Fiere: Santoro (Pd), Udine ferma al passato, rischio chiusura ente
(ACON) Trieste, 25 giu - "Quello che gli azionisti di
maggioranza della Fiera di Udine hanno in mente per il futuro
dell'ente è una macedonia di funzioni incoerenti tra di loro che
sembrano esclusivamente utili a riempire vuoti. Mentre Pordenone
parla di business e futuro, Udine è ferma ai contenitori, aprendo
la strada al decadimento e quindi alla chiusura dell'ente.
Facciamo appello alle forze economiche affinché non rinuncino a
un asset centrale per lo sviluppo del Friuli".
Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Mariagrazia
Santoro (Pd) commentando le dichiarazioni dell'amministratore
unico di Udine e Gorizia Fiere spa, Lucio Gomiero, in merito al
sistema fieristico regionale e in particolare al ruolo di Udine e
Gorizia Fiere spa.
"La mancanza di idee nuove per l'orizzonte futuro dell'ente
fieristico di Udine - continua Santoro - è emerso dalle
intenzioni espresse dall'amministratore Gomiero che ha parlato di
una tripartizione di edifici: una prima destinazione è quella
rivolta alla formazione, proprio mentre il Comune di Udine parla
di altri siti. Poi c'è lo spazio rivolto alla sanità, anche se a
oggi non risulta nulla, in tal senso, in alcun atto di
programmazione dell'Asufc. E infine parla di una porzione
riservata ai concerti. Per quanto riguarda la parte fieristica,
non c'è nulla di nuovo e si pensa solo alle tre principali fiere
esistenti: Casa Moderna, Idea Natale e Agriest".
"Mentre i soci della Fiera di Udine parlano di mattoni, di contro
è necessario che tutte le forze economiche che ancora considerano
la Fiera un asset per le imprese, facciano massa critica per
evidenziare quali siano le esigenze del sistema produttivo, non
rinunciando a un elemento per lo sviluppo del nostro tessuto
economico. La responsabilità dei soci - conclude la consigliera -
è evidente: in un momento di forte cambiamento, guardare a una
politica conservativa significa decretare la chiusura della Fiera
di Udine".
ACON/COM/fa