Patria Friuli: presidenza Cr, continuare battaglia su friulano in Rai
(ACON) Udine, 12 set - Una storia da conoscere e insegnare,
sulle orme di pre Checo Placereani. Un territorio da difendere e
a cui dare un nuovo riferimento istituzionale dopo la
cancellazione delle Province. Un'identità culturale da
trasmettere, nelle aule dell'Università ma anche a teatro. Una
bandiera da esporre nelle piazze e non solo nelle sedi
istituzionali. E infine una lingua da tutelare continuando la
battaglia per il telegiornale in friulano, dopo aver ottenuto
dalla Rai le prime 30 ore di programmazione televisiva.
Sono questi i cinque aspetti della Patria, o meglio della Patrie
dal Friul, che il presidente del Consiglio regionale ha voluto
sottolineare oggi nel suo intervento in piazza Libertà a Udine,
dove si è conclusa l'edizione 2021 dell'evento annuale, spostato
a settembre - e inserito nell'ambito di un'altra grande festa,
quella di Friuli Doc - a causa delle limitazioni-Covid ancora in
vigore lo scorso 3 aprile, data di nascita dello Stato
Patriarcale.
Parlando in lingua friulana, il massimo rappresentante
dell'Assemblea legislativa regionale ha ragguagliato i tanti
rappresentanti istituzionali presenti - dal sindaco di Udine al
presidente dell'Agenzia regionale per la lingua friulana (Arlef),
dal rettore dell'Università del Friuli al presidente dell'Istitut
Ladin Furlan, dal presidente dell'Aclif a numerosi sindaci e
consiglieri regionali - sulla battaglia per maggiori spazi in
marilenghe nella televisione pubblica, sulla falsariga di quel
che sta facendo da qualche mese un'emittente privata.
Il presidente ha ricordato ancora una volta la disparità degli
spazi assegnati ad altre minoranze linguistiche - come quella
ladina che può contare su centinaia di ore/anno di trasmissioni
tv nonostante sia numericamente molto meno consistente rispetto
al Friuli - e ha annunciato di aver chiesto al Corecom di
riconvocare i rappresentanti di Rai e dipartimento della
Presidenza del Consiglio dei ministri in vista del rinnovo della
Convenzione, in scadenza il 30 ottobre.
L'obiettivo è quello di incrementare le prime 30 ore-anno di
programmi in friulano che sono il risultato della battaglia
condotta dalla Regione, in perfetta identità di vedute - ha
sottolineato ancora il presidente - tra Consiglio e Giunta.
Il presidente ha poi voluto ringraziare il sindaco di Udine per
la scelta di issare la bandiera friulana sul Castello della città
capoluogo, sottolineando la necessità di lavorare affinché il
Friuli sia rappresentato e riconoscibile anche a livello
istituzionale. Anche l'Università, che è di tutto il Friuli come
ha ricordato dal palco il rettore Roberto Pinton, ha un ruolo
importante nella promozione della cultura della Patrie. È
arrivato poi un invito agli amministratori a esporre la bandiera
del Friuli anche al di fuori dei palazzi istituzionali, con un
senso di orgoglio per un territorio che deve tornare a essere la
locomotiva della regione.
Alla cerimonia conclusiva della Fieste è intervenuto anche
l'assessore regionale alle Finanze, che ha invitato con forza le
famiglie a riappropriarsi della lingua friulana, insegnandola ai
bambini, mentre il sindaco di Udine ha chiesto ai friulani di non
omologarsi e di esprimere con fierezza la loro identità.
Il presidente dell'Istitut Ladin Furlan ha ricordato la prima
Festa della Patria, nel 1977, e il presidente dell'Arlef ha
ricordato come queste battaglie camminino sulle gambe di sindaci,
amministratori, volontari di associazioni e insegnanti. Per far
conoscere a tutti una storia importante, come dimostra la
bandiera del 1334 esposta in questi giorni al Museo del Duomo di
Udine, uno dei vessilli più antichi d'Europa.
ACON/FA