Folclore: presidenza Cr, siete le nostre radici friulane e cristiane
(ACON) Pasian di Prato, 26 set - L'occasione è duplice: i 55
anni di fondazione del gruppo folcloristico Pasian di Prato e la
35^ edizione della rassegna itinerante del folclore, un evento
che dal 1986 riunisce a sé i gonfaloni di tutti i gruppi
folcloristici del Friuli Venezia Giulia.
Nel Comune alle porte di Udine, l'ultima domenica di settembre si
è così tinta dei costumi regionali e dei vessilli delle loro
associazioni, alcune pluricentenarie, per una cornice allegra e
colorata, fatta di scialli, veli e cappelli di feltro, scarpets
neri, gonnelloni e braghe alla zuava, calzettoni bianchi e
panciotti, disposta lungo il sagrato della chiesa di San Giacomo
Apostolo. Oltre ai canti e ai balli più tipici della tradizione
friulana, da La stajare a Ciribiribin e O ce biel cjscjel a Udin.
"È un segnale di ripartenza - ha detto il presidente
dell'associazione di promozione sociale quale è il gruppo
folcloristico di Pasian di Prato, Fausto Di Benedetto - che vede
la partecipazione di molti giovani. Perché siamo convinti che il
folclore non morirà mai. Infatti stiamo facendo un grande lavoro
di divulgazione delle nostre tradizioni nelle scuole, perché
crediamo nella capacità formativa dei nostri gruppi e nella
volontà di imparare dei bimbi e dei ragazzi. Quindi a noi dare
loro le nozioni di quali siano le loro radici, spiegare loro da
dove provengono".
Una comunità è come un albero: può cambiare le foglie, dove
queste sono le idee che mutano nel tempo, ma se perde le radici
muore. Questo il commento della presidenza del Consiglio
regionale nel portare più che il saluto, il grazie dell'Assemblea
legislativa. Un grazie, ha spiegato il presidente, che va al
lavoro che da decenni i gruppi folcloristici fanno per il futuro
e l'identità del Fvg.
In questi ultimi anni - ha rimarcato il padrone di casa del
Palazzo consiliare regionale - una falsa attenzione per il
prossimo ci sta facendo rinunciare alle nostre tradizioni per non
scontentarlo, fino ad arrivare che alla benedizione di una scuola
venga impedito di recitare il Padre nostro. E allora il grazie va
a voi che con il vostro folclore ci richiamate alle nostre
origini, alla nostra storia, friulana e cristiana, che non
significa escludere qualcuno ma includere, accogliere, chi sa
condividere.
"E non da meno è l'aspetto internazionale delle nostre attività -
ha aggiunto il presidente Di Benedetto - perché non solo
rappresentiamo le nostre tradizioni in Friuli e in Italia, ma lo
facciamo anche all'estero. E a nostra volta ospitiamo gruppi
stranieri che ci permettono, in tal modo, di far conoscere alla
'piciule Patrie' la storia di altri Paesi".
ACON/RCM