppo dem Diego Moretti,
primo firmatario della mozione, che ha poi esortato il
Centrodestra ad "avere lo stesso coraggio dei colleghi del
Veneto", dove nell'ultimo anno sono state varate due commissioni
per approfondire le problematiche innescate dalla pandemia.
"Tutto questo andrebbe discusso in III Commissione, dove però le
cose non hanno funzionato - ha sottolineato Massimo Moretuzzo,
portando in aula il terzo argomento-chiave dei proponenti - : non
siamo ancora riusciti ad ascoltare tutte le categorie mediche,
nonostante le richieste avanzate da mesi". Aspetto rimarcato
anche da Andrea Ussai (M5S), che ha parlato di "censure nei
confronti delle persone che volevamo audire" e ha chiesto alla
Giunta Fedriga "di dimostrare con i fatti la massima trasparenza
sbandierata a parole".
A favore della commissione speciale anche Roberto Cosolini (Pd),
che ha sottolineato "l'esigenza di fare chiarezza, ad esempio
sull'alto numero di decessi in rapporto agli abitanti, in vista
di nuove possibili emergenze", e il collega di gruppo Cristiano
Shaurli, che ha invocato un dibattito "sulla sanità di oggi e di
domani" rivendicando "il ruolo del Consiglio regionale e della
politica, che non è un termine brutto".
Anche Simona Liguori (Cittadini) ha citato l'esempio del Veneto
auspicando un organismo "che non deve diventare terreno di
scontro politico", mentre Furio Honsell vorrebbe "una discussione
aperta anche sul tema dei vaccini e della ricerca biotecnologica,
che in Italia non ha prodotto i risultati sperati". Sempre
nell'ambito dei firmatari, Walter Zalukar (Gruppo Misto) ha detto
che "alcuni problemi, come i focolai in ospedale, forse si
sarebbero potuti evitare se l'anno scorso avessimo affrontato le
criticità segnalate".
Antitetica la visione della maggioranza, riassunta dalle parole
di Mauro Di Bert. "Perché istituire un'altra commissione visto
che ne esiste già una?", si è chiesto il capogruppo di Progetto
Fvg/Ar, che ha difeso il lavoro di Ivo Moras, presidente della
III Commissione: "Subisce critiche ingiuste, e noi tutti dobbiamo
capire il periodo particolare: abbiamo un assessore che vive in
un bunker. Meglio semplificare e far funzionare l'esistente".
Sulla stessa falsariga Mara Piccin (FI): "Non giriamoci su noi
stessi e guardiamo avanti, mettendo a frutto la riforma varata a
fine 2019".
Ha preso la parola anche Moras, che ha giustificato le sue scelte
in III Commissione "con la necessità di garantire un confronto
tra le diverse posizioni". "Voi chiedete un organismo di
inchiesta politica, non una commissione speciale - ha attaccato
il consigliere della Lega - e questa caccia alle streghe non mi
va bene". Il collega di gruppo Antonio Lippolis ha controbattuto
anche sui riferimenti al Veneto: "In quella regione c'è stato un
atteggiamento più costruttivo da parte dell'opposizione".
Al termine del dibattito, il vicegovernatore con delega alla
Salute, Riccardo Riccardi, ha ribadito la disponibilità "a
discutere serenamente all'interno della III Commissione su molti
temi seri sollevati oggi dai consiglieri di opposizione", tra i
quali ha citato il rapporto con lo Stato in tema di sanità di cui
aveva parlato Moretuzzo.
Riccardi ha però invitato chi ha proposto la mozione a prendere
le distanze da alcune critiche espresse in aula: "Non si può dire
tutto e il contrario di tutto - ha spiegato l'assessore - e qui
ho sentito alcune cose molto gravi: non si può sostenere che ci
sarebbero stati meno morti, zone rosse e contagi se ci fossimo
occupati prima di certi problemi. I casi sono due: o discutiamo
delle cose serie o ci facciamo fare i processi da qualcuno.
Altrimenti il rischio - ha concluso Riccardi - è che i colpi
vengano assestati non alla Maggioranza ma al sistema sanitario,
che è già esposto ogni giorno e che io ho cercato di proteggere
in questo anno e mezzo di pandemia".
ACON/FA-fc