Ripartenza: Callari al Tavolo, tempi troppo lunghi per fare impresa
(ACON) Trieste, 23 lug - In Friuli Venezia Giulia ci vogliono
in media 227 giorni per aprire un capannone, un dato che ci pone
al 118. posto su 190 regioni d'Europa, anche se a livello
nazionale siamo tra i territori più virtuosi. Del resto l'Italia,
ottava potenza economica mondiale, è solo cinquantottesima nella
classifica relativa alla capacità di fare impresa.
Sono impietose le statistiche che l'assessore regionale
Sebastiano Callari ha fornito questo pomeriggio nel corso dei
lavori del Tavolo per la terza ripartenza, riunito dal presidente
dell'Assemblea Fvg, Piero Mauro Zanin, per le audizioni delle
categorie economiche sul tema delle riforme e della qualità delle
leggi. Tutti gli interlocutori hanno invocato la semplificazione,
ma Callari ha preso il tema di petto: "Dobbiamo rendere più
facile fare impresa snellendo i controlli preventivi: chi investe
non deve avere sempre paura che qualcuno bussi alla porta".
Parole particolarmente apprezzate da Graziano Tilatti, presidente
di Confartigianato imprese: "Dobbiamo ripartire da un principio
costituzionale: fino a prova contraria nessuno è colpevole. A me
invece è successo che per restaurare un borgo, opera condivisa da
tutti, ci siano voluti dieci anni di "carte" e solo due di
lavori". Tilatti ha ricordato i tempi del post-terremoto, "quando
prevaleva la cultura del fare e bastava il visto del Comitato
regionale di controllo per operare", osservando che il Codice
degli appalti "non ha nemmeno risolto i problemi per i quali era
stato creato".
I portatori di interesse hanno fornito numerosi spunti al Tavolo
e ai consiglieri della V Commissione, in vista della risoluzione
sul "legiferare meglio" che - come ha spiegato Zanin - verrà
elaborata e discussa in aula a settembre. Sergio Vello, parlando
a nome di Confagricoltura, ha ad esempio criticato le norme
omnibus ("Ci creano difficoltà perché rischia sempre di sfuggire
qualcosa, è uno strumento che andrebbe limitato") e chiesto che
si faccia, a una certa distanza di tempo dal varo, "una
valutazione costi-benefici sulle tante, forse troppe leggi".
Alberto Marchiori (Confcommercio Imprese), pur apprezzando i
documenti della Regione su Pnrr e politiche comunitarie, ha
parlato di "risultati ancora non significativi nella lotta alla
burocrazia: vanno snellite le procedure per l'accesso ai bandi,
perché se durano due anni si rischia che nel frattempo fallisca
l'impresa".
Il vicepresidente di Legacoop, Paolo Felice, parlando anche a
nome di Confcooperative, ha proposto che "le valutazioni di
impatto territoriale riguardino non solo le scelte dei privati ma
anche le strategie politiche: ogni ddl dovrebbe avere una
valutazione, anche riguardo ai costi occulti che potrebbe
generare". Felice ha apprezzato lo spazio dato al tema dello
sviluppo sostenibile nel documento preparatorio realizzato dagli
uffici regionali. Ha parlato di sviluppo sostenibile e di
recupero delle aree dismesse anche Federdistribuzione, per voce
di Francesco Cantù, mentre Michele Filippi di Confapi Fvg ha
invocato "norme semplici sull'inserimento lavorativo nelle
imprese".
Sempre a proposito di semplificazione, Loredana Lombardo (Fvg
Strade) ha sollecitato l'unificazione delle banche dati che era
stata promessa dall'Anac ma non è ancora stata attuata:
"Consentirebbe più rapidi controlli, anche in tema di antimafia".
Richieste e osservazioni degli stakeholders hanno alimentato il
dibattito tra i consiglieri. Mauro Di Bert, capogruppo di
Progetto Fvg/Ar, ha lodato l'intervento di Tilatti e proposto
concretamente "di dare più peso alle dichiarazioni sostitutive,
per accelerare l'avvio di iniziative", a patto di prevedere
"conseguenze penali e anche l'espulsione dagli albi professionali
per chi dovesse dichiarare il falso".
"Il problema è il controllo - gli ha risposto Cristian Sergo,
capogruppo M5S - : se ci limitiamo a un test a campione del 2 per
cento il rischio è che qualcuno rimanga impunito". "È vero che il
codice degli appalti è complicato - ha osservato invece Furio
Honsell (Open) replicando indirettamente a Tilatti - ma la
questione di base è culturale: troppo spesso, una volta finita la
gara, arrivano le riserve e i ricorsi e si aprono contenziosi
nelle aule di Tribunale, su iniziativa di operatori economici".
Giuseppe Nicoli, capogruppo di Forza Italia, ha a sua volta
spostato il tiro sull'esigenza "di una nuova pianificazione
urbanistica in regione, in cui la parola d'ordine dev'essere la
flessibilità, per agevolare il comparto produttivo".
Diego Bernardis (Lega), presidente della V Commissione, si è
preso nota degli spunti relativi a banche dati, sviluppo
sostenibile, procedura dei bandi e lentezza dei progetti
pubblici: "Ne terremo conto nella nostra risoluzione".
Nel tirare le conclusioni della giornata di audizioni, Zanin ha
annunciato che "a settembre saranno invitati al Tavolo i soggetti
che applicano le norme, a cominciare dai professionisti, per
ricevere ulteriori spunti in vista della nostra risoluzione, che
diventerà il terzo atto concreto del gruppo di lavoro dopo i
documenti su Pnrr e programmazione europea".
Il presidente dell'Aula ritiene "fondamentale creare una rete
stabile di interlocutori, da coinvolgere preliminarmente sulle
leggi che abbiano ricadute nei rispettivi settori". E ha
annunciato l'intenzione di mettere mano anche al regolamento del
Consiglio, sempre al fine di migliorare la qualità normativa: "Se
ad esempio - ha concluso Zanin - noi stabilissimo che gli
emendamenti devono essere presentati qualche giorno prima delle
sedute d'Aula, gli uffici lavorerebbero meglio. L'importante è
non avere la smania del tempo, perché poi se una legge viene
costruita male si rischia di doverla modificare più volte,
vanificandone l'efficacia".
ACON/FA-fc