Ambiente: Sergo (M5S), per Regione no problemi acido paracetico in mare
(ACON) Trieste, 24 giu - "Numerosi pareri sconsigliano
l'utilizzo dell'acido peracetico ad alte concentrazioni come
disinfettante delle acque reflue, scaricate nel nostro mare.
Lascia quindi perplessi che l'assessore regionale Fabio
Scoccimarro liquidi la questione parlando di un utilizzo a suo
dire conforme a direttive e regolamenti comunitari, quando è
proprio l'Istituto superiore della sanità a sconsigliare
l'applicazione di acido peracetico come disinfettante da
applicare negli alvei dei corpi idrici in quanto non in linea con
i principi della direttiva quadro europea sulle acque".
Lo afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio
regionale, Cristian Sergo, dopo la risposta dell'esponente della
Giunta a una sua interrogazione in materia.
"Nel gennaio 2019 - si legge nella nota di Sergo - è stato
annunciato un focus group che doveva occuparsi della disinfezione
delle acque lagunari, vista la costante presenza di Escherichia
coli. Ci sembrava doveroso chiedere lumi dopo due anni e mezzo,
pertanto abbiamo richiesto una convocazione della Commissione
consiliare competente sul tema".
"Per quanto riguarda l'uso del peracetico, ci sono gestori dei
depuratori che dichiarano di utilizzarne mediamente 4 milligrammi
per litro (per 100 litri l'ora) e fino a un massimo di 10 (ovvero
250 litri in un'ora). In uno degli ultimi rapporti di prova di
Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa) sui
reflui scaricati in Adriatico - così ancora il pentastellato - è
stato riscontrato un valore pari a 47 mg/l di perossidi, pari a
cinque volte il dosaggio massimo dichiarato e, in teoria,
corrispondente a 1.175 litri in un'ora. Ma stando alle parole
dell'assessore, sarebbero anche molti di più considerato che il
peracetico una volta dosato dovrebbe decomporsi. Una quantità
enorme che solo per pura coincidenza è stata rilevata durante un
campionamento ufficiale di Arpa Fvg".
"Secondo l'Istituto superiore di sanità, l'uso di concentrazioni
da 0,05 mg/l fino a 1 mg/l (praticamente 10 volte in meno di
quelle utilizzate - spiega il portavoce M5S - e 47 volte in meno
di quelle individuate con l'ultima analisi) può comportare un
rischio ecotossicologico per gli ecosistemi fluviali e
marino-costieri, aggiungendo che l'efficacia di tale acido
direttamente non è provata. Arpa Abruzzo, che ha voluto studiare
gli effetti di questi utilizzi, ha ipotizzato una soglia di 0,5
mg/l nei reflui per minimizzare gli effetti tossici, mentre
l'Organizzazione internazionale del lavoro e l'Organizzazione
mondiale della sanità sconsigliano lo sversamento dell'acido
peracetico in quanto dannoso per gli ambienti acquatici e si
raccomanda vivamente che questa sostanza non venga immessa
nell'ambiente".
"Nulla ci è stato detto su quanto abbiamo chiesto
nell'interrogazione, dove chiedevamo di conoscere le cause del
rilevamento di acido peracetico nei reflui scaricati in mare
Adriatico superiori ai dosaggi massimi dichiarati e le
conseguenze di tale sversamento nell'ambiente in tali
concentrazioni. Eppure solo tre mesi fa Arpa, in una procedura di
Valutazione dell'impatto ambientale, ha richiesto su quali basi
fossero state individuate le soglie medie di dosaggio dell'acido,
che è stato autorizzato dalla Regione stessa, in quanto rimaneva
da chiarire l'efficacia del suo uso nonché le interferenze sul
biota marino. O l'Agenzia non è stata coinvolta per rispondere
alla nostra interrogazione - conclude Sergo - o in questi tre
mesi ha già chiarito tutto".
ACON/COM/rcm