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Patria Friuli: presidenza Cr, continuare battaglia su friulano in Rai

12.09.2021
16:16
(ACON) Udine, 12 set - Una storia da conoscere e insegnare, sulle orme di pre Checo Placereani. Un territorio da difendere e a cui dare un nuovo riferimento istituzionale dopo la cancellazione delle Province. Un'identità culturale da trasmettere, nelle aule dell'Università ma anche a teatro. Una bandiera da esporre nelle piazze e non solo nelle sedi istituzionali. E infine una lingua da tutelare continuando la battaglia per il telegiornale in friulano, dopo aver ottenuto dalla Rai le prime 30 ore di programmazione televisiva. Sono questi i cinque aspetti della Patria, o meglio della Patrie dal Friul, che il presidente del Consiglio regionale ha voluto sottolineare oggi nel suo intervento in piazza Libertà a Udine, dove si è conclusa l'edizione 2021 dell'evento annuale, spostato a settembre - e inserito nell'ambito di un'altra grande festa, quella di Friuli Doc - a causa delle limitazioni-Covid ancora in vigore lo scorso 3 aprile, data di nascita dello Stato Patriarcale.

Parlando in lingua friulana, il massimo rappresentante dell'Assemblea legislativa regionale ha ragguagliato i tanti rappresentanti istituzionali presenti - dal sindaco di Udine al presidente dell'Agenzia regionale per la lingua friulana (Arlef), dal rettore dell'Università del Friuli al presidente dell'Istitut Ladin Furlan, dal presidente dell'Aclif a numerosi sindaci e consiglieri regionali - sulla battaglia per maggiori spazi in marilenghe nella televisione pubblica, sulla falsariga di quel che sta facendo da qualche mese un'emittente privata. Il presidente ha ricordato ancora una volta la disparità degli spazi assegnati ad altre minoranze linguistiche - come quella ladina che può contare su centinaia di ore/anno di trasmissioni tv nonostante sia numericamente molto meno consistente rispetto al Friuli - e ha annunciato di aver chiesto al Corecom di riconvocare i rappresentanti di Rai e dipartimento della Presidenza del Consiglio dei ministri in vista del rinnovo della Convenzione, in scadenza il 30 ottobre.

L'obiettivo è quello di incrementare le prime 30 ore-anno di programmi in friulano che sono il risultato della battaglia condotta dalla Regione, in perfetta identità di vedute - ha sottolineato ancora il presidente - tra Consiglio e Giunta.

Il presidente ha poi voluto ringraziare il sindaco di Udine per la scelta di issare la bandiera friulana sul Castello della città capoluogo, sottolineando la necessità di lavorare affinché il Friuli sia rappresentato e riconoscibile anche a livello istituzionale. Anche l'Università, che è di tutto il Friuli come ha ricordato dal palco il rettore Roberto Pinton, ha un ruolo importante nella promozione della cultura della Patrie. È arrivato poi un invito agli amministratori a esporre la bandiera del Friuli anche al di fuori dei palazzi istituzionali, con un senso di orgoglio per un territorio che deve tornare a essere la locomotiva della regione.

Alla cerimonia conclusiva della Fieste è intervenuto anche l'assessore regionale alle Finanze, che ha invitato con forza le famiglie a riappropriarsi della lingua friulana, insegnandola ai bambini, mentre il sindaco di Udine ha chiesto ai friulani di non omologarsi e di esprimere con fierezza la loro identità.

Il presidente dell'Istitut Ladin Furlan ha ricordato la prima Festa della Patria, nel 1977, e il presidente dell'Arlef ha ricordato come queste battaglie camminino sulle gambe di sindaci, amministratori, volontari di associazioni e insegnanti. Per far conoscere a tutti una storia importante, come dimostra la bandiera del 1334 esposta in questi giorni al Museo del Duomo di Udine, uno dei vessilli più antichi d'Europa. ACON/FA



Il palco della Festa della Patria del Friuli, oggi a Udine
Un banchetto che espone libri su cultura e lingua friulana