Caso Picco: 108 firme per legge Bacchelli, Zanin scrive a Draghi
(ACON) Trieste, 4 ago - Da "uomo senza fucile" - come si definì
nella sua autobiografia di vent'anni fa - Giandomenico Picco da
Flaibano vinse la guerra degli ostaggi in Libano. Ma ora si trova
disarmato di fronte all'Alzheimer, chiuso in una clinica
americana che non è più in grado di pagare.
E le parti si ribaltano: a cercare di liberarlo, riportandolo
nella sua terra d'origine, sono le tante persone che l'hanno
apprezzato. A cominciare dai 47 sindaci, dai 22 consiglieri
regionali, dai 7 parlamentari, dai 7 rappresentanti di enti e
categorie e dai 25 cittadini che hanno firmato con convinzione
l'appello al premier Draghi per concedere all'ex diplomatico,
oggi 72enne, i benefici economici della legge Bacchelli.
È stato il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin,
a guidare il fronte degli amministratori. Ed è sempre lui a
firmare la lettera che riassume al presidente del Consiglio dei
ministri l'esito della sottoscrizione, terminata il 31 luglio con
quelle 108 firme, e l'urgenza di trovare una soluzione.
Dopo aver ricordato che "Gianni" Picco - il negoziatore dell'Onu
che per la sua opera di mediazione ricevette medaglie dal
segretario generale Kofi Annan, da George Bush senior, dalla
regina Elisabetta e dal presidente Scalfaro - soffre da tre anni
del morbo di Alzheimer e si trova da più di un anno ricoverato in
una casa di cura "la cui retta non è compatibile con le sue
attuali condizioni economiche", Zanin illustra a Draghi
l'iniziativa partita dal Friuli, terra di origine
dell'ambasciatore. "Ho sentito l'obbligo morale - scrive il
presidente dell'Aula - di farmi parte attiva affinché uno dei
nostri figli illustri possa trascorrere serenamente l'ultimo
periodo della sua vita nella sua terra natale".
L'iniziativa prende spunto dalla raccolta fondi avviata dalla
giornalista Usa Sulome Anderson, figlia di Terry Anderson, uno
dei tanti ostaggi catturati in Libano nella lunga crisi di fine
anni Ottanta, e liberati grazie alla mediazione di Picco con gli
Hezbollah sciiti. Questa e altre imprese diplomatiche vengono
ricordate nel testo dell'appello fatto circolare in Friuli
Venezia Giulia, che fa cenno anche alla mediazione di Picco in
occasione dei conflitti nei Balcani e in Afghanistan.
Sono 47, come si diceva, i sindaci che hanno sottoscritto
l'appello, e 22 i consiglieri regionali. È arrivata anche
l'adesione di 7 parlamentari (Guido Germano Pettarin, Renzo
Tondo, Tatjana Rojc, Debora Serracchiani, Laura Stabile, Roberto
Novelli e Daniele Moschioni) e di 7 stakeholders: Gabriele Pazzi
dell'Ires Fvg, Philip Thurn Valsassina di Confagricoltura, Renato
Pujatti di Pordenone Fiere, Luca Occhialini di BancaTer, Zeno
D'Agostino dell'Autorità di sistema portuale, Ilias Stragalas
della Comunità greca di Udine e la Federazione delle Bcc.
"La risposta della comunità regionale - osserva ancora Zanin - è
davvero incoraggiante perché dimostra che friulani e giuliani non
dimenticano chi ha fatto del bene e si è distinto nel mondo,
tenendo alto il nome della nostra regione. Mi piace in
particolare sottolineare l'aspetto della compassione, del
prendersi cura di chi vive un momento di estrema difficoltà, come
l'ambasciatore Picco oggi".
ACON/FA