Strage Dacca: Zanin e Fedriga a famiglie, fu attacco vile e inutile
"Sostegno a richiesta medaglia d'oro valore civile per vittime"
(ACON) Trieste, 29 giu - Non vendetta, non pena di morte per gli
assassini dei loro parenti, ma capire perché sono stati
ammazzati, e in modo così disumano, uomini e donne che in
Bangladesh vivevano da anni, erano amati e rispettati perché
portatori di sani valori, lavoro e amicizia verso un Paese in via
di sviluppo.
Ecco cosa chiedono, a distanza di 5 anni, il fratello di Marco
Tondat e le sorelle di Cristian Rossi, di Cordovado (Pn) il
primo, di Tavagnacco (Ud) il secondo, accomunati da una terribile
sorte: sono stati torturati e uccisi il primo luglio 2016 a
Dacca, nel ristorante dove spesso andavano a magiare come gli
altri 7 italiani uccisi da un'organizzazione locale di jihadisti
perché rei di non conoscere il Corano. Furono 22, in tutto, le
vittime.
"Per me quella sera non hanno colpito solo i nostri cari ma
l'Italia intera perché si tratta di connazionali andati
all'estero per trovare lavoro e che a quella terra hanno anche
dato tanto", ha commentato oggi Fabio Tondat al Consiglio
regionale dove, a fare gli onori di casa a Trieste, c'era il
presidente Piero Mauro Zanin a cui si è unito il governatore del
Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.
"Nessuno aveva segnalato che potessero esserci situazioni di
pericolo", ricorda Cristina Rossi a nome anche delle sorelle
Daniela e Gabriella. "Le indagini sono state lacunose, non tutti
i testimoni sono stati ascoltati e ora si tratta di capire se i
sette imputati a cui è stata comminata la pena di morte faranno
appello alla sentenza. Quando, nel 2017, ci siamo recati in
Bangladesh, sul luogo della strage ma anche di lavoro di nostro
fratello, abbiamo ricevuto tante testimonianze di affetto e
soprattutto di gratitudine allo sviluppo che i nostri
connazionali hanno portato a quella popolazione".
Diverse le iniziative e gli incontri con autorità civili e
religiose intrapresi dai familiari di Cristian e Marco per
ricordarli, non ultima la richiesta di una medaglia al valore
civile.
"È una giusta rivendicazione rivolta al presidente della
Repubblica che il Consiglio regionale supporterà" ha promesso
Zanin, sottolineando "l'importanza di non lasciare che il tempo
cancelli l'attenzione su un episodio così violento quanto
inutile. E mi chiedo come riusciate a spiegare alle figlie dei
vostri fratelli (Cristian ha lasciato due bimbe che allora
avevano 3 anni e Marco una che ne aveva 6) un gesto così
incomprensibile".
"La strage di Dacca - ha preso la parola Fedriga - è un attacco
che, purtroppo, continuiamo a rivivere a livello internazionale.
Si è trattato di un attentato verso dei civili che erano in quel
Paese per lavorare e sono diventati vittime di un terrorismo e un
fondamentalismo che non trova giustificazione e contro il quale
si deve agire uniti. Mi auguro che tutto il fronte democratico
occidentale sia compatto a tutela della memoria e di ciò che
hanno lasciato queste persone, impedendo che possano accadere
altri atti vili e vergognosi".
L'incontro nell'Emiciclo è terminato con un minuto di silenzio
chiesto dal presidente Zanin in memoria di tutte le vittime di
Dacca.
ACON/RCM-fc
Il Consiglio regionale incontra le sorelle Rossi e Fabio Tondat
Gabriella Rossi, Fabio Tondat, il governatore Fvg, Massimiliano Fedriga, il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, Cristina e Daniela Rossi
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, e Cristina Rossi
Fabio Tondat e il governatore Massimiliano Fedriga