Acque reflue: Sergo (M5S), Ue condanna Italia per mancato trattamento
(ACON) Trieste, 8 ott - "Un problema annoso, tuttora da
risolvere. Troppi i ritardi con cui si sono affrontati i temi
inerenti il trattamento delle acque reflue e delle fognature, in
Italia ed anche nella nostra Regione e che ha comportato accuse,
sentenze e relative condanne ed ingiunzioni di pagamento per i
ritardi con cui la nostra Regione ha adeguato o sta adeguando i
propri impianti di fognatura e di depurazione alle prescrizioni
della Direttiva 1991/271/CE che quest'anno compie trent'anni".
Lo afferma in una nota il capogruppo del Movimento 5 Stelle in
Consiglio regionale, Cristian Sergo, sottolineando come "non è
finita qua. Lo scorso 6 ottobre, invece del bigliettino d'auguri,
la Corte di Giustizia Europea ha notificato al Governo italiano
la sentenza della sesta sezione che ha stabilito l'inadempimento
dell'Italia all'adeguamento di quei sistemi che, dopo trent'anni,
svariati avvisi e termini per adempiere, ancora non risultavano
conformi alla normativa comunitaria - continua Sergo -. Il caso
riguarda anche il Friuli Venezia Giulia a cui sono stati
contestati, a vario titolo, ritardi nei lavori (alcuni ancora da
effettuare) sia per la mancata raccolta sia per la non completa
depurazione delle acque reflue. Gli agglomerati interessati nel
Friuli Venezia Giulia che avrebbero dovuto essere nel pieno della
loro efficienza nel luglio 2017 sono sei".
"Più in particolare, si tratta di quelli di San Daniele del
Friuli, di Trieste-Muggia e Sappada, per i quali l'Italia non è
riuscita ad adeguare i propri impianti nei tempi richiesti
dall'Europa, ma solo successivamente e comunque dopo circa 27
anni dall'entrata in vigore della Direttiva 271 - evidenzia il
capogruppo M5S -. Per quanto riguarda l'agglomerato di Rivignano,
per il quale veniva contestata l'assenza di reti fognarie che
consentissero di raccogliere e convogliare la totalità delle
acque reflue urbane ai fini del loro trattamento secondario o
equivalente, era stata la Direzione Centrale della Regione ad
indicare che il termine per il completamento dei lavori è il 31
dicembre 2021, quattro anni e mezzo dopo la scadenza impartita".
"Stessa sorte anche per i due agglomerati di Maniago e di Prata
di Pordenone, in quanto non rispettosi degli obblighi incombenti
in forza dell'articolo 10 della direttiva 91/271 avendo omesso di
provvedere affinché la progettazione, la costruzione, la gestione
e la manutenzione degli impianti di trattamento delle acque
reflue urbane fossero condotte in modo da garantire prestazioni
sufficienti nelle normali condizioni climatiche locali - spiega
Sergo -. Per questi due Comuni i lavori previsti dall'Accordo di
Programma sottoscritto tra il Ministero dell'Ambiente, l'Ausir e
la Regione Friuli Venezia Giulia il 5 luglio 2019, due anni dopo
la scadenza degli adempimenti, si concluderanno rispettivamente
il 31 dicembre 2021 e il 31 gennaio 2022".
"La sentenza richiamata deve, pertanto, fare riflettere sulla
capacità di spesa anche nella nostra Regione in vista degli
investimenti del Pnrr da realizzare e collaudare entro il 2026,
visto che non sono bastati 30 anni per sistemare alcune
situazioni. Lo stesso discorso vale anche e soprattutto per
situazioni che non sono mai state attenzionate dall'Ue, ma che
comunque necessitano di lavori di adeguamento fondamentali e
necessari: uno fra tutti è il caso del depuratore di Lignano
Sabbiadoro - conclude l'esponente pentastellato -. Almeno negli
agglomerati raggiunti dalle procedure di infrazione si sono
completati i lavori o stanno per esserlo".
ACON/COM/red