Salute: Piccin (FI), investimento da 20 milioni su Pordenone
(ACON) Trieste, 29 giu - "E' un grande giorno per Pordenone e
la sua sanità. La mozione a mia prima firma per il recupero di un
padiglione dell'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone,
per riconvertirlo a struttura per le cure intermedie, è stata
approvata all'unanimità. Nella discussione, il vicepresidente
Riccardi ha specificato che la giunta stanzierà altri 20 milioni
di euro per l'ospedale: 11,5 saranno utilizzati per riconvertire
il padiglione A in una nuova struttura per le cure intermedie da
50 posti letto".
Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Mara Piccin
(Forza Italia), prima firmataria della mozione 233, presentata
assieme ai colleghi forzisti Nicoli e Mattiussi e alla quale
hanno aggiunto le firme anche altri consiglieri di maggioranza e
di opposizione.
"Ringrazio i colleghi per il dibattito e l'aggiunta delle firme -
continua -, nonché il vicepresidente Riccardi. Dispiace soltanto
che non ci fosse in Aula chi continuerà a dire, contrariamente a
quanto dicono i fatti, che la sanità di Pordenone è abbandonata.
In realtà, va dato atto a tutti di aver fatto un pezzetto di
storia della sanità pordenonese: sono 234 i milioni di euro
stanziati complessivamente per la sanità pordenonese nelle ultime
tre legislature e anche quella in corso, a guida Centrodestra, ha
fatto la sua parte".
"Dei 20 milioni di intervento sui padiglioni del Santa Maria
degli Angeli - specifica la consigliera -, 11,5 serviranno a
ricavare, laddove sorge ora il padiglione A, una struttura
dedicata alle cure intermedie da 50 posti letto, ovvero la metà
del gap tra i 171 posti attuali e i 270 dello standard
programmato nel Friuli occidentale. È un tassello fondamentale
per il percorso di cura dei pazienti ma che ora sconta una
carenza, come emerso nell'emergenza coronavirus e non soltanto".
"Le strutture per le cure intermedie - ricorda Piccin - sono
volte a garantire la continuità delle cure, consolidare le
condizioni fisiche e continuare il recupero funzionale a
beneficio di pazienti in dimissione dai reparti per acuti e di
individui provenienti dal territorio, per i quali il medico di
medicina generale richieda un ambiente protetto per proseguire le
terapie ed evitare un ricovero ospedaliero. Il sistema di cure
intermedie - continua la consigliera - svolge un ruolo chiave per
garantire la continuità dell'assistenza ai pazienti, mantenendo
un raccordo stabile tra strutture ospedaliere e territorio. Ruolo
riconosciuto anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza,
che stanzia un miliardo di euro proprio per il potenziamento di
strutture per l'erogazione di cure intermedie (ospedali di
comunità)".
ACON/COM/fa