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Ripartenza: Callari al Tavolo, tempi troppo lunghi per fare impresa

23.07.2021
17:37
(ACON) Trieste, 23 lug - In Friuli Venezia Giulia ci vogliono in media 227 giorni per aprire un capannone, un dato che ci pone al 118. posto su 190 regioni d'Europa, anche se a livello nazionale siamo tra i territori più virtuosi. Del resto l'Italia, ottava potenza economica mondiale, è solo cinquantottesima nella classifica relativa alla capacità di fare impresa.

Sono impietose le statistiche che l'assessore regionale Sebastiano Callari ha fornito questo pomeriggio nel corso dei lavori del Tavolo per la terza ripartenza, riunito dal presidente dell'Assemblea Fvg, Piero Mauro Zanin, per le audizioni delle categorie economiche sul tema delle riforme e della qualità delle leggi. Tutti gli interlocutori hanno invocato la semplificazione, ma Callari ha preso il tema di petto: "Dobbiamo rendere più facile fare impresa snellendo i controlli preventivi: chi investe non deve avere sempre paura che qualcuno bussi alla porta".

Parole particolarmente apprezzate da Graziano Tilatti, presidente di Confartigianato imprese: "Dobbiamo ripartire da un principio costituzionale: fino a prova contraria nessuno è colpevole. A me invece è successo che per restaurare un borgo, opera condivisa da tutti, ci siano voluti dieci anni di "carte" e solo due di lavori". Tilatti ha ricordato i tempi del post-terremoto, "quando prevaleva la cultura del fare e bastava il visto del Comitato regionale di controllo per operare", osservando che il Codice degli appalti "non ha nemmeno risolto i problemi per i quali era stato creato".

I portatori di interesse hanno fornito numerosi spunti al Tavolo e ai consiglieri della V Commissione, in vista della risoluzione sul "legiferare meglio" che - come ha spiegato Zanin - verrà elaborata e discussa in aula a settembre. Sergio Vello, parlando a nome di Confagricoltura, ha ad esempio criticato le norme omnibus ("Ci creano difficoltà perché rischia sempre di sfuggire qualcosa, è uno strumento che andrebbe limitato") e chiesto che si faccia, a una certa distanza di tempo dal varo, "una valutazione costi-benefici sulle tante, forse troppe leggi". Alberto Marchiori (Confcommercio Imprese), pur apprezzando i documenti della Regione su Pnrr e politiche comunitarie, ha parlato di "risultati ancora non significativi nella lotta alla burocrazia: vanno snellite le procedure per l'accesso ai bandi, perché se durano due anni si rischia che nel frattempo fallisca l'impresa". Il vicepresidente di Legacoop, Paolo Felice, parlando anche a nome di Confcooperative, ha proposto che "le valutazioni di impatto territoriale riguardino non solo le scelte dei privati ma anche le strategie politiche: ogni ddl dovrebbe avere una valutazione, anche riguardo ai costi occulti che potrebbe generare". Felice ha apprezzato lo spazio dato al tema dello sviluppo sostenibile nel documento preparatorio realizzato dagli uffici regionali. Ha parlato di sviluppo sostenibile e di recupero delle aree dismesse anche Federdistribuzione, per voce di Francesco Cantù, mentre Michele Filippi di Confapi Fvg ha invocato "norme semplici sull'inserimento lavorativo nelle imprese". Sempre a proposito di semplificazione, Loredana Lombardo (Fvg Strade) ha sollecitato l'unificazione delle banche dati che era stata promessa dall'Anac ma non è ancora stata attuata: "Consentirebbe più rapidi controlli, anche in tema di antimafia".

Richieste e osservazioni degli stakeholders hanno alimentato il dibattito tra i consiglieri. Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg/Ar, ha lodato l'intervento di Tilatti e proposto concretamente "di dare più peso alle dichiarazioni sostitutive, per accelerare l'avvio di iniziative", a patto di prevedere "conseguenze penali e anche l'espulsione dagli albi professionali per chi dovesse dichiarare il falso". "Il problema è il controllo - gli ha risposto Cristian Sergo, capogruppo M5S - : se ci limitiamo a un test a campione del 2 per cento il rischio è che qualcuno rimanga impunito". "È vero che il codice degli appalti è complicato - ha osservato invece Furio Honsell (Open) replicando indirettamente a Tilatti - ma la questione di base è culturale: troppo spesso, una volta finita la gara, arrivano le riserve e i ricorsi e si aprono contenziosi nelle aule di Tribunale, su iniziativa di operatori economici". Giuseppe Nicoli, capogruppo di Forza Italia, ha a sua volta spostato il tiro sull'esigenza "di una nuova pianificazione urbanistica in regione, in cui la parola d'ordine dev'essere la flessibilità, per agevolare il comparto produttivo".

Diego Bernardis (Lega), presidente della V Commissione, si è preso nota degli spunti relativi a banche dati, sviluppo sostenibile, procedura dei bandi e lentezza dei progetti pubblici: "Ne terremo conto nella nostra risoluzione".

Nel tirare le conclusioni della giornata di audizioni, Zanin ha annunciato che "a settembre saranno invitati al Tavolo i soggetti che applicano le norme, a cominciare dai professionisti, per ricevere ulteriori spunti in vista della nostra risoluzione, che diventerà il terzo atto concreto del gruppo di lavoro dopo i documenti su Pnrr e programmazione europea".

Il presidente dell'Aula ritiene "fondamentale creare una rete stabile di interlocutori, da coinvolgere preliminarmente sulle leggi che abbiano ricadute nei rispettivi settori". E ha annunciato l'intenzione di mettere mano anche al regolamento del Consiglio, sempre al fine di migliorare la qualità normativa: "Se ad esempio - ha concluso Zanin - noi stabilissimo che gli emendamenti devono essere presentati qualche giorno prima delle sedute d'Aula, gli uffici lavorerebbero meglio. L'importante è non avere la smania del tempo, perché poi se una legge viene costruita male si rischia di doverla modificare più volte, vanificandone l'efficacia". ACON/FA-fc



Il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, durante le audizioni
L'assessore regionale Sebastiano Callari al Tavolo per la terza ripartenza
Cristian Sergo, capogruppo del M5S
Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg/Ar