FAMIGLIA. MINORANZA SU DDL 148: STRUMENTO INCOMPLETO E POCO INNOVATIVO
(ACON) Trieste, 23 nov - "Questo ddl ci appartiene in più di un
aspetto. Vi sono approdati provvedimenti di nostra iniziativa o
di altre maggioranze che, comunque, abbiamo condiviso e ai quali
abbiamo contribuito. Ci appartiene anche per quanto riguarda una
delle poche novità contenute: l'introduzione della Dote famiglia.
La proposta era uno dei punti cardine del programma elettorale
del collega Sergio Bolzonello e della nostra coalizione. Certo,
l'idea era quella di un intervento ben più consistente".
Lo ha rimarcato la consigliera Chiara Da Giau (Pd) in qualità di
primo relatore di minoranza del disegno di legge 148, relativo
alle disposizioni in materia di politiche della famiglia, di
promozione dell'autonomia dei giovani e delle pari opportunità
(FaGioPo).
"Si tratta - ha esordito l'esponente dem - del precipitato di un
grande e meritevole lavoro di riordino di tutta la normativa
prodotta dalla Regione nel corso degli anni, ma anche di un
profluvio di annunci e comunicati con cui l'assessore Rosolen ci
ha intrattenuto con maggior dedizione di quella che ci ha
riservato di persona durante la Commissione".
"Siamo sicuri - ha evidenziato Da Giau - che le azioni proposte
non restituiscono un impatto in termini di attrattività
sostanziale del territorio. La descrizione teorica della misura,
calata nei numeri, si traduce in un contributo annuo a nucleo
famigliare inferiore ai 250 euro per figlio. Cento sono invece
gli euro annui di contributo ipotizzati per incentivare la
previdenza complementare precoce per i figli. Di fronte a tali
importi e alla moltiplicazione degli interventi, non possiamo non
sollevare dubbi sul fatto che questa legge quadro rappresenti più
una semplificazione per legislatore e attuatore che non per i
beneficiari".
"La presentazione di un ddl così corposo - ha sostenuto la
relatrice del Pd - è efficace dal punto di vista comunicativo, ma
la sostanza innovativa non ha altrettanto peso. Spiace la
rinuncia alla definizione di famiglia. In Commissione abbiamo
posto in modo deciso il tema del requisito di residenza per
l'accesso alla Carta famiglia: lo faremo anche in Aula, dove ci
faremo carico di alcune istanze di coloro che sono stati sentiti
in audizione. Chiederemo - ha concluso Da Giau - lo stralcio
dell'articolo 34 relativo ai caregiver famigliari, così come il
ripristino di alcune disposizioni abrogate".
Il consigliere Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), dal canto suo,
non ha manifestato alcun dubbio nell'introdurre quale secondo
relatore di minoranza quelli che considera qualità e difetti
dell'intervento di ispirazione giuntale. "Alcuni aspetti di
pregio, ma anche alcune pastoie ideologiche che impediscono alla
norma di diventare il testo unico regionale delle politiche a
favore dei minori e dei giovani, documento nel quale tutte le
forze politiche possano riconoscere quello strumento di
emancipazione etico-sociale di cui la nostra comunità avrebbe
profondo bisogno".
"Nel corso delle audizioni - ha ricordato - vi sono state
numerose sollecitazioni a rimuovere tali gravami. Alcune
osservazioni potrebbero essere scambiate per meri ritocchi
linguistici ma in realtà, qualora accolte, offrirebbero
l'opportunità per conferire alla legislazione regionale un
respiro più ampio".
"Il senso della relazione e dei numerosi emendamenti che
intendiamo proporre - ha dettagliato Honsell - è proprio quello
di evidenziare e indicare come la Regione possa assumere quel
ruolo di advocacy del contrasto a ogni emarginazione. Non
ritrovando ancora nel testo questo spirito, in sede di
Commissione non siamo stati favorevoli a molti articoli
nell'auspicio, però, che le istanze vengano riconosciute
attraverso il dibattito in Consiglio regionale".
Due gli elementi di pregio, secondo il relatore di Open Fvg,
ovvero "proporsi come legge quadro/testo unico e l'articolo 6
sulla Dote famiglia". Altri aspetti specifici "richiedono invece
un affinamento. Il primo è quello relativo al requisito di 24
mesi di residenza continuativa in regione per l'accesso alla
Carta famiglia e a tutte le altre misure a essa legate, criterio
arbitrario e discriminante. Il secondo riguarda il concetto di
famiglia che non viene definito, mentre il terzo concerne la
necessità di una doverosa attività di valutazione. Infine, si
suggerisce di potenziare la rete di sportelli informativi e di
counseling".
ACON/DB-fc