SALUTE. COMITATO LCV, DIBATTITO SU FARMACI CANNABINOIDI E FIBROMIALGIA
(ACON) Trieste, 15 nov - Aumenta il numero dei pazienti che tra
il 2016 e il 2019 hanno fatto ricorso a medicinali e preparazioni
a base di cannabinoidi.
È il dato emerso durante la seduta del Comitato per la
legislazione, il controllo e la valutazione. L'organismo
presieduto da Roberto Cosolini (Pd) - che ha allargato i suoi
lavori odierni ai componenti della III Commissione guidata dal
leghista Ivo Moras - era infatti chiamato a discutere la
relazione sull'applicazione della legge 2 del 2013, che dispone
le modalità di erogazione di questi trattamenti. Il tema verrà
ripreso in Aula con le relazioni di Mauro Di Bert (Progetto
Fvg/Ar) per la Maggioranza e Ilaria Dal Zovo (M5S) per le
Opposizioni.
I tecnici della Sanità regionale hanno specificato che si tratta
di due diverse categorie di prodotti: da una parte farmaci
realizzati industrialmente, dall'altra preparazioni magistrali
create dal farmacista e personalizzate in base ai pazienti. In
entrambi i casi l'utilizzo è crescente ed emergono a volte
problemi di disponibilità della cannabis anche se - è stato detto
dai tecnici - la continuità delle cure è assicurata.
Simona Liguori (Cittadini) ha chiesto di verificare i problemi di
approvvigionamento relativi a inflorescenze e olio di cannabis,
mentre Andrea Ussai (M5S) ha ricordato che nella legge si parlava
di progetti-pilota, con l'Università di Udine interessata a
mettersi in gioco.
"Dal momento che si tratta di una cura alternativa - ha invece
chiesto Antonio Lippolis (Lega) - ho la curiosità di sapere se
sono i pazienti a richiederla o i medici a prescriverla". "Le
prescrizioni sono sempre del medico, che utilizza queste sostanze
come ultima spes, nel caso le altre sostanze si rivelino
inefficaci", gli ha risposto Gianna Zamaro, direttore centrale
della Salute.
Il Comitato Lcv ha infine ascoltato la relazione sulla legge del
2017 che riguarda la tutela delle persone affette da
fibromialgia. Gli Uffici hanno spiegato che si tratta di una
sindrome che colpisce tra le 10mila e le 20mila persone in
regione, dal momento che in Italia ne soffrono 1,5-2 milioni di
cittadini, in maggioranza donne. Non esiste una terapia che la
curi, ma solo approcci - basati su farmaci ma anche su azioni
legate allo stile di vita - che cercano di limitarne i disturbi.
Liguori e Ussai hanno chiesto chiarimenti dai quali è emerso che
il registro regionale, previsto dalla legge, non si è potuto
ancora attivare in quanto la norma europea sulla privacy,
arrivata poco dopo l'approvazione del testo regionale, impone
parametri molto stringenti sui registri di patologia. Circa il
coinvolgimento dei medici di famiglia, è stato infine detto che
il loro compito è indirizzare chi soffre di fibromialgia verso
gli specialisti. Su questo tema prepareranno delle relazioni, in
vista del dibattito in Aula, Liguori per le minoranze e Antonio
Lippolis per la Maggioranza.
ACON/FA-fc