Trasporti: presidenza Cr Fvg, garantire mobilità che rispetti ambiente
(ACON) Gorizia, 30 set - Una regione penalizzata sia dal punto
di vista dei collegamenti ferroviari tra i suoi paesi sia con il
resto d'Italia e un sistema mobilità che non può pensare solo a
costare il meno possibile ma deve salvaguardare anche gli aspetti
ambientali, culturali e sociali. Il tutto in un momento in cui si
deve recuperare un senso di Europa che si è smarrito, perché
l'Unione europea è sempre stata vista come quel luogo dove si
prendono decisioni da imporre dall'alto e che, oltretutto, spesso
appaiono incomprensibili al comune cittadino.
Questi i concetti espressi a Gorizia, per l'evento organizzato
dall'Accademia europeista del Friuli Venezia Giulia in occasione
dell'anno europeo delle ferrovie, dal presidente del Consiglio
regionale anche nelle sue vesti di vicepresidente della
Commissione Civex (l'organo del Comitato europeo delle Regioni
che si interessa di cittadinanza, Governance, affari
costituzionali ed esterni) e di vicepresidente della Conferenza
delle Assemblee legislative delle Regioni europee, di cui
coordina il gruppo di lavoro che si occupa del tema del
legiferare meglio.
Perché in un momento di riforme necessarie e di ripresa
fondamentale è importante, ha evidenziato la presidenza
dell'Assemblea Fvg, valutare come legiferare e come scrivere tali
riforme. Si deve scegliere tra un'Europa fatta di rigore, di
banche e di tutela del mercato oppure un'Europa delle comunità e
delle identità locali che, oltretutto, già dialogano tra loro. In
ogni caso, l'Italia con le sue istituzioni deve sedere tra gli
attori protagonisti di questa trasformazione, non subirla
passivamente.
Al quesito in merito a più o meno ferrovia, la risposta è poi
stata affermativa, dettata dalla riflessione che sono i fatti di
cronaca quotidiani che evidenziano come viaggiare su gomma sia
molto più pericoloso del viaggiare su rotaia, non da ultimo
perché il sistema ferroviario italiano risulta essere tra i più
sicuri al mondo. Ma a livello regionale scontiamo un ritardo di
30 anni: allora come oggi ci vuole, ad esempio, lo stesso tempo
per percorrere la tratta Trieste-Venezia, per non parlare dei
disagi nei collegamenti tra i quattro ex capoluoghi di provincia.
Ci vuole un'assunzione di responsabilità a 360 gradi e pensare a
come risolvere i problemi che può dare un territorio difficile,
vedi far arrivare l'alta velocità a Trieste circondata dal Carso.
E sta proprio all'Europa trovare come risolvere questi intoppi,
con l'auspicio che lo faccia con, e non senza, l'ascolto delle
comunità locali.
Va inoltre garantita innanzitutto la sicurezza. Perché se l'asset
strategico delle ferrovie è di sviluppo e di visione, non può
essere gestito unicamente con i valori economici del maggior
risparmio. Il sistema della mobilità non è un bene personale o
delle aziende ma un bene comune della collettività, la quale deve
farsi carico di dare una risposta che sia sostenibile in senso
economico, culturale, sociale e ambientale.
ACON/RCM-fc