CENSURA GIBELLI. CASO KAPPA VÙ, MOZIONE BOCCIATA A MAGGIORANZA
(ACON) Trieste, 10 nov - Non passa la censura proposta dalle
Opposizioni nei confronti dell'assessore alla Cultura, Tiziana
Gibelli, dopo l'esclusione della casa editrice Kappa Vù dallo
stand istituzionale Fvg al Salone del libro di Torino.
La Maggioranza ha fatto valere i suoi numeri, respingendo la
mozione con 27 "no", tra i quali anche quello di Emanuele Zanon
(Regione Futura-Gruppo Misto). Compatti pure i gruppi di
Opposizione (19 voti a favore) che avevano tutti sottoscritto il
testo di Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), primo firmatario
della mozione. Walter Zalukar, del Gruppo Misto, ha invece scelto
l'astensione.
È stato proprio Honsell a motivare le ragioni di quello che lui
stesso ha definito "un passo pesante, che crea turbamento anche a
noi. Non è - ha precisato - un attacco alla persona, ma un atto
che riteniamo necessario per garantire il principio di equità".
"L'assessore Gibelli - ha continuato il consigliere di Open - ha
accusato la Kappa Vù di essere una ladra di verità a proposito
dei suoi libri sulle foibe, e sono parole molto gravi. Non è vero
che la casa editrice è negazionista: ha ampiamente trattato quei
temi, riconoscendo la veridicità storica di tanti fatti".
Sulla stessa linea gli altri esponenti di Opposizione. "Il tema
non sono le foibe - ha detto Massimo Moretuzzo, capogruppo del
Patto per l'autonomia - ma l'inaccettabile atteggiamento di
Gibelli in aula: qualche giorno prima aveva tentato di cancellare
la legge sulle portatrici carniche". "La Comunità europea - ha
ricordato invece Cristiano Shaurli del Pd - premiò Kappa Vù per
le sue pubblicazioni in lingua friulana, e credo sia un giudice
più autorevole dell'assessore Gibelli. Anch'io non ho condiviso i
testi di quell'editore su Porzus, ma non possiamo decidere noi
chi vale e chi no. Ricordo che anche la Mondadori pubblicò i
libri di Irving, che negava l'Olocausto e fu condannato".
"Siamo contro i riduzionisti e i negazionisti delle foibe - ha
ribadito Andrea Ussai del M5S - ma il problema è come si decide
tutto ciò: non è questo il compito della politica". Tiziano
Centis, capogruppo dei Cittadini, considera l'esclusione di Kappa
Vù "un grave errore da parte dell'assessore, che è chiamata a
favorire lo sviluppo delle realtà culturali e non a sbarrare loro
la strada".
Altrettanto secca la replica dei capigruppo di Maggioranza, che
hanno difeso a spada tratta le scelte di Gibelli. "Questa mozione
è inopportuna - ha detto il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe
Nicoli - anche perché riporta sul tavolo politico un tema sul
quale è stata già sancita una verità storica grazie all'incontro
tra i Presidenti delle due Repubbliche, con la visita di
Mattarella e Pahor alla Foiba di Basovizza". Anche a Mauro Di
Bert, capogruppo di Progetto Fvg/Ar, "non piace il metodo
adottato. L'assessore è chiamato a decidere, e a volte presi
dalla concitazione del dibattito in aula può capitare di andare
oltre le righe. Noi confermiamo la stima per Gibelli".
Deciso l'intervento di Claudio Giacomelli: "Facciamo chiarezza:
Kappa Vù non è stata esclusa dal Salone del libro, poteva
benissimo andarci - ha detto il capogruppo di Fratelli d'Italia -
. Ma qui si parlava dello stand istituzionale della Regione Fvg,
che mette in campo le eccellenze in campo culturale: quella casa
editrice è davvero una eccellenza culturale, può essere davvero
considerata istituzionale? Se voi ritenete che quelle posizioni
storiche, che io trovo aberranti, siano rappresentative del Fvg,
siete fuori strada".
Mauro Bordin, capogruppo della Lega, ha voluto replicare
direttamente a Shaurli: "Quando un quotidiano regalò il Mein
Kampf autorevoli esponenti della sinistra, da Renzi a Boldrini a
Fiano, lo giudicarono squallido. Qui - ha detto Bordin, ribadendo
le posizioni di Giacomelli - nessuno impedisce alle case editrici
di pubblicare quel che vogliono, ma è stata fatta una scelta
discrezionale relativa a uno stand istituzionale".
A conclusione della discussione generale, il governatore
Massimiliano Fedriga ha riassunto la posizione della Giunta. "Non
posso non entrare nel merito - ha detto il presidente della
Regione - perché la scelta è stata fatta entrando nel merito: è
inaccettabile abbinare l'immagine della Regione a una casa
editrice che fa pubblicazioni revisioniste e riduzioniste. Tesi
che offendono la sofferenza patita da tante persone di queste
terre". Il governatore ha quindi ribadito la sua totale fiducia
nell'assessore Gibelli.
Le dichiarazioni di voto sono state utilizzate dai consiglieri
per alimentare il dibattito. Enzo Marsilio (Pd) ha contestato
all'assessore alla Cultura l'intenzione di cancellare la legge
sulle portatrici carniche ("Anche quello sarebbe stato un insulto
a tante persone"), tema ripreso anche dal capogruppo dem, Diego
Moretti, convinto che in questa vicenda "sia in gioco il ruolo
delle istituzioni".
Il consigliere Igor Gabrovec (Ssk) ha insistito sulla distinzione
dei ruoli: "Mattarella e Pahor sono andati insieme anche al
monumento ai quattro fucilati, e hanno lanciato un messaggio sul
futuro, invitando a guardare avanti: è questo il compito della
politica. Spetta invece agli storici approfondire il passato".
Antonio Lippolis (Lega) è invece tornato sul caso foibe: "Ci
abbiamo messo 50 anni a rendere noti questi fatti al resto
dell'Italia. Ora se mettessimo nello stand Fvg un libro
negazionista vorrebbe dire: avevate ragione voi". Mauro
Capozzella (M5S) ha invece reso noto di aver incontrato i vertici
della Kappa Vù, che potrebbero intraprendere un'azione legale
sentendosi parte lesa dalla decisione della Giunta.
"Io sono in totale dissenso su alcuni libri del catalogo di Kappa
Vù - ha detto invece il dem Sergio Bolzonello - ma il tema è che
quella casa editrice ha dimostrato di essere un'eccellenza in
alcuni campi, e aveva il diritto di partecipare al Salone del
libro nello stand Fvg".
ACON/FA