Salute: Zanon (Futura), ripensare sistema emergenza area montana
(ACON) Trieste, 24 giu - "Diventa improcrastinabile un
ripensamento del sistema dell'emergenza nell'area montana,
ragionando sulle specificità del territorio: sia dal punto di
vista orografico che da quello dell'eterogeneità e della
frammentazione degli insediamenti. A iniziare, intanto, dalla
riapertura del Punto di primo intervento di Maniago, dove il
rischio è che si perda un presidio fondamentale per l'assistenza
sanitaria nell'area pedemontana e montana, proprio in un periodo
estivo che già fisiologicamente è critico, sia in termini di
organico che di sovra-afflusso di residenti che si trasferiscono
nelle seconde case nei mesi caldi".
Lo rimarca in una nota il consigliere regionale Emanuele Zanon
(Regione Futura), dicendosi preoccupato. "Dall'insorgere della
pandemia da Covid-19 nell'inverno 2020, le popolazioni della
pedemontana occidentale - sottolinea - hanno assistito a un
susseguirsi di chiusure e riaperture del Punto di primo
intervento nel Presidio ospedaliero per la Salute di Maniago".
"Se da un lato è chiaro che le cure specialistiche richiedano
strutture idonee centralizzate, la rege dell'assistenza sanitaria
d'emergenza deve invece garantire la massima capillarità e
omogeneità delle prestazioni su tutto il territorio", prosegue
Zanon che, in riferimento al Ppi di Maniago, precisa come "il
rafforzamento di un sistema di emergenza-urgenza sul maniaghese
contribuirebbe non solo a migliorare la risposta dell'area, ma
anche a sgravare l'accesso ad altri Pronto soccorso, soprattutto
per i codici bianchi e verdi".
"La difficoltà aumenta durante i mesi estivi, quando queste aree
si ripopolano per effetto del rientro di nostri emigranti
residenti all'estero o in altre regioni, ma anche di chi mantiene
la seconda casa. Senza contare - continua la nota - il grande
afflusso di sportivi e turisti che quotidianamente praticano
attività di volo libero, escursionismo, ciclismo. Questo
determina la necessità di un punto di soccorso di prossimità
efficiente e operativo".
"Sono trascorsi sette mesi dall'ultima chiusura del punto. Oggi,
con la curva dei contagi ridotta ai minimi termini e la chiusura
dei reparti Covid, il perdurare dell'assenza del servizio non
risulta motivato", conclude Zanon che più volte nei mesi passati
aveva manifestato timori "per l'interruzione del servizio in
questo territorio, così come espresso anche da alcuni
amministratori locali".
ACON/COM/db