SALUTE. CONFICONI (PD): CONCILIARE LAVORO E FAMIGLIA, GIUNTA SI ATTIVI
(ACON) Trieste, 2 nov - "Mentre il Consiglio regionale si
appresta alla discussione dell'attesa legge sulla famiglia, i
buoni propositi del testo depositato dalla Giunta Fedriga si
scontrano con quanto accade nella realtà. L'ultimo esempio è
quello dell'operatrice socio-sanitaria dell'Asfo che, a fronte di
una situazione familiare indubbiamente complessa, non ha ancora
ottenuto il part-time. Chiediamo all'assessore competente di
interessarsi e di farsi garante affinché vi sia un chiarimento
non solo per questo caso specifico, ma per tutti quelli che non
vengono denunciati pubblicamente, in cui viene di fatto negata
una vera conciliazione tra lavoro e famiglia".
Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Nicola
Conficoni (Pd) commentando la vicenda dell'operatrice
socio-sanitaria da poco rimasta vedova e con un figlio con
problematiche sanitarie a carico che ha chiesto il passaggio dal
lavoro a tempo pieno al lavoro a tempo parziale.
"L'atteggiamento che la dirigenza dell'Asfo ha verso il personale
si conferma ancora una volta negativo - commenta Conficoni - . Se
da un lato continua a mancare un adeguato rinforzo in termini di
risorse umane, dall'altro non c'è nemmeno la dovuta
considerazione del carico di lavoro a cui i dipendenti sono
sottoposti, soprattutto quando dietro esistono situazioni
familiari complesse. Inoltre deve far riflettere il fatto che se
un part time da 36 a 30 ore settimanali diventa un problema per
un'azienda sanitaria come l'Asfo, evidentemente la situazione non
è così positiva come il direttore generale Polimeni a inizio anno
raccontava".
"Il ritardo con cui solo in questi giorni, dopo una uscita sulla
stampa - continua il consigliere - è stata data formale risposta
non positiva alla richiesta avanzata dall'operatrice lo scorso
mese di luglio, rappresenta un'aggravante. È necessario un netto
cambio di rotta, non è pensabile che venga prima il bilancio (con
lo scandaloso utile di 9 milioni di euro), poi gli investimenti
sul personale. Questo andazzo sta penalizzando il servizio ai
cittadini e rendendo complicata, in alcuni casi, anche la vita di
chi sta garantendo, con il proprio lavoro, la salute pubblica".
ACON/COM/fa