GELATO ARTIGIANALE: OK AULA A PDL 64, PROMOZIONE E TUTELA MADE IN FVG
(ACON) Trieste, 20 ott - Seconda giornata consecutiva in aula
per il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia che, riunito
a Trieste e presieduto da Piero Mauro Zanin, ha approvato a
maggioranza (contrarie le forze di opposizione, astenuti M5S e
Furio Honsell di Open Sinistra Fvg) la proposta di legge 43,
relativa alla promozione e alla tutela della produzione del
gelato artigianale di qualità in Friuli Venezia Giulia.
Come evidenziato in sede introduttiva dalla relatrice di
maggioranza, la leghista Maddalena Spagnolo, il provvedimento
precedentemente licenziato dalla II Commissione permanente
(definito "snello e arricchito da una serie di audizioni molto
utili") crea uno strumento legislativo per "una nuova opportunità
rivolta agli operatori del settore che, in regione, secondo una
stima elaborata da Confartigianato aggiornata al giugno 2021,
comprendono 332 imprese artigiane di gelateria e pasticceria (3
su 4 sono gelaterie) con un numero di 1.311 addetti e 796
dipendenti. Tra il 2019 e il 2020 sono andate perse 10 imprese,
17 tra il 2014 e il 2019 con una media di 4 all'anno. Le sedi
nell'Udinese sono 157, 106 quelle nel Pordenonese con 35 a
Trieste e 34 nel Goriziano".
La Pdl 43 era stata presentata dai consiglieri Maddalena
Spagnolo, Mauro Bordin, Stefano Mazzolini, Antonio Calligaris,
Diego Bernardis, Luca Boschetti, Alberto Budai, Giuseppe
Ghersinich, Antonio Lippolis, Elia Miani, Ivo Moras, Simone
Polesello, Alfonso Singh, Danilo Slokar, Lorenzo Tosolini e
Stefano Turchet (Lega), più Leonardo Barberio (FdI).
Il testo approvato in sede di Commissione risulta, tuttavia,
emendato in alcune parti rispetto a quello originariamente
proposto, al fine "di assicurare la più ampia condivisione e ogni
più utile e proficua applicazione ai contenuti e alle proposte
che veicola. Parlare oggi di gelateria artigianale regionale di
qualità - ha aggiunto Spagnolo - vuol dire molto molto: significa
introdurre la possibilità di presentare all'interno del sistema
regionale una differenziazione qualitativa del prodotto e delle
tecniche produttive all'insegna della qualità delle materie
prime, delle metodologie di produzione e della genuinità del
prodotto finito. Inoltre, significa proporre alle categorie
interessate ulteriori standard qualitativi di eccellenza e a
persone e famiglie la bontà di un gelato che recupera e
attualizza sapori e competenze dell'antica arte gelatiera".
Uno dei tratti che qualificano questa pdl da 8 articoli è quello
di puntare decisamente alla bontà e alla territorialità delle
materie prime utilizzate. Inoltre, l'intero processo produttivo
(dalla lavorazione delle materie prime alla commercializzazione
del gelato) dovrà essere svolto con impianti e un'organizzazione
del lavoro che consenta di sviluppare l'intero ciclo di
produzione all'interno dell'ambito aziendale. Estrema attenzione
viene posta sulla formazione dei professionisti del settore e, in
particolare, dei responsabili di produzione, nonché al
coinvolgimento delle associazioni di categoria, nella definizione
di metodologie e processi di produzione, nella partecipazione al
tavolo tecnico previsto, nella disciplina dei corsi di formazione
e, infine, nella predisposizione dei protocolli di verifica.
La dem Chiara Da Giau, in qualità di relatrice di minoranza, ha
invece sottolineato come sia giunto a conclusione "il travaglio
di questa pdl, concepita con grande ambizione ma, dopo ripetuti
passaggi in Commissione, assai ridimensionata. La certezza
dichiarata al momento della presentazione del poter giungere a un
marchio ufficialmente riconosciuto, lascia il campo
all'istituzione di un mero elenco regionale delle gelaterie
artigianali di qualità, senza che sia chiaro quali siano i
criteri che definiscono questa qualità (lasciati a una decisione
successiva della Giunta regionale) o di quale qualità si vada
parlando".
"Una legge più di bandiera che non di reale sostanza - ha
ricordato Da Giau - sulla quale ci siamo astenuti in Commissione.
Pur condividendo la necessità di garantire anche una qualità
legata alla trasparenza delle informazioni, abbiamo percepito una
sorta di volontà di distinguere i buoni dai cattivi, non
fidandosi evidentemente delle scelte decisive di consumatori e
mercato. Da qui l'idea di enfatizzare l'origine regionale della
materia prima come determinante la qualità, scelta che suscita
più di una perplessità".
Prima del voto conclusivo, sono stati accolti sei emendamenti
sostituitivi e quattro modificativi inoltrati dalla consigliera
Spagnolo ("Una legge - l'ha definita - che non obbliga nessuno,
ma che vuole fornire a tutti delle opportunità"), insieme a uno
di Honsell che, invece, si è visto respingere altri due (uno
aggiuntivo e uno sostitutivo). Il rappresentante di Open Sinistra
Fvg (che ha definito la Pdl 43 "debole, ma non dannosa) si è
visto bocciare anche due ordini del giorno, precedentemente
passati attraverso il disco rosso dell'assessore regionale alle
Attività produttive, Sergio Emidio Bini.
Assai critica la posizione del Partito democratico che, a più
riprese, attraverso le parole del capogruppo Diego Moretti e dei
colleghi Sergio Bolzonello, Franco Iacop e Cristiano Shaurli, ha
parlato di "marchio inutile" e anche di un'Ersa inadatta a essere
coinvolta nella sua applicazione. Da Giau, durante la sua
dichiarazione di voto, ha inoltre definito la legge come
"superficiale, generica, confusa e caratterizzata da costi
inutili, soprattutto sul piano burocratico, svilendo il ruolo
delle categorie".
ACON/DB-fc