Contrasto violenza: pdl Piccin passa a maggioranza, no da Opposizioni
(ACON) Trieste, 26 lug - L'approvazione di sette emendamenti
presentati dai consiglieri di opposizione non basta per
ricompattare l'Aula. E così il nuovo testo unico degli interventi
per la tutela delle donne vittime di violenza - al quale è stata
aggiunta la dizione "per il contrasto e la prevenzione di atti
violenti e discriminatori" - viene approvato dalla sola
Maggioranza, con il voto contrario di Pd, M5S, Cittadini, Patto
per l'Autonomia e Open Sinistra Fvg. Astenuto il consigliere
Walter Zalukar del Gruppo misto.
Nelle dichiarazioni di voto, Ilaria Dal Zovo (M5S) si è detta
convinta che "molti soggetti resteranno fuori dalla tutela
prevista dalla legge" mentre Furio Honsell (Open) ha parlato di
"bullismo ideologico". Mariagrazia Santoro (Pd) ritiene che la
legge non valorizzi e non consideri in modo adeguato i centri
antiviolenza. "Il testo ha troppi chiaroscuri, e gli emendamenti
della Lega lo hanno stravolto", secondo Simona Liguori dei
Cittadini.
Mara Piccin (Forza Italia), prima firmataria della pdl 127, ha
invece riassunto a nome di tutta la maggioranza le ragioni del sì
alla nuova norma: "Non è stata un'occasione persa, anzi. L'unico
rammarico è che non ci sia stato un sano confronto, al di là di
strumentalizzazioni e ideologie".
L'esame dell'articolato ha seguito il binario della discussione
generale, e i tentativi dei gruppi di minoranza di reintrodurre
il concetto di "identità di genere" - l'elemento di dissidio
politicamente più rilevante - sono stati puntualmente respinti
dal Centrodestra.
La Maggioranza ha invece dato l'ok a una riformulazione
dell'articolo 1 sollecitata da M5S e Mariagrazia Santoro (Pd),
relativa ai fini del sostegno alle donne vittime di violenza, e a
una correzione dell'articolo 3 - con gli stessi proponenti - che
aggiunge come forme specifiche di violenza nei confronti delle
donne "anche la tratta e la riduzione in schiavitù, i matrimoni
forzati e le mutazioni genitali femminili". Ok anche a una
correzione proposta dai Cittadini sull'articolo 4, che introduce
la possibilità di collaborazione con l'Ordine dei giornalisti per
le campagne di informazione e sull'uso consapevole del
linguaggio, e alla richiesta di Furio Honsell (Open) di
comprendere anche i mediatori culturali negli interventi
regionali sulla formazione.
Il via libera a un emendamento proposto da M5S e Santoro
sull'articolo 6 allarga il campo del sostegno della Regione a
favore di donne vittime di violenza, includendo anche forme di
accompagnamento al lavoro e di formazione professionale. Accolta
anche la richiesta (Dal Zovo-Santoro) di specificare che il
sostegno pubblico è rivolto ai figli vittime di "tutti i crimini
domestici" e non solo dei femminicidi, per evitare di
discriminare involontariamente qualcuno. Introdotta pure, sempre
su iniziativa del M5S, la garanzia dell'anonimato nell'ambito
degli interventi promossi dalla Regione a favore delle persone
vittime di violenza.
Maggioranza ovviamente compatta anche nell'approvare i 12
emendamenti presentati dagli esponenti dei suoi gruppi. Oltre ad
alcune variazioni terminologiche, viene introdotto in alcuni
articoli il riferimento esplicito al terzo settore ed esteso il
campo dei soggetti beneficiari di interventi formativi (che
comprende mediatori linguistici, operatori giudiziari e forze
dell'ordine).
Su iniziativa del gruppo di Forza Italia (Piccin, Giuseppe Nicoli
e Franco Mattiussi) a cui si sono aggiunti i consiglieri Ivo
Moras (Lega) ed Edy Morandini (Progetto Fvg) è stato inoltre
soppresso l'articolo 24 che prevedeva contributi annuali ai
Comuni sopra i 30mila abitanti per iniziative attinenti agli
obiettivi della legge, ed è stata introdotta la clausola
valutativa della norma. Stabilita pure l'abrogazione della legge
precedente, la 17 del 2000.
È stato infine chiesto lo stralcio di due proposte dei gruppi di
Opposizione: la prima, avanzata da Santoro, prevedeva
l'istituzione di un reddito di libertà per le donne vittime di
violenza domestica. "Sottolineo l'importanza dell'indipendenza
economica, che significa libertà di scelta", ha detto la
consigliera Pd. "Ma tutto si svolge attraverso l'Inps e c'è il
pericolo di una sovrapposizione tra i due enti", le ha risposto
Piccin, chiedendo il rinvio della proposta in vista di una
possibile successiva riformulazione.
Stralciato, in vista di una successiva valutazione in
commissione, anche l'emendamento M5S-Santoro sul "contrasto alla
diffusione di stereotipi e pregiudizi discriminatori riferiti
all'immagine femminile".
ACON/FA-fc