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PROSECCO. GABROVEC (SSK): CONVOCARE TAVOLO E VALORIZZARE RUOLO CARSO

05.11.2021
11:53
(ACON) Trieste, 5 nov - "Non è un mistero per nessuno quanto valga la partita del Prosecco con le centinaia di milioni di bottiglie per ogni vendemmia e un fatturato miliardario. Non è un mistero che l'abilissimo allora ministro e poi governatore veneto Luca Zaia nel 2009 avrebbe fatto carte false per accaparrarsi un marchio che è nel mondo sinonimo del vino bianco con le bollicine. L'unico modo per farlo era allargare il Veneto a tutto il Friuli Venezia Giulia per abbracciare l'abitato di Prosek Prosecco sul ciglione di Trieste. Perché è stato proprio quel villaggio documentato come Prosech quanto meno dal 1289 a dare i natali in epoca asburgica al Prosekar, bevuto e apprezzato alla corte di Vienna".

Lo sottolinea, in una nota, il consigliere regionale Igor Gabrovec della Slovenska skupnost. "L'operazione Zaia - continua il consigliere - andò a buon fine e con ciò si esaurì anche l'entusiasmo e la memoria delle promesse alla prima patria del Prosecco, vale al dire all'agricoltura del Carso. Nel 2009 il ministro Zaia fece firmare un protocollo di impegni che per buona parte rimase carta straccia. Delle milionate di promessi contributi e misure ad hoc per il recupero degli storici terrazzamenti, per il sostegno e lo sviluppo delle produzioni agricole autoctone del Carso, per il sostegno alle tante giovani aziende che con le proprie forze hanno giù dimostrato di saper raggiungere picchi di eccellenza non si sono visti che pochi e sparuti spiccioli".

"Il protocollo fini nell'oblio e gli amministratori regionali e nazionali che si sono susseguiti non hanno che aggiunto al piatto qualche timida promessa. Miliardi di euro a Veneto e Friuli, promesse marinare al Carso", sostiene ancora Gabrovec, che nelle discussioni delle varie leggi finanziarie si era sempre fatto promotore di proposte di sostegni concreti all'agricoltura carsica.

"Di Prosecco-Prosek ci si ricorda invece molto bene ogni qualvolta il Vitello d'oro dell'enologia italiana viene minacciato. Oggi è la volta dello scontro con la Croazia. Fa quasi tenerezza leggere dichiarazioni secondo le quali Prosek sarebbe la traduzione asburgico-slava del nome Prosecco, quando invece la realtà dei fatti è eventualmente l'esatto contrario. Lasciando da parte la fantasiosa diatriba etimologica, la questione invece è un'altra ed è indiscutibile: Prosecco-Prosek esisterà tranquillamente anche senza l'omonimo spumante, mentre il Prosecco doc senza l'abitato di Prosecco-Prosek è spacciato", continua il consigliere della Ssk, che avanza una nuova proposta.

"Il presidente Massimiliano Fedriga si faccia con la sua autorevolezza promotore di un tavolo politico-istituzionale permanente presso il palazzo regionale a Trieste e che coinvolga le istituzioni locali e romane, il Veneto, il Consorzio del Prosecco, la Camera di Commercio e soprattutto le associazioni rappresentative degli agricoltori e viticoltori del Carso. Per sbrogliare la matassa dei vincoli burocratici e per aprire nuove linee di finanziamento. Iniziamo con l'istituzione di un Fondo dedicato al sostegno allo sviluppo delle potenzialità turistico-rurali del Carso, alimentato ad esempio con una royalty privata di un misero centesimo per etichetta di Prosecco doc imbottigliato - conclude Gabrovec - . Sarebbe questo un primo vero gesto di riconoscenza al territorio che da oltre un decennio sostiene gratuitamente uno dei maggiori marchi commerciali italiani". ACON/COM/fa



Igor Gabrovec (Ssk)