Battaglia Povoletto: Cr Fvg, fare memoria obbligo morale Istituzioni
(ACON) Povoletto (Ud), 5 set - Fare memoria costituisce un
obbligo morale per le Istituzioni. Esiste, infatti, un'etica
della responsabilità in chi, democraticamente eletto, rappresenta
la comunità. Questo è il frutto di una democrazia che risiede
anche sul sacrificio di persone che hanno generosamente
consentito al nostro Paese, alla nostra Regione e alle nostre
genti di essere definitivamente libere, assumendo fino in fondo
il senso della propria vita, delle proprie famiglie e della
propria comunità.
Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia, rappresentando l'intera Assemblea
legislativa davanti al monumento ai Caduti di largo monsignor
Cicuttini a Povoletto (Udine) in occasione della cerimonia per
ricordare il 77° anniversario della battaglia di Povoletto.
Si tratta di un obbligo morale, ha aggiunto il presidente facendo
riferimento ai fatti svoltisi il 5 settembre 1944, perché anche
su quel sacrificio le Istituzioni hanno costruito questa
democrazia e il senso della convivenza sociale per essere, dal
cittadino fino al presidente della Repubblica, custodi gelosi e
attenti di quanto avviene all'interno del Paese.
Le cerimonia, aperta dalla deposizione di una corona d'alloro ai
piedi del monumento ai Caduti, ha visto la partecipazione dei
vertici regionali e provinciali dell'Associazione nazionale
Partigiani d'Italia (Anpi), dei primi cittadini di Povoletto e
Faedis, nonché di un rappresentante della Giunta comunale di
Udine (l'assessore alla Pianificazione territoriale e Progetti
europei).
A Dino Spanghero, presidente dell'Anpi provinciale, il compito di
introdurre l'appuntamento, auspicando che "ogni comunità e luogo
abbiano sentore e orgoglio delle loro origini, della propria
storia e degli avvenimenti che ne hanno caratterizzato l'attuale
consistenza civile". Il primo cittadino di Povoletto ha invece
ricordato la necessità di "portare avanti un messaggio di pace e
libertà, lavorando all'interno delle scuole e coinvolgendo
soprattutto i giovani".
Lo storico Flavio Fabbroni, prendendo la parola quale esperto
dell'Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione
(Ifsml), ha ricordato nel dettaglio i drammatici eventi del
settembre 1944, ma anche la successiva e sanguinosa rappresaglia,
sottolineando "l'abilità dei partigiani osovani e garibaldini che
puntavano ad allargare i confini della Zona libera del Friuli
Orientale. La battaglia si concluse in poche ore con la conquista
del Municipio, ultimo baluardo nazifascista. 3 i caduti e una
ventina di feriti per le truppe partigiane; 28, invece, i nemici
uccisi con 193 prigionieri".
Non è possibile storicizzare la violenza, ha evidenziato ancora
il presidente del Cr Fvg, poiché è insita nell'animo umano. Quale
esempio del concetto, ha ricordato una favola di origine
nativo-americana che coinvolge un bimbo e un stregone. La natura
umana, questa la sua morale, si caratterizza per la presenza di
due lupi: uno buono e uno cattivo, metafore di bontà e violenza.
Alla fine, il saggio ricorda che prevale sempre il lupo che
l'uomo decide di nutrire.
Un'iniziativa come quella odierna, così si è concluso
l'intervento del rappresentante legislativo, spinge il lupo buono
che è dentro ogni uomo a operare per costruire una comunità
migliore. Proprio qui, 77 anni or sono, alcune persone si sono
messe in gioco fino al massimo sacrificio per nutrire il lupo
buono. Una scelta che relativizza il bene comune rispetto a
quello personale, altro grande valore che questi appuntamenti ci
ricordano.
ACON/DB