Caregiver: Pd, pdl per rafforzare loro ruolo e creare rete sostegno
(ACON) Trieste, 15 giu - "Nelle more di una legislazione
organica nazionale, è quanto mai urgente che la nostra Regione,
con un utilizzo virtuoso della propria autonomia, proceda a
riconoscere formalmente i caregiver familiari, valorizzare il
loro ruolo e a costruire attorno a essi e ai loro assistiti una
rete di sostegno".
Lo afferma la consigliera regionale Chiara Da Giau (Pd), prima
firmataria della proposta di legge 110 per il riconoscimento, la
valorizzazione e il sostegno dei caregiver familiari, illustrata
nel corso di una conferenza stampa insieme al collega Roberto
Cosolini e al capogruppo Diego Moretti. "La pdl 110 è stata
presentata lo scorso ottobre ma mai discussa in Commissione,
perciò è stata richiesta la sua calendarizzazione per la sessione
consiliare di fine giugno".
"La cura di anziani e malati all'interno dei contesti familiari -
spiega allora la Da Giau - costituisce in molti casi il primo
livello di assistenza domiciliare che sopperisce o integra i
servizi regionali. Il Friuli Venezia Giulia, seconda Regione in
Italia per popolazione anziana, conta migliaia di persone che
quotidianamente assistono i propri parenti spesso senza essere
conosciute e riconosciute o sostenute nel loro prezioso servizio.
Le vicende della pandemia hanno ancor più fatto emergere
l'importanza di queste figure".
"L'invecchiamento della popolazione e l'aumento progressivo delle
malattie croniche invalidanti hanno portato nel tempo a
comprendere la rilevanza sociale del servizio reso dai caregiver,
ma non c'è ancora piena contezza dei numeri, mentre il contatto
precoce e il tempestivo inserimento nei percorsi di assistenza di
tutti costoro, sarebbe essenziale per promuovere quel nuovo
modello di welfare che anche il Piano nazionale di ripresa e
resilienza (Pnrr) propone doversi basare su un rafforzamento
dell'assistenza domiciliare. Per questo proponiamo la codifica di
un percorso di censimento e riconoscimento che possa partire dai
tanti dati raccolti con le autocertificazioni rese dai caregiver
ai fini della campagna vaccinale anti-Covid", affermano Da Giau,
Cosolini e Moretti.
"Ci preme sottolineare che il riconoscimento che chiediamo
attraverso la nostra proposta non è solo in funzione dei bisogni
di cura dell'assistito, ma anche ai bisogni propri del caregiver
- così ancora i tre consiglieri -, siano di salute fisica e
psicologica o legati alla necessità di conciliare tempi di
lavoro, di studio e di vita con quelli dell'assistenza al
famigliare, oppure ancora al dover essere introdotto o
riaccompagnato nel mondo del lavoro dopo la fine del periodo di
assistenza".
Inoltre, sostengono gli esponenti dem, "è necessario non limitare
la definizione di caregiver all'essere parenti e conviventi ma
contemplare anche la casistica più ampia che le mutate condizioni
sociali e di consistenza delle famiglie determina mostrando che
spesso a dare da caregiver sono persone non conviventi, i
cosiddetti congiunti, cioè persone legate da comprovata relazione
affettiva o amicale".
"A fare i caregiver - aggiungono - sempre più numerosi sono anche
i giovani che si trovano a svolgere attività di cura mentre
ancora sono impegnati negli studi secondari di secondo grado o
universitari. In questo caso la necessità è quella di predisporre
il terreno affinché possano usufruire della flessibilità di
frequenza necessaria. Proponiamo, quindi, che si dialoghi con le
autonomie scolastiche e con le università perché a tali studenti
siano riconosciuti i diritti come alunni portatori di bisogni
educativi speciali, nel caso degli studenti del secondo grado o
lo status di studenti lavoratori nel caso degli universitari e
perché l'attività di cura consenta loro di acquisire crediti
formativi".
"Infine, con la proposta sosteniamo anche il riconoscimento delle
competenze acquisite nel contesto informale dell'esperienza di
cura - concludono - , affinché queste possano essere spese o per
accorciare i tempi del raggiungimento di qualifiche professionali
in campo sanitario o educativo o per il rientro nel mondo del
lavoro anche grazie a servizi specifici attivati dalla Regione".
ACON/COM/rcm