FRIULANO. V COMM: VIA LIBERA AL PIANO GENERALE DI POLITICA LINGUISTICA
(ACON) Trieste, 18 ott - La V Commissione permanente presieduta
da Diego Bernardis (Lega), riunita a Trieste nell'Aula
consiliare, ha espresso parere favorevole a maggioranza (con le
sole astensioni del pentastellato Mauro Capozzella e di Massimo
Morettuzzo del Patto per l'Autonomia) alla deliberazione della
Giunta regionale concernente il Piano generale di politica
linguistica per la lingua friulana 2021-25, proposto
dall'Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane - Agenzia regionale per
la lingua friulana (Arlef).
Introdotta dall'assessore regionale ad Autonomie locali e Lingue
minoritarie, Pierpaolo Roberti, l'illustrazione del Pgpl è stata
dettagliata con l'ausilio di una serie di slide dai vertici di
Arlef: il presidente Eros Cisilino e il direttore William
Cisilino. "Si tratta di uno strumento che va a definire i binari
della politica linguistica per il friulano - ha anticipato Eros
Cisilino - che richiede un'incisiva necessità di intervento, qui
sintetizzata e schematizzata sulle basi di un primo progetto
molto più corposo".
"Il nostro Comitato tecnico-scientifico - ha proseguito - si è
dato da fare per offrire a tutte le realtà interessate le linee
operative, grazie anche alle significative risposte fornite dalla
Regione Friuli Venezia Giulia, partendo dalla razionalizzazione
della spesa e dalle richieste comuni in aree specifiche con
puntuali monitoraggi. Se non si interviene, il rischio è che tra
30 o 50 anni - ha aggiunto - ci sia la metà dei parlanti
attuali, caratterizzati da un'età non riproduttiva e con la
trasmissione intergenerazionale, perciò, inficiata".
Particolare attenzione deve essere rivolta alla toponomastica e
soprattutto alla politica linguistica nelle scuole, ma anche tra
i singoli cittadini e nelle famiglie per comprendere, parlare e
conoscere sempre meglio il friulano. Il Piano costituisce dunque
un binario che indica la direzione e l'andamento delle attività
in una regione che vanta 173 Comuni di lingua friulana su 215
complessivi: 15 su 25 nel Goriziano, 36 su 50 nel Pordenonese e
122 su 134 nell'ex provincia di Ud (più altri 7 in provincia di
Venezia). I parlanti sono invece 610mila: il 47,6% di loro
capisce e parla regolarmente il friulano, il 19,9% solo
occasionalmente, il 26,4% lo capisce ma non lo parla e il 6,1%
non lo capisce e non lo parla. Le famiglie che ogni anno
richiedono lo studio del friulano a scuola sono 40mila.
Tra il 1977 e il 1997 si era verificata una perdita di parlanti
pari all'1,8% annuo che, tra il 1998 e il 2014, è scesa allo
0,6%, grazie anche all'approvazione di tre leggi regionali per
l'utilizzo delle lingue di minoranza nella Pubblica
amministrazione e nei rapporti tra la stessa e i cittadini, per
richiedere l'insegnamento a scuola e per le politiche a tutela e
garanzia di promozione. "L'obiettivo - ha spiegato William
Cisilino - è quello di mantenere o aumentare il numero dei
parlanti, azzerando il tasso di decrescita, perché un quarto di
loro sparirà con un tasso medio di decrescita annuale dello 0,66%.
In termini finanziari, gli investimenti della Regione dal 2015 al
2019 sono passati da 3 a 3,7 milioni di euro con lo Stato
assestato su cifre contenute (da 580 a 745mila euro) e l'Unione
europea, sui cui fondi è necessario lavorare, da 666 euro a
37mila. Tra il 2015 e il 2019 la Regione ha stanziato 16 milioni
e 600mila euro che diventeranno 22 milioni e 260mila euro entro
il 2025, garantendo un 34,4% in più (5 milioni e 700 mila euro).
L'assessore Roberti ha parlato di "un Piano molto più schematico
del precedente, scommessa importante che precisa anche le
indicazioni di spesa. Non vogliamo un libro dei sogni e, per
questo motivo, il tema è stato portato fino a ridosso
dell'Assestamento. Arlef è un ente strumentale della Regione e
procederà secondo questi dettami".
Prima del pronunciamento conclusivo da parte dei commissari
sull'approvazione preliminare della delibera giuntale legata al
Piano proposto da Arlef (e, nello specifico, all'articolo 25
della legge regionale 29/2007), i lavori sono proseguiti con una
serie di audizioni in modalità on line che hanno coinvolto alcuni
tra i principali portatori di interesse in materia.
Dall'Assemblea di Comunità linguistica friulana (Aclif) a Ufficio
scolastico regionale e Università degli Studi di Udine; da Teatro
stabile Friulano e Società filologica Friulana a Rai regionale,
Autovie Venete, Fvg Strade e Insiel (pronta un'interlocuzione con
Apple, Google e Microsoft, affinché la localizzazione possa
avvenire anche nei confronti del friulano); da Fondo audiovisivo
Fvg e Associazione culturale Istitût Ladin Furlan Pre Checo
Placerean a Società Scientifica e Tecnologica friulana (Sstef),
Associazione culturale Colonos e Radio Onde Furlane.
Gli intervenuti hanno plaudito ai contenuti del documento,
auspicando tra le varie opzioni l'introduzione di una figura di
riferimento all'interno dei Comuni e di premialità per
l'assunzione personale parlante e scrivente, nonché del
rafforzamento dell'insegnamento e della formazione dei docenti.
Commenti positivi anche da parte dei consiglieri che hanno
suggerito, proposta appoggiata anche dal presidente Bernardis,
periodici confronti in sede di Commissione per valutare gli
sviluppi concreti. Indicazioni sono state avanzate da Furio
Honsell (Open Sinistra Fvg), Franco Iacop (Pd), Mauro Di Bert
(Progetto Fvg/Ar), Lorenzo Tosolini e Danilo Slokar (Lega),
nonché dal forzista Franco Mattiussi (FI) che ha definito il
friulano "un prodotto turistico da valorizzare". Moretuzzo ha
invece motivato la sua astensione con "alcune perplessità
sull'effettiva realizzabilità del piano e sugli strumenti a
disposizione di Arlef per concretizzare tutto il corposo lavoro
presentato".
ACON/DB-fc