Cina: Gruppo FI, considerazioni Draghi impongono difesa portualità Fvg
(ACON) Trieste, 14 giu - "L'Occidente ha finalmente compreso
che il disegno cinese di egemonia sul mondo deve essere arginato.
Forza Italia l'aveva detto a tutti i livelli ed è ritornato il
momento di coinvolgere il Consiglio regionale sulla questione,
come impegnava a fare la nostra mozione sugli accordi
italo-cinesi approvata un anno e mezzo fa, in quanto sotto la
lente resta, in particolare, la portualità del Fvg".
Lo auspica in una nota il Gruppo consiliare regionale di Forza
Italia, attraverso un intervento del capogruppo Giuseppe Nicoli,
insieme ai consiglieri Mara Piccin e Franco Mattiussi, dedicato a
quello che "è stato uno dei principali temi di discussione al G7
in Cornovaglia, nel quale è emersa chiara e autorevole la
posizione del presidente del Consiglio, Mario Draghi. Punto di
vista coincidente, oltreché con quello degli altri Paesi
occidentali, Usa in testa, anche con quello da tempo sostenuto da
FI in tutte le sedi, compreso il nostro Consiglio regionale.
Mentre qualcuno si inchina nell'ambasciata cinese, Draghi ritiene
dunque urgente esaminare con attenzione la partecipazione
dell'Italia alla Via della seta, decisa dal Governo gialloverde
guidato da Conte nel 2019".
"Rimane a rischio - rimarcano gli esponenti forzisti - la
portualità del Fvg, grazie ad accordi tra l'Autorità di sistema e
Cccc di fronte ai quali abbiamo sempre sollevato perplessità in
un contesto di invasione cinese che, per ora, è commerciale e
finanziaria, ma che domani potrebbe portare a derive impattanti
sulla nostra società".
"Anche un osservatore autorevole come il direttore di Limes,
Lucio Caracciolo, nei giorni scorsi ha chiarito - aggiunge la
nota - come, essendo a Trieste arrivati i tedeschi a gestire
parte del traffico portuale, non è escluso che proprio tramite
questa presenza, per i rapporti esistenti tra Berlino e Pechino
(la Cina è il principale mercato tedesco), in futuro la
Repubblica popolare non abbia accesso anche a delle strutture,
sperando che porre dei paletti non porti a un nuovo Pireo. Ma il
rischio, secondo noi, è troppo alto".
"Ricordiamo - osserva ancora il Gruppo consiliare di Forza Italia
- che la Cina è il Paese che non garantisce trasparenza sulle
origini dello scoppio di una pandemia che ha ucciso, a oggi,
quasi 4 milioni di persone e bloccato il mondo. Con questo bel
bagaglio penetra negli altri Stati, influenzandone e spesso
strozzandone l'economia. L'Occidente sta reagendo, purtroppo in
ritardo, alla Via della seta varando il Build back better world.
Speriamo non sia troppo tardi".
"La Cina è ormai alle porte, presente in tutti i Balcani,
considerati l'approdo naturale in Europa della Via della seta. La
mole di investimenti in Serbia, Ungheria, Montenegro, Grecia,
Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia e ora Slovenia con Huawei,
via Capodistria, costituisce un campanello d'allarme. I prossimi
potremmo essere noi: un problema - conclude la nota firmata da
Nicoli, Mattiussi e Piccin, che è anche presidente della IV
Commissione consiliare - sul quale anche il Consiglio regionale
deve essere aggiornato e deve nuovamente esprimersi, senza
ambiguità dettate dalla convenienza".
ACON/COM/db