SALUTE. III COMMISSIONE: PIANO ANZIANI FRAGILI E DELIBERA FUNZIONI
(ACON) Trieste, 7 dic - Il Piano regionale di supporto agli
anziani fragili e la nuova versione della delibera di giunta che
definisce le funzioni della sanità regionale al centro della
seduta della III Commissione, sotto la presidenza del leghista
Ivo Moras.
Il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha
affidato agli uffici il compito di riassumere il documento
triennale (2021-23) sul supporto alla popolazione anziana
fragile. "Vogliamo invertire - è stato detto per spiegare la
filosofia generale del Piano - il processo dall'ospedale al
territorio, rafforzare la domiciliarità con una presa in carico
anticipata dell'anziano e svolgere un lavoro di prevenzione e
conoscenza dei bisogni". Per arrivare a questo risultato si punta
sulle strategie di invecchiamento attivo e contrasto alla
solitudine, sulla mappatura delle fragilità (già 36mila persone
sono state coinvolte nello screening) e sul rafforzamento del
sistema dei servizi, anche attraverso le nuove tecnologie di
assistenza.
Diventa importante in questo contesto individuare il fabbisogno
di personale nel sistema di presa in cura delle persone, con
l'obiettivo di lavorare in rete con comunità, cooperative sociali
e Fondazioni, che spesso garantiscono già alcuni servizi, anche
semplicemente aiutando gli anziani negli acquisti dei farmaci e
in altre incombenze quotidiane. Si è parlato anche del
monitoraggio delle situazioni gestite dai caregiver e
dell'esigenza di moltiplicare gli sportelli per incrociare
domanda e offerta di assistenti familiari. Rientra nel nuovo
Piano anche l'obiettivo di riqualificare il sistema residenziale
e si sta lavorando alla definizione di requisiti per
l'accreditamento delle Residenze per anziani.
Andrea Ussai (M5S) ha parlato di "documento ben fatto e completo"
per poi chiedere chiarimenti su quattro temi: l'integrazione dei
percorsi di salute per garantire la continuità assistenziale, le
figure di infermiere e fisioterapista di comunità, la mappatura
della fragilità ("Restano a noi sconosciute molte persone che
vivono questa condizione") e i progetti dell'abitare inclusivo,
che il consigliere considera "fondamentali" e sui quali auspica
un rapporto relativo ai progetti sviluppati negli ultimi anni.
"Vanno bene i desiderata - ha detto invece Furio Honsell (Open
Sinistra Fvg) - ma bisogna capire se ci sono le condizioni per
raggiungerli. In particolare, non abbiamo modo di sapere come si
risolverà il problema principale, quello del personale". Simona
Liguori (Cittadini) ha osservato che "forse si è persa la rete
tra ospedale e territorio, tra cure a casa e in ospedale" e ha
chiesto di approfondire la lettura del flusso dei dati a livello
regionale, che ci permette di individuare le persone fragili.
Antonio Lippolis (Lega) ha invece posto il problema del
"potenziamento sanitario delle case di riposo" osservando che
"oggi diverse Residenze per anziani sono diventate ospedali di
seconda o terza categoria. Io auspicherei la presenza di un
medico di medicina generale in ognuna di queste strutture".
Una soluzione che non convince Riccardi: "Penso - ha detto il
vicegovernatore - che sia necessario invece dare responsabilità a
queste strutture. Ma di certo il tema della responsabilità
sanitaria delle strutture residenziali per non autosufficienti,
lanciato da Lippolis, è importante: faremo a breve revisioni
significative dei regolamenti".
Affidata a Gianna Zamaro, direttore centrale della Salute, la
risposta alle altre sollecitazioni dei consiglieri: a Liguori è
stato spiegato che "il flusso della mappa si costruisce man mano,
anche perché la fragilità non è un concetto preciso", a Honsell è
stato ribadito che "il Piano è un testo programmatico, una base
teorica per pianificare le strategie", mentre a Ussai è stato
assicurato che "verranno analizzate le sperimentazioni frutto dei
progetti dell'abitare" e "su edilizia e casa programmeremo un
tavolo tra le Direzioni, per capire ad esempio quanti alloggi
Ater possano essere dedicati a funzioni sociali".
Nella seconda parte della seduta Riccardi, con l'ausilio di
Zamaro e del direttore dell'Arcs, Giuseppe Tonutti, ha illustrato
le variazioni apportate alla recente delibera di Giunta sulle
funzioni, "con la correzione di alcuni errori", precisando che
"si tratta di una cornice che ogni Azienda nella sua autonomia
andrà poi a declinare col suo Atto aziendale".
Zamaro ha assicurato che "il timore che i Distretti vengano
smantellati è infondato". Quanto ai Centri di salute mentale, "li
lasceremo organizzati in base alla domanda del territorio, con la
possibilità di essere operativi sulle 24 o sulle 12 ore: non c'è
uno smantellamento e ogni direttore potrà lasciare le cose come
stanno, il problema è la mancanza di personale". Tonutti ha
precisato che "ostetricie e pediatrie andranno di pari passo" e
che è stata ripristinata la previsione di farmacie per ogni
presidio ospedaliero. "Sulle malattie rare - ha detto il
direttore dell'Arcs - il coordinamento è di Asufc ma si dà
visibilità anche al Burlo che avrà la funzione di gestione
pediatrica di alcune malattie". Tonutti è poi tornato sul
problema del personale: "Il nostro condizionamento deriva non
tanto dalla volontà di assunzione quanto dalla possibilità di
reperire figure professionali che ci servono, specie in alcune
specialità mediche oggi quasi introvabili".
Queste comunicazioni hanno alimentato gli interventi del
pentastellato Ussai ("Molti aspetti da chiarire"), del leghista
Alfonso Singh ("Finalmente si pone fine a polemiche
strumentali"), di Walter Zalukar del gruppo Misto ("Si vogliono
far convivere i Distretti con altre strutture previste dal Pnrr
come le Case della salute: ci sarà confusione e una
moltiplicazione dei capi sportello") e di Roberto Cosolini del
Pd, che ha posto il tema della partecipazione nelle scelte,
convinto che "manchino elementi per dare centralità al
territorio, a prescindere dal numero dei distretti".
Nella replica finale, Riccardi rispondendo alle sollecitazioni
sugli Atti aziendali ha ribadito la distinzione dei ruoli tra
Aziende sanitarie e Giunta, "che fa da assemblea degli azionisti:
dà gli obiettivi e chiede risposte agli amministratori delle
Aziende. Non spetta a me dire - ha aggiunto - quanti saranno i
distretti e i Csm, per me possono restare quelli che sono, ma la
responsabilità di arrivarci è delle Aziende". Quanto al Pnrr e
alle sue previsioni, Riccardi non crede "che le Case della
comunità siano la soluzione ai problemi di assistenza
territoriale, ma se il Governo lo impone alle Regioni noi siamo
tenuti ad attivarci: chi tra di voi all'opposizione non è
d'accordo lo faccia notare agli esponenti del suo partito nelle
commissioni parlamentari". Ribaditi anche i dubbi sulla
possibilità effettiva "di realizzare le strutture previste dal
Pnrr con le regole vigenti" e la delicatezza del "rapporto tra
sanità pubblica e medici di medicina generale", tema sempre di
competenza dello Stato.
ACON/FA