COVID. RICCARDI IN III COMM: DIBATTITO SU 3. DOSE, TAMPONI E NO-PASS
(ACON) Trieste, 16 nov - Un'adesione alla campagna vaccinale
inferiore alla media italiana, in particolare a Trieste. E poi il
boom di contagi in Slovenia, Croazia e Carinzia. E, ancora, i
cortei no-pass che hanno alimentato consistenti focolai. Sono
questi i tre fattori che alimentano la recrudescenza della
pandemia e stanno per spingere il Friuli Venezia Giulia in zona
gialla. Lo ha spiegato oggi il vicegovernatore con delega alla
Salute, Riccardo Riccardi, nell'ambito della sua dettagliata
informativa ai consiglieri della Terza commissione, presieduta
dal leghista Ivo Moras.
'Alla data del 4 novembre - ha reso noto Riccardi - l'incidenza
in Fvg era di 127,3 contagi ogni 100mila abitanti, seconda solo
alla provincia autonoma di Bolzano che ne contava 154,1. E anche
in quel caso - ha osservato il vicegovernatore - si tratta di
un'area di confine'. In Paesi e regioni a noi vicine la
situazione è infatti ancora peggiore: 383 casi in Carinzia, 730
in Slovenia, addirittura 774 in Croazia, nell'area di Zagabria.
Quanto al numero di vaccinati, in regione ha aderito l'82 per
cento degli over 11 e si tratta di un dato inferiore di diversi
punti percentuali alla media nazionale. In sostanza abbiamo 1 non
vaccinato ogni 5 residenti e nell'area triestina il rapporto
diventa di 1 su 3, con il 30 per cento della popolazione che ha
ritenuto di non immunizzarsi.
A fronte di questa situazione, per venire alle note positive,
'l'attività di sorveglianza resta importante' in quanto il Fvg è
una delle regioni che fa più tamponi in relazione al numero degli
abitanti. E la curva in rialzo ha una incidenza ospedaliera
decisamente inferiore rispetto alle precedenti ondate. Lo
dimostrano in modo chiaro i dati sui contagi nelle residenze per
anziani: 'Nel 2020 ci furono 1523 positivi e altri 236
ricoverati, quest'anno fino all'8 novembre abbiamo avuto solo 35
positivi e 2 ricoverati. Questa differenza di numeri - ha detto
ancora Riccardi - si chiama vaccino'. Peraltro i positivi più
recenti sono in maggior parte giovani: il virus colpisce in
particolare la fascia 11-13 anni e, a seguire, il range 6-10
anni. Questi contagi determinano un aumento progressivo del
numero di alunni e docenti in quarantena negli istituti
scolastici.
Il virus che rialza la testa avrà certamente impatti
sull'attività ordinaria e programmata dei reparti ospedalieri, e
per frenare la corsa dei contagi si punta molto sulla terza dose:
'Stiamo notando una certa timidezza - ha detto a questo proposito
il vicegovernatore - anche perché si tratta di una dose
consigliata e non obbligatoria ai fini del green pass, e perché
siamo nel periodo che coincide con l'anti-influenzale'. E sempre
a proposito del pass sanitario, Riccardi ritiene importante
risolvere il problema del mancato allineamento dei tempi tra la
durata dell'efficacia del vaccino ('che dopo 6 mesi ha meno
forza') e il più lungo periodo di validità del documento che
certifica la doppia dose.
'Serve un salto di qualità nella campagna per la terza dose', ha
auspicato a questo proposito il dem Roberto Cosolini,
intervenendo in aula nel corso dell'ampio dibattito innescato
dalla relazione di Riccardi. 'Dobbiamo - ha aggiunto Cosolini -
contrastare una campagna negativa che i no vax stanno conducendo
per smontare l'efficacia dei vaccini. E aggiungo che il green
pass serve se ci sono i controlli: la sensazione è invece che se
ne sia persa l'abitudine'.
Claudio Giacomelli, capogruppo di Fratelli d'Italia, ha invece
chiesto approfondimenti sul caso-confini, 'considerando che nella
sola Trieste ci sono almeno 12mila lavoratori transfrontalieri.
Su questo punto c'è un dialogo con il Governo?'. Il
vicegovernatore gli ha risposto con una considerazione di fondo,
rimasta invariata dall'inizio della pandemia: 'La sorveglianza
sanitaria sconta già alcune differenze tra regione e regione, ma
quel che è più grave è che non esistono misure di protezione
condivise tra i Paesi europei. Il classico caso è stato il blocco
degli aerei dalla Cina deciso a inizio epidemia dall'Italia e
aggirato facilmente con gli scali negli altri Paesi vicini'.
'Mi sembra inutile elencare numeri e curve senza averli
sottomano, il ragionamento rischia di essere sfuggente', ha
protestato Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), che ha poi espresso
dubbi sulla possibilità di completare i tracciamenti e sulla
chiarezza delle indicazioni fornite alle persone che risultano
positive al virus. 'Chi si infetta riceve istruzioni dettagliata
dal personale ed esistono precisi vademecum - gli è stato
risposto da Gianna Zamaro, direttore centrale della Salute, che
ha affiancato Riccardi in alcune spiegazioni tecniche - . Queste
persone vengono contattate per il contact-tracing, ma scontiamo,
specie in Asugi, difficoltà legate alla carenza di personale, in
relazione al notevole numero dei casi'.
Mariagrazia Santoro (Pd) è preoccupata per la riduzione delle
prestazioni non Covid, che ritiene 'il tema centrale di questa
quarta ondata: come saranno garantite quelle cure
dall'organizzazione sanitaria, per non fare aumentare il tasso di
mortalità extra Covid dovuto a malattie trascurate? E come si
organizzeranno le Aziende nella ripartizione tra ospedali
centrali e strutture territoriali?'. 'Ogni azienda - le è stato
risposto ancora dagli Uffici - riorganizza i suoi reparti
cercando di non interrompere le altre prestazioni. Chiaramente ci
sono aziende come Asufc che hanno maggiore possibilità di
espandere il numero di posti letto e altre, come Asfo, che hanno
più problemi in questo senso. In alcuni casi si cerca di
concentrare i pazienti Covid in una struttura, perché altrimenti
risulterebbe difficile trattarli'.
Tutto centrato sui dipartimenti di prevenzione l'intervento di
Simona Liguori. 'Quante risorse di personale ci sono e di quante
avremmo bisogno? - ha chiesto la consigliera dei Cittadini - E
quali attività rischiano di restare scoperte?'. 'Al 12 novembre -
ha spiegato in dettaglio Riccardi - il sistema sanitario
regionale ha certificato la sospensione di 334 operatori ai quali
si aggiungono 164 recenti positività. Il sistema, in sostanza, ha
500 persone in meno e sconta delle difficoltà. Stiamo cercando
strumenti per utilizzare altro personale, ad esempio i medici in
formazione, ma non è un problema di facile soluzione'.
Ilaria Dal Zovo (M5S) ha posto invece il problema dei figli di
genitori separati che non hanno la stessa posizione sul vaccino.
'In caso di conflitto esiste la possibilità di contattare i
consultori familiari e attivare procedure di mediazione', le è
stato risposto dagli uffici. 'Ma la Regione non ha strumenti per
intervenire', ha spiegato Riccardi.
Andrea Ussai (M5S), nell'invitare la Giunta a mettere in evidenza
con i mass media il drastico calo di contagi nelle case di riposo
grazie alla campagna di vaccinazione, ha chiesto al
vicegovernatore il dettaglio della situazione provincia per
provincia. Ne è emerso che a Trieste l'incidenza è di 510 casi
ogni 100mila abitanti, a Gorizia di 180 (pari alla media
regionale), a Udine di 120 e a Pordenone sotto i 90. Sempre in
tema di case di riposo, Antonio Lippolis (Lega) ha posto il tema
degli operatori non ancora vaccinati, oltre a chiedere dati più
precisi sui contagi che hanno colpito i bambini. 'Sono stati 30 i
bambini finiti al Burlo, centro di riferimento, nell'arco di
tutta la pandemia - gli è stato risposto - : 5 di questi sono
finiti in terapia intensiva'.
Tamponi e tracciamenti al centro dell'intervento di Walter
Zalukar (Gruppo misto): 'Se i tamponi sono svincolati dal
tracciamento, diventano poco rilevanti. La priorità andrebbe data
alle cure, senza costringere chi è positivo ad andare nel rione
di San Giovanni, magari in autobus con il rischio di diffondere
l'infezione e aggravare la malattia'. Zalukar è convinto che
'anche l'ospedale sia di nuovo un focolaio, come è già avvenuto
nelle precedenti ondate: mancano percorsi rigorosamente separati
tra pazienti Covid e non Covid a Cattinara. E bisognerebbe almeno
tentare di aumentare il numero di stanze singole, perché mettere
i sospetti positivi in stanze doppie è pericoloso'. Un problema,
è stato rilevato dagli uffici, che si scontra con la rigidità
della conformazione degli ospedali.
Quanto ai tracciamenti, Riccardi ha esposto un problema emerso
negli ultimi tempi, quello della 'sostanziale omertà delle
persone, che ora hanno un atteggiamento diverso rispetto
all'inizio della pandemia. Ci sono un migliaio di contagiati che
non dicono dove abbiano contratto il virus'.
Nicola Conficoni (Pd) si è soffermato infine 'sul ritardo e sulle
difficoltà incontrate nella somministrazione della terza dose di
vaccino a Pordenone. Mi viene detto che non sono stati rinnovati
i contratti a molti medici che si occupavano di vaccinazioni,
Asfo non si sarebbe organizzata con il personale. Mi colpisce poi
negativamente la chiusura della Rsa di Maniago'. Riccardi gli ha
risposto che tutte le scelte di riconversione non sono frutto di
inadeguatezza, ma legate al problema delle competenze
professionali.
ACON/FA-fc