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CENSURA GIBELLI. CASO KAPPA VÙ, MOZIONE BOCCIATA A MAGGIORANZA

10.11.2021
18:44
(ACON) Trieste, 10 nov - Non passa la censura proposta dalle Opposizioni nei confronti dell'assessore alla Cultura, Tiziana Gibelli, dopo l'esclusione della casa editrice Kappa Vù dallo stand istituzionale Fvg al Salone del libro di Torino.

La Maggioranza ha fatto valere i suoi numeri, respingendo la mozione con 27 "no", tra i quali anche quello di Emanuele Zanon (Regione Futura-Gruppo Misto). Compatti pure i gruppi di Opposizione (19 voti a favore) che avevano tutti sottoscritto il testo di Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), primo firmatario della mozione. Walter Zalukar, del Gruppo Misto, ha invece scelto l'astensione.

È stato proprio Honsell a motivare le ragioni di quello che lui stesso ha definito "un passo pesante, che crea turbamento anche a noi. Non è - ha precisato - un attacco alla persona, ma un atto che riteniamo necessario per garantire il principio di equità". "L'assessore Gibelli - ha continuato il consigliere di Open - ha accusato la Kappa Vù di essere una ladra di verità a proposito dei suoi libri sulle foibe, e sono parole molto gravi. Non è vero che la casa editrice è negazionista: ha ampiamente trattato quei temi, riconoscendo la veridicità storica di tanti fatti".

Sulla stessa linea gli altri esponenti di Opposizione. "Il tema non sono le foibe - ha detto Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l'autonomia - ma l'inaccettabile atteggiamento di Gibelli in aula: qualche giorno prima aveva tentato di cancellare la legge sulle portatrici carniche". "La Comunità europea - ha ricordato invece Cristiano Shaurli del Pd - premiò Kappa Vù per le sue pubblicazioni in lingua friulana, e credo sia un giudice più autorevole dell'assessore Gibelli. Anch'io non ho condiviso i testi di quell'editore su Porzus, ma non possiamo decidere noi chi vale e chi no. Ricordo che anche la Mondadori pubblicò i libri di Irving, che negava l'Olocausto e fu condannato". "Siamo contro i riduzionisti e i negazionisti delle foibe - ha ribadito Andrea Ussai del M5S - ma il problema è come si decide tutto ciò: non è questo il compito della politica". Tiziano Centis, capogruppo dei Cittadini, considera l'esclusione di Kappa Vù "un grave errore da parte dell'assessore, che è chiamata a favorire lo sviluppo delle realtà culturali e non a sbarrare loro la strada".

Altrettanto secca la replica dei capigruppo di Maggioranza, che hanno difeso a spada tratta le scelte di Gibelli. "Questa mozione è inopportuna - ha detto il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Nicoli - anche perché riporta sul tavolo politico un tema sul quale è stata già sancita una verità storica grazie all'incontro tra i Presidenti delle due Repubbliche, con la visita di Mattarella e Pahor alla Foiba di Basovizza". Anche a Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg/Ar, "non piace il metodo adottato. L'assessore è chiamato a decidere, e a volte presi dalla concitazione del dibattito in aula può capitare di andare oltre le righe. Noi confermiamo la stima per Gibelli".

Deciso l'intervento di Claudio Giacomelli: "Facciamo chiarezza: Kappa Vù non è stata esclusa dal Salone del libro, poteva benissimo andarci - ha detto il capogruppo di Fratelli d'Italia - . Ma qui si parlava dello stand istituzionale della Regione Fvg, che mette in campo le eccellenze in campo culturale: quella casa editrice è davvero una eccellenza culturale, può essere davvero considerata istituzionale? Se voi ritenete che quelle posizioni storiche, che io trovo aberranti, siano rappresentative del Fvg, siete fuori strada".

Mauro Bordin, capogruppo della Lega, ha voluto replicare direttamente a Shaurli: "Quando un quotidiano regalò il Mein Kampf autorevoli esponenti della sinistra, da Renzi a Boldrini a Fiano, lo giudicarono squallido. Qui - ha detto Bordin, ribadendo le posizioni di Giacomelli - nessuno impedisce alle case editrici di pubblicare quel che vogliono, ma è stata fatta una scelta discrezionale relativa a uno stand istituzionale".

A conclusione della discussione generale, il governatore Massimiliano Fedriga ha riassunto la posizione della Giunta. "Non posso non entrare nel merito - ha detto il presidente della Regione - perché la scelta è stata fatta entrando nel merito: è inaccettabile abbinare l'immagine della Regione a una casa editrice che fa pubblicazioni revisioniste e riduzioniste. Tesi che offendono la sofferenza patita da tante persone di queste terre". Il governatore ha quindi ribadito la sua totale fiducia nell'assessore Gibelli. Le dichiarazioni di voto sono state utilizzate dai consiglieri per alimentare il dibattito. Enzo Marsilio (Pd) ha contestato all'assessore alla Cultura l'intenzione di cancellare la legge sulle portatrici carniche ("Anche quello sarebbe stato un insulto a tante persone"), tema ripreso anche dal capogruppo dem, Diego Moretti, convinto che in questa vicenda "sia in gioco il ruolo delle istituzioni".

Il consigliere Igor Gabrovec (Ssk) ha insistito sulla distinzione dei ruoli: "Mattarella e Pahor sono andati insieme anche al monumento ai quattro fucilati, e hanno lanciato un messaggio sul futuro, invitando a guardare avanti: è questo il compito della politica. Spetta invece agli storici approfondire il passato". Antonio Lippolis (Lega) è invece tornato sul caso foibe: "Ci abbiamo messo 50 anni a rendere noti questi fatti al resto dell'Italia. Ora se mettessimo nello stand Fvg un libro negazionista vorrebbe dire: avevate ragione voi". Mauro Capozzella (M5S) ha invece reso noto di aver incontrato i vertici della Kappa Vù, che potrebbero intraprendere un'azione legale sentendosi parte lesa dalla decisione della Giunta. "Io sono in totale dissenso su alcuni libri del catalogo di Kappa Vù - ha detto invece il dem Sergio Bolzonello - ma il tema è che quella casa editrice ha dimostrato di essere un'eccellenza in alcuni campi, e aveva il diritto di partecipare al Salone del libro nello stand Fvg". ACON/FA



Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), primo firmatario della mozione di censura
Il governatore Massimiliano Fedriga
Claudio Giacomelli, capogruppo di Fratelli d'Italia
Cristiano Shaurli (a sinistra) e Diego Moretti, consiglieri del Pd