ALPINI. ZANIN A CERIMONIA GONARS: ONORE AI FRATELLI TORNATI A CASA
(ACON) Gonars (Ud), 13 nov - Un funerale celebrato dopo
ottant'anni, e forse proprio per questo ancor più partecipato e
sentito. Gonars non ha dimenticato Pio ed Emilio Candotto, i due
fratelli uccisi sul fronte greco-albanese nel 1940, e lo ha
dimostrato oggi: centinaia di persone hanno assistito alla messa
con il coro degli alpini nella grande chiesa di San Canciano e
poi alla commossa cerimonia in cimitero prima della tumulazione
delle urne dei due soldati, finalmente restituite al paese natale.
È stato il sindaco, Ivan Diego Boemo, a riassumere la storia
esemplare dei due fratelli, partiti per la guerra in Albania e
Grecia e mai più tornati a casa. Pio aveva già 32 anni, una
moglie e tre bambini piccoli, mentre Emilio era un ventenne pieno
di speranze disintegrate dalla brutale violenza della guerra. Le
loro salme furono ricomposte in Albania e finalmente trasportate
a Bari, e solo la paziente e tenace volontà dei familiari e della
comunità di Gonars hanno consentito l'operazione rientro.
Fortemente spinta in particolare dagli alpini locali,
rappresentati da Paolo Zoratti del gruppo di Gonars e da Stefano
Padovan della sezione di Palmanova.
Piero Mauro Zanin è partito proprio da un ringraziamento all'Ana
e alle altre associazioni d'arma. "Voi siete - ha detto il
presidente del Consiglio regionale, che ha partecipato a tutta la
cerimonia - una componente fondamentale della comunità perché
conservate la memoria e non vi dimenticate di onorare i caduti".
Zanin si è rivolto anche agli eredi della famiglia Candotto,
ricordando che "portano dentro di sé sofferenza, dolore e dignità
di chi li ha preceduti. E se il dolore di un lutto così grande
per i familiari non finisce mai, c'è adesso almeno il sollievo di
poter portare un fiore, di fare una preghiera davanti a una tomba
e ristabilire così un contatto con i propri cari. Il rientro di
queste salme è un atto di grande umanità e dignità".
Il presidente si è soffermato anche sulla storia dei due alpini
di Gonars: "Uno era già uomo e aveva messo su una bella famiglia,
l'altro un ragazzo, ma sono stati accomunati dallo stesso destino
in una guerra che, bisogna dirlo, fu scellerata e di aggressione:
tutto questo non deve più accadere. I due fratelli - ha aggiunto
il presidente - facevano i contadini, come i tanti militari
provenienti da tutt'Italia che furono mandati a combattere nelle
nostre terre durante la Prima guerra mondiale, simboleggiati da
quel Milite ignoto che rappresenta proprio gli umili combattenti".
Il sindaco Boemo ha voluto leggere anche alcune toccanti frasi
delle lettere di Pio Candotto, e Zanin vi è tornato sopra
sottolineando in particolare "il punto in cui il soldato scrive
di essere partito per senso del dovere nei confronti della
patria, che per lui era la terra calpestata dai padri, erano
Gonars e la sua comunità. Quindi andò in guerra non per reclamare
diritti, non per un benessere personale, ma per un bene comune
maggiore. E questa è una lezione per la società e i giovani di
oggi. Così come il passo in cui Candotto chiede che i suoi figli
siano educati ai principi cristiani: queste parole oggi ci
ricordano che dobbiamo avere l'orgoglio delle nostre radici
cristiane, pur nel rispetto di tutte le altre confessioni
religiose".
"Pio fu ucciso da una bomba, un'esplosione che identifica
l'orrore della guerra che è capace di cancellare gli individui e
ogni traccia di umanità - ha concluso Zanin - . Oggi noi siamo
qui perché queste cose non succedano più. Pio ed Emilio ci
chiamano alla pace per la disumanità che hanno dovuto subire, la
stessa violenza che si abbatté sul figlio di Maria Bergamas, la
cui tomba venne colpita da una bomba. Oggi però questi due nostri
fratelli sono tornati e c'è la possibilità di ringraziarli,
facendoli diventare esempio e monito per i giovani".
ACON/FA
L'intervento di Piero Mauro Zanin a Gonars; al suo fianco il sindaco Ivan Diego Boemo
L'arrivo delle salme dei due alpini al cimitero di Gonars
La tumulazione di una delle salme nel cimitero di Gonars
Un altro momento della cerimonia di Gonars