Esodo: Zanin-Pais, ecomuseo Egea a Fertilia ponte Fvg-Sardegna
(ACON) Trieste, 12 giu - Una sessantina o poco più di profughi
giuliani arrivò, nel 1947, a Fertilia, in Sardegna, a sei
chilometri da Alghero, quando Fertilia non era ancora un centro
abitato, con edifici non completati così i nuovi arrivati vissero
per un po' come degli sbandati. Solo a marzo del '48, alla
comunità si unirono 400 pescatori giuliani accompagnati da don
Francesco Dapiran, parroco scacciato da Orsera d'Istria.
Oggi a Fertilia vivono circa 2.000 persone, la maggior parte
delle quali sono giuliani, istriani e dalmati. Un ecomuseo,
creato dall'associazione Egea (dal nome della bambina diventata
famosa per una foto che nel '46 le fece lo zio mentre, con una
valigia più grande di lei, da esule lasciava Pola alla volta di
Cagliari) nata all'interno della cooperativa sociale Solomare,
vuole ricordare la loro storia.
Nel piccolo centro sardo, all'inaugurazione della struttura c'era
anche il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia
Giulia, Piero Mauro Zanin, che ha voluto portare il saluto della
comunità regionale. "Con questo inizio - ha commentato Zanin - si
rinsaldano i legami tra la Venezia Giulia, la Sardegna e
Fertilia, una comunità alla quale dobbiamo una restituzione in
termini di ricordo, di perdono e di farli sentire ancora e sempre
parte del Friuli Venezia Giulia".
Al taglio del nastro dell'ecomuseo Egea, anche il presidente del
Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais: "Si tratta di
una grande operazione per la memoria per un'isola che in quei
drammatici momenti storici, accolse fraternamente gli esuli
italiani, istriani e dalmati per un patrimonio che dobbiamo
preservare e tramandare alle future generazioni".
"Su di loro fu fatta una violenza civile perché furono
sacrificati per ragioni più grandi - ha sottolineato ancora Zanin
- e oggi siamo qui per dare il via a un primo passo straordinario
di collegamento tra la nostra e la vostra terra, per costruire
una casa comune, restituire non prima di avere la responsabilità
di riconoscere ciò che è stato tolto, necessario per andare al di
là della retorica".
"Sardegna e Venezia Giulia hanno molto in comune e lo hanno nella
loro gente, nello spirito di accoglienza e nel loro
temperamento", ha detto Mauro Manca, rappresentante
dell'associazione Egea che lo scorso ottobre aveva incontrato il
presidente Zanin presso la sede consiliare, a Trieste, per
illustrargli l'imminente nascita dell'ecomuseo di Fertilia,
occasione che lo portò a dire: "Qui ci sentiamo come a casa".
E di Fertilia come "prima grande città europea che si costituì
dopo la firma del trattato di Parigi", ha parlato ancora il
presidente Pais, ricordando come lui stesso per alcuni anni visse
nel piccolo centro sardo, facendo da chierichetto a don Francesco
Dapiran. "Qui si espresse il miglior esempio di integrazione e
fratellanza che si poteva esprimere. Furono pagine di storia
caratterizzate da un dramma per molto tempo colpevolmente
nascosto; ciò che facciamo oggi rappresenta quella coltivazione
di una memoria che non possiamo dimenticare e che abbiamo
l'obbligo di tramandare".
ACON/RCM