Ambiente: ok IV Commissione a petizione, salvaguardia Arzino è priorità
(ACON) Trieste, 15 giu - La Regione e i consiglieri della IV
Commissione presieduta da Mara Piccin (FI) si sono espressi a
favore della petizione con cui quasi 8mila cittadini del Friuli
Venezia Giulia, capitanati dai tecnici Dario Tosoni e Simone
Zavagno, chiedono l'integrità ambientale del torrente Arzino e
dunque dicono no alla derivazione a scopo idroelettrico che
andrebbe a interessare le sue cascate, tra le località Pert e
Casiacco, in Comune di Vito d'Asio.
La preoccupazione espressa dai due primi firmatari, ma anche da
alcuni dei consiglieri intervenuti in sede di dibattito sulla
petizione, è che vi siano altri progetti di centraline
idroelettriche che attendono di essere proposti e che in futuro
potrebbero raccogliere il favore dell'amministrazione regionale.
Sarebbe inaccettabile - hanno spiegato - che si andasse a
intaccare quello che è uno dei pochissimi torrenti del Friuli
Venezia Giulia integro dalla sorgente alla confluenza con il
fiume Tagliamento, e dall'alta biodiversità. Si tratta di un
corso d'acqua fruibile anche dal punto di vista turistico, con
balneazioni, attività sportive, aree camper e piste ciclabili,
grazie alla facilità d'accesso agevolato da percorsi pedonali ad
hoc. Insomma, un danno ambientale e paesaggistico perenne a
fronte di una produzione elettrica insignificante per altrettanto
insignificanti introiti da corrispondere ai Comuni coinvolti che,
tra l'altro, non possono superare il 3% dei proventi derivanti
dall'energia elettrica prodotta annualmente dall'impianto. Se
tutto questo non bastasse, ci sono ragioni di presenza di
geositi, naturalità delle sponde, variabilità geomorfologica
dell'alveo.
Ciò che i firmatari chiedono alla Regione è negare
l'autorizzazione alla costruzione di centratine idroelettriche
lungo tutto l'Arzino e inserire quest'ultimo nell'elenco dei siti
di riferimento regionali per la sua particolare valenza
ambientale, chiedendo ai Comuni interessati di individuare le
modalità che possano portare alla salvaguardia completa e
duratura del torrente.
A questo fine, suggeriscono di istituire un parco intercomunale,
oppure un parco regionale piuttosto che fluviale, e individuare
un elenco di tutti i corsi d'acqua che, per il contesto naturale
e paesaggistico in cui si collocano, vanno esclusi da qualsiasi
ipotesi di sfruttamento idroelettrico. A questo proposito fanno
l'esempio dei torrenti Viellia (Prealpi Carniche) e Resia (Alpi
Giulie), ma anche di Chiarsò di Paularo tra località ponte Fuse e
Situa Ramaz (Alpi Carniche), Cornappo a monte di Torlano (Colli
orientali), il tratto montano del Palar (Gemonese), e l'Isonzo
tra località Piuma e il confine di Stato.
A puntare a un elenco regionale dei siti dove non si può
concedere la costruzione di impianti idroelettrici è stato
Cristian Sergo (M5S), uno dei sostenitori della petizione, che ha
ricordato come ne siano state presentate di similari anche per il
torrente Resia da Luca Boschetti (Lega) e per il torrente Avarone
da Massimo Moretuzzo (Patto). All'importanza di ragionare
globalmente sulle aree non idonee, il pentastellato ha aggiunto
la necessità di valutare i piccoli impianti idroelettrici e la
loro utilità pubblica per capire quali sovvenzionare e quali,
invece, potrebbero portare più danno che beneficio al territorio.
Di produzione elettrica insignificante ha parlato anche Furio
Honsell (Open Fvg), per il quale comunque non è questa la strada
giusta per le fonti energetiche rinnovabili, piuttosto vanno
efficientati gli impianti esistenti e limitate le dispersioni.
Nicola Conficoni (Pd) ha chiesto che anche altre richieste di
centraline non siano accolte in futuro, rafforzando i dispositivi
di tutela. Un controllo di salvaguardia a cui ha messo la firma
Leonardo Barberio (FdI), mentre la consigliera Mariagrazia
Santoro ha reso noto che il Gruppo del Pd presenterà in sede di
legge di Stabilità una richiesta di fondi per aiutare i Comuni ad
adeguare i propri Piani regolatori alle disposizioni del Piano
paesaggistico regionale in attesa che si crei il Parco naturale
del Fvg. A farle eco, Lorenzo Tosolini (Lega) che ha ricordato
come la Regione sia già intervenuta per la tutela dei prati
stabili e del biotopo, al pari deve porre dei vincoli tali che
portino all'istituzione di un Parco naturale regionale.
"Sono contrario da sempre a nuove centraline idroelettriche che,
oltretutto, andrebbero a unico vantaggio di chi le propone e
comunque il Piano regionale di tutela delle acque (Prta) non le
consente. Proprio per tutelare i luoghi di pregio ambientale, nel
Prta è stato introdotto un comma che vieta nuove derivazioni, ad
eccezione di quelle ad uso idropotabile", ha affermato
esplicitamente l'assessore regionale ad Ambiente, Energia e
Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, che ha però dovuto
ricordare che le disposizioni in materia sono nazionali.
L'assessore ha poi fatto presente che Arpa sta monitorando
l'Arzino in due punti: il primo, a monte, lungo quasi 11
chilometri, va dalla sorgente fino alla località San Francesco;
un secondo, più a valle, lungo circa 17 chilometri, riguarda la
borgata di Pert. Entrambi dimostrano che il torrente Arzino
presenta una buona funzionalità dovuta alla naturalità del
territorio e alla sua morfologia.
ACON/RCM-fc