CASTAGNETI. IV e II COMM, NORMA E TAVOLO TECNICO PER RILANCIO COMPARTO
(ACON) Trieste, 17 gen - Rilanciare, valorizzare e promuovere
lo storico comparto dei castagneti nei territori collinari e
montani del Friuli Venezia Giulia. Un'attività definita
"rilevante" non solo per l'importanza che il castagno ha sempre
rivestito quale fonte di sostentamento, ma legata anche alla
produzione di legname e alla sua forte presenza in regione. Sono
state infatti identificate 16 varietà locali, 9 delle quali
segnalate al ministero per l'iscrizione nel Registro della
biodiversità.
Queste le finalità principali, secondo i firmatari dell'istanza
legislativa (i consiglieri forzisti Mara Piccin e Giuseppe Nicoli
con sigla aggiuntiva successivamente apposta anche dal leghista
Lorenzo Tosolini), della proposta di legge 131 inerente le norme
per favorire interventi di ripristino, recupero, manutenzione e
salvaguardia dei castagneti.
Tra le attività previste, ha dettagliato Piccin, vanno segnalate
"la creazione di nuovi impianti con incremento delle superfici
coltivate anche attraverso l'utilizzo di tecniche moderne,
l'istituzione di un Tavolo castanicolo regionale per coadiuvare
l'Agenzia regionale per lo Sviluppo rurale (Ersa), specifici
contributi ai proprietari e ai conduttori, azioni di promozione
delle filiere e delle attività di ricerca. Senza dimenticare
l'informazione e la formazione professionale, nonché l'utilizzo
di aiuti di Stato".
Archiviato oggi il doppio appuntamento legato agli 8 articoli
previsti dalla pdl 131 Castagneti che, in mattinata, ha iniziato
il suo percorso passando sotto la valutazione della IV
Commissione permanente, presieduta dalla stessa Piccin,
moderatrice dei lavori in video conferenza con il vicepresidente
Tosolini a coordinare le attività nell'emiciclo di piazza Oberdan
a Trieste.
In tale circostanza, all'illustrazione iniziale da parte di
Piccin (che ha anche ventilato la decisione di procedere a una
serie di integrazioni durante la futura esame dell'articolato),
hanno fatto eco alcune perplessità espresse dai capigruppo Diego
Moretti (Partito democratico) e Cristian Sergo (M5S). Il dem, nel
preannunciare la scelta di non partecipare all'espressione di
voto, ha definito la norma "inutile perché il tema, pur
significativo, può essere gestito in maniera efficace attraverso
misure già esistenti". Anche il pentastellato ha parlato di
"salvaguardia del settore apprezzabile, ma - ha chiesto - perché
emerge ora la necessità di una legge specifica sui castagneti,
quando non si è voluto farlo per la canapa industriale?".
L'assessore regionale a Risorse agroalimentari, forestali,
ittiche e Montagna, Stefano Zannier, anticipando anche lui la
presentazione di alcuni emendamenti al testo originario, ha
risposto ai due consiglieri che "è stato scelto di procedere con
una norma specifica perché, a differenza di altre realtà, si
tratta di una produzione storica e a ciclo pluriannuale. Inoltre,
gli interventi non potranno sommarsi: se questa pdl verrà
approvata, infatti, spariranno i riferimenti specifici nella
norma che riguarda anche la canapa".
Nel pomeriggio, dopo aver precedentemente ottenuto parere
positivo a maggioranza sulle parti di competenza da parte della
IV, il provvedimento ha quindi coinvolto la II Commissione,
presieduta da Alberto Budai (Lega), che sarà chiamata a
esaminarla nel dettaglio durante i lavori di una seduta già
fissata per lunedì prossimo, 24 gennaio.
In questa circostanza preliminare, i consiglieri erano invece
chiamati ad audire i principali portatori di interesse
(intervenuti tutti in modalità telematica), a partire da Ivana
Bassi (dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e
animali dell'Università degli Studi di Udine) che ha esordito
definendo "positiva la volontà di sostenere il settore. Seppur di
nicchia, riveste infatti un ruolo importante come volano per lo
sviluppo socio-economico dei territori, valorizzando anche le
funzioni non direttamente produttive. Bene anche il tavolo
regionale, soprattutto se realmente aperto a tutte le realtà
interessate".
Anche Luca Postregna, sindaco di Stregna e segretario
dell'Associazione Fondiaria della Valle dell'Erbezzo (Asfo
Erbezzo), ha auspicato "un processo davvero partecipativo per
gettare le basi verso una reale strategia di sviluppo. Oltre al
tavolo tecnico, sarà però importante - ha aggiunto - prevedere
anche una differenziazione tra vecchi e nuovi impianti".
Francesco Chiabai (Associazione regionale Agricoltori - Kme?ka
Zveza) ha ricordato dal canto suo alcune positive esperienze di
condivisione, esprimendo "entusiasmo per questa pdl. Il prodotto
è stato abbandonato nel corso degli anni, tuttavia possiede un
notevole potenziale. Sono però necessari un censimento delle aree
castagnicole e la semplificazione dell'iter di cambiamento tra
superfici accatastate a bosco e quelle a castagneto".
Michele Fabro, rappresentante dell'Ersa, ha infine menzionato
alcune attività già svolte e promosse dal suo organismo, anche in
collaborazione con altre Regioni. "L'obiettivo - ha premesso -
deve essere costituito dal pieno ripristino delle potenzialità
produttive del castagneto da frutto che, se realizzato in maniera
eccessivamente puntiforme e su superfici estremamente ridotte,
potrebbe tuttavia dare scarsi risultati. I nuovi impianti, per
avere buone possibilità di riuscita, devono altresì rispettare la
vocazionalità del terreno, l'utilizzo di adeguate tecniche, input
agronomici e materiale vivaistico sano, nonché la predisposizione
di adeguate difese dai selvatici e la specializzazione degli
operatori".
ACON/DB-fc