Covid: Ussai (M5S), morte Latisana dimostra limiti Osservazione breve
(ACON) Trieste, 14 giu - "Un vero e proprio reparto Covid e non
solamente un'Osservazione breve intensiva (Obi), con risorse di
personale dedicato non ottimali che ha provocato un corto
circuito nella comunicazione".
Così il consigliere regionale Andrea Ussai (M5s) commenta, in una
nota, la risposta dell'assessore regionale alla Salute, Riccardo
Riccardi, alla sua interrogazione relativa all'episodio, accaduto
lo scorso gennaio, del paziente deceduto all'ospedale di Latisana
e la cui famiglia è stata informata dell'accaduto tre giorni dopo.
"Quanto affermato dall'assessore, secondo cui la permanenza media
dei pazienti nel reparto era di 50 ore nei mesi di novembre e
dicembre 2020, quando un'osservazione breve intensiva non va
oltre le 24-36 ore - spiega Ussai -, configura in realtà un
reparto Covid in tutto e per tutto, senza però un medico dedicato
ma a chiamata dal Pronto soccorso, che è collocato in un'altra
area dell'ospedale. Non certo la situazione ideale per pazienti
che rimangono ricoverati per giorni, con la possibilità di
aggravarsi, tutti con ossigenoterapia e spesso totalmente
dipendenti per l'assistenza".
"Il Piano per l'emergenza urgenza dell'Azienda sanitaria
universitaria Friuli Centrale, nell'attivare l'area Obi presso la
sede di Latisana, specificava che la stessa era dedicata a
pazienti coinvolti nell'emergenza infettiva in attesa del
risultato dell'accertamento diagnostico e a pazienti Covid
confermati (o probabili) in attesa di proseguite l'iter
diagnostico terapeutico - ricorda l'esponente del M5S -. Viene da
chiedersi se questi casi fossero conteggiati tra i posti letto di
degenze Covid, ma comunque questa situazione rappresenta un
esempio emblematico, se non addirittura la punta dell'iceberg, di
come i nostri operatori hanno dovuto affrontare l'emergenza a
livello ospedaliero".
"Con l'interrogazione - rimarca il consigliere - non volevamo
cercare un capro espiatorio, ma avere chiarezza sull'accaduto e
sull'organizzazione della struttura. L'auspicio è che la
pressione sugli ospedali registrata durante la seconda e la terza
ondata della pandemia e casi gravi come quello del ritardo nella
comunicazione del decesso non si ripetano", ha concluso Ussai,
ribadendo la vicinanza alla famiglia per il lutto subito.
ACON/COM/rcm