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Trasporti: presidenza Cr Fvg, garantire mobilità che rispetti ambiente

30.09.2021
13:18
(ACON) Gorizia, 30 set - Una regione penalizzata sia dal punto di vista dei collegamenti ferroviari tra i suoi paesi sia con il resto d'Italia e un sistema mobilità che non può pensare solo a costare il meno possibile ma deve salvaguardare anche gli aspetti ambientali, culturali e sociali. Il tutto in un momento in cui si deve recuperare un senso di Europa che si è smarrito, perché l'Unione europea è sempre stata vista come quel luogo dove si prendono decisioni da imporre dall'alto e che, oltretutto, spesso appaiono incomprensibili al comune cittadino. Questi i concetti espressi a Gorizia, per l'evento organizzato dall'Accademia europeista del Friuli Venezia Giulia in occasione dell'anno europeo delle ferrovie, dal presidente del Consiglio regionale anche nelle sue vesti di vicepresidente della Commissione Civex (l'organo del Comitato europeo delle Regioni che si interessa di cittadinanza, Governance, affari costituzionali ed esterni) e di vicepresidente della Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni europee, di cui coordina il gruppo di lavoro che si occupa del tema del legiferare meglio. Perché in un momento di riforme necessarie e di ripresa fondamentale è importante, ha evidenziato la presidenza dell'Assemblea Fvg, valutare come legiferare e come scrivere tali riforme. Si deve scegliere tra un'Europa fatta di rigore, di banche e di tutela del mercato oppure un'Europa delle comunità e delle identità locali che, oltretutto, già dialogano tra loro. In ogni caso, l'Italia con le sue istituzioni deve sedere tra gli attori protagonisti di questa trasformazione, non subirla passivamente. Al quesito in merito a più o meno ferrovia, la risposta è poi stata affermativa, dettata dalla riflessione che sono i fatti di cronaca quotidiani che evidenziano come viaggiare su gomma sia molto più pericoloso del viaggiare su rotaia, non da ultimo perché il sistema ferroviario italiano risulta essere tra i più sicuri al mondo. Ma a livello regionale scontiamo un ritardo di 30 anni: allora come oggi ci vuole, ad esempio, lo stesso tempo per percorrere la tratta Trieste-Venezia, per non parlare dei disagi nei collegamenti tra i quattro ex capoluoghi di provincia. Ci vuole un'assunzione di responsabilità a 360 gradi e pensare a come risolvere i problemi che può dare un territorio difficile, vedi far arrivare l'alta velocità a Trieste circondata dal Carso. E sta proprio all'Europa trovare come risolvere questi intoppi, con l'auspicio che lo faccia con, e non senza, l'ascolto delle comunità locali. Va inoltre garantita innanzitutto la sicurezza. Perché se l'asset strategico delle ferrovie è di sviluppo e di visione, non può essere gestito unicamente con i valori economici del maggior risparmio. Il sistema della mobilità non è un bene personale o delle aziende ma un bene comune della collettività, la quale deve farsi carico di dare una risposta che sia sostenibile in senso economico, culturale, sociale e ambientale. ACON/RCM-fc



L'intervento del presidente del Consiglio regionale all'evento di Gorizia organizzato dall'Accademia europeista del Friuli Venezia Giulia