SALUTE. ZALUKAR (MISTO): COVID IN AUMENTO, METTERE AL SICURO OSPEDALI
(ACON) Trieste, 5 nov - "La testimonianza di Paolo Rumiz in
merito alla sua recente "visita" a Cattinara richiama
l'attenzione sullo stato dell'ospedale hub della nostra città.
Lo scrittore racconta di aver trovato una situazione a prima
vista insostenibile: il pronto soccorso intasato da presunti
contagiati, il personale medico e infermieristico allo stremo,
paurosi vuoti nel personale di molti reparti, l'assenza di posti
letto in isolamento per i sospetti influenzati, che così vengono
dirottati in stanze occupate da malati "normali", col rischio di
una bomba epidemica".
Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale del Gruppo
misto, Walter Zalukar. "E' una situazione già vista nel corso
delle varie ondate del virus e mai adeguatamente affrontata -
prosegue il consigliere - . Infatti negli ospedali triestini
continuano a permanere condizioni potenzialmente favorenti la
diffusione del virus, visto che non risultano consolidati né la
separazione di tutti i percorsi Covid / no Covid, né l'isolamento
dei pazienti sospetti Covid o potenzialmente contagiosi,
nonostante le specifiche prescrizioni normative in merito".
"Sul fronte dell'assistenza territoriale la situazione non sembra
migliore: ci vogliono da 2 a 4 e più giorni per l'accertamento di
positività e conseguente isolamento di un sospetto Covid. In più
- aggiunge Zalukar - la persona sospetta, anche se febbricitante
e con sintomi, deve uscire dalla propria abitazione per recarsi a
fare il tampone presso la struttura di Asugi con mezzi propri o
avvalendosi del trasporto pubblico, con il rischio di ulteriore
diffusione del virus, soprattutto se il percorso è lungo e i
mezzi affollati. E comunque fino all'esito del tampone la
persona risulta sostanzialmente libera di muoversi".
"Nelle residenze per anziani i tamponi sono effettuati con
maggior solerzia, ma se un ospite risulta positivo il suo
trasferimento può risultare lungo e complicato, soprattutto nei
giorni festivi e prefestivi, quando le attività del Dip,
Dipartimento di prevenzione, e dei Distretti si riducono di
molto", spiega ancora il consigliere.
"L'intera Azienda sanitaria triestina - è l'opinione di Zalukar -
sconta un sistema di comunicazioni alquanto lacunoso, che è
motivo di preoccupazione, visto che medici e infermieri devono
poter contare su informazioni puntuali ed esaustive, e finora
così non è stato. E anche l'utenza meriterebbe una migliore
informazione per non lasciare dubbi e incertezze. La percentuale
dei vaccinati a Trieste risulta sotto la media e quindi tanto più
pesa la carenza di una strategia comunicativa mirata a
intercettare le persone esitanti a vaccinarsi e a fugarne i
dubbi".
"In questo quadro, già poco rassicurante, permangono i dubbi
sull'effettivo potere filtrante di almeno una parte dei
dispositivi di protezione FFP2 usati dai medici e infermieri di
Asugi (e non solo) - osserva ancora il consigliere - L'ospedale
di Trieste fino a pochi anni fa vantava un'apprezzabile gestione
per la qualità, che valse l'accreditamento all'eccellenza JCI,
Joint Commission International, ormai perso. A ciò si dovrebbe
guardare".
ACON/COM/fa