Fucilati Cercivento: Zanin a proiezione docufilm, riannodato un filo
(ACON) Paluzza, 30 giu - Un film e mille emozioni. Il
documentario sui fucilati di Cercivento, proiettato questa sera
nella sala-cinema Danil di Paluzza, ha ridato vita al dramma di
Giovan Battista Coradazzi, Angelo Primo Massaro, Basilio Matiz e
Silvio Gaetano Ortis, i quattro alpini che 105 anni fa vennero
fucilati per dare l'esempio.
La proiezione è stata organizzata nell'immediata vigilia di quel
1° luglio che non è soltanto la data dell'inutile strage, ma
anche - da quest'anno, grazie alla legge approvata da tutte le
forze politiche in Consiglio regionale - il momento solenne in
cui ricordare i quattro alpini con la Giornata dell'onore.
E l'interpretazione degli attori Massimo Somaglino e Riccardo
Maranzana, su un testo di Carlo Tolazzi, accanto alle immagini
delle località carniche in cui si consumarono tante cruente
battaglie della Grande Guerra, ha reso ancora più vicini a noi,
nonostante sia passato un secolo, quei soldati che pagarono con
la vita il loro no a un ordine suicida sul monte Cellon. È stato
facile, per le tante persone presenti alla proiezione, rivedere
in loro il volto di figli, fratelli e nipoti. In particolare per
i parenti degli alpini che erano in sala.
"Come Regione abbiamo voluto riannodare un filo che si era
spezzato - ha detto Piero Mauro Zanin, il presidente del
Consiglio regionale che ha voluto con forza la legge che
restituisce l'onore agli alpini - perché la giustizia, al di là
delle sovrastrutture istituzionali, è un valore insito nell'uomo:
l'uomo nasce libero e dentro di lui vive il senso di giustizia. E
proprio questo senso di giustizia atavico ha tenuto in vita il
ricordo di questi alpini, come un ruscello che bagna una terra
difficile. E' stato il popolo a conservare questo ricordo, non
solo le famiglie degli alpini ma tutta la comunità ha custodito
quelle vicende. Fin dall'inizio la popolazione di Cercivento ha
capito che si stava compiendo una profonda ingiustizia".
Zanin non ha mancato di sottolineare il silenzio delle
istituzioni nazionali: "Quando ne abbiamo parlato a livello
parlamentare tutti ci davano ragione ma poi, nel momento in cui
le parole dovevano trasformarsi in atti concreti, le cose si
fermavano. E così dalla proposta di una legge nazionale si è
passati a un ordine del giorno, che come diceva Andreotti non si
nega a nessuno. Ma questo - ha proseguito Zanin - voleva dire
giustiziare quegli alpini per la seconda volta".
È stato allora il Consiglio regionale a prendere l'iniziativa,
"giocando la nostra autonomia - ha ricordato il presidente - su
una questione di principio. E riparando quel che si era rotto tra
il popolo e le istituzioni. Per me, personalmente, queste
giornate hanno il senso della restituzione. E così possiamo dire
che alla fine la battaglia l'hanno vinta loro, i quattro alpini
di Cercivento".
A presentare la serata è stato il consigliere regionale Luca
Boschetti, già sindaco di Cercivento. Presente in sala anche il
suo predecessore, Edimiro Della Pietra, che vent'anni fa volle il
cippo in onore dei quattro fucilati. Il Comune di Paluzza era
rappresentato dal vicesindaco Luca Scrignaro. In sala anche l'ex
sottosegretario Franco Corleone e Massimo Brianese, presidente
della Società della ragione, impegnati da tempo sulla vicenda di
Cercivento.
"Cercivento, una storia che va raccontata" è un film-documentario
realizzato dalle Produzioni televisive dell'Ufficio stampa e
comunicazione della Regione Fvg, in collaborazione con il Comune
di Cercivento che per molti anni si è battuto per riportare alla
luce il tragico episodio di guerra e restituire l'onore ai
quattro alpini. La regia del docu-film è di Giorgio Gregorio, la
sceneggiatura del giornalista triestino Luciano Santin.
ACON/FA