GRANDI DERIVAZIONI. IV COMM, OK NORMA CESSIONE ENERGIA TITOLO GRATUITO
(ACON) Trieste, 24 gen - "I criteri per le ripartizioni tra
Comuni e Comunità di montagna, legate alla cessione di energia a
titolo gratuito da parte dei concessionari di impianti di grande
derivazione d'acqua a uso idroelettrico, sono stati scelti dopo
aver ascoltato il territorio e, solo allora, sono arrivate le
conseguenti decisioni di sintesi da parte nostra. Si è trattato
di un confronto molto lungo e articolato con i rappresentanti dei
Comuni che hanno dichiarato di aver raggiunto un accordo con le
Comunità. Ovviamente, tali criteri valgono per questo tipo
specifico di regolamento; per quelli immediatamente successivi,
come quello in materia di canoni, potrebbe invece essere fatto un
ragionamento diverso, perché cambieranno molto anche gli importi
in gioco".
Lo ha precisato l'assessore regionale a Difesa dell'ambiente,
Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, al termine dei
lavori della IV Commissione consiliare, presieduta da Mara Piccin
(Forza Italia) e riunita nell'emiciclo di piazza Oberdan a
Trieste. La sua replica era stata necessaria alla luce di due
intere sedute dedicate alla legge regionale 21/2020 (Disciplina
dell'assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d'acqua
a uso idroelettrico) con particolare riguardo ai canoni
concessori, rivieraschi e aggiuntivi.
L'intervento di Scoccimarro ha fatto seguito ad alcune tematiche,
legate alle precedenti audizioni di alcuni dei principali
portatori di interesse (intervenuti il 13 gennaio scorso), che
avevano indotto a posticipare l'espressione del parere
commissariale in merito alla deliberazione della Giunta regionale
1872 del 2 dicembre 2021, legata ancora alla Lr 21/2020 e, in
particolare, all'articolo 25 comma 5. Sotto esame, nello
specifico, erano così finiti i criteri per il riparto
dell'energia ceduta tra le Amministrazioni interessate, le
tipologie di servizi pubblici e le categorie di utenti che
possono beneficiare dell'energia elettrica ceduta.
Alla fine, dopo il ritiro di due emendamenti da parte del
capogruppo dem Diego Moretti e di Emanuele Zanon (Regione
Futura), nonché l'accoglimento all'unanimità (con parere
favorevole dell'assessore stesso) di una risoluzione avanzata
dallo stesso esponente del Pd, la Commissione ha promosso la
delibera a maggioranza con astensione dell'Opposizione
(largamente anticipata quella del Pd), ma con voto favorevole del
M5S.
L'oggetto del contendere era legato all'obbligo per i
concessionari di fornire gratuitamente energia elettrica alla
Regione Friuli Venezia Giulia e da destinarsi al 100% alle
Comunità di montagna (20%) e ai Comuni (80%) interessati dalle
derivazioni per circa un milione e 200mila euro complessivi. Una
ripartizione che aveva ricevuto il via libera da un comitato
ristretto di sindaci istituito dal Consiglio delle Autonomie
locali (Cal), ma che in seguito aveva suscitato alcune
perplessità soprattutto da parte della Comunità della Carnia.
La lunga serie di interventi è stata aperta proprio da Moretti
che ha chiesto, e successivamente ottenuto, la conferma da
Scoccimarro che i criteri di suddivisione non saranno
necessariamente confermati anche per i prossimi atti
regolamentari, deputati a regolamentare il comparto delle
concessioni per le grandi e piccole derivazioni e, in
particolare, i futuri canoni demaniali. Zanon ha altresì aperto
il dibattito generale anche alla monetizzazione alternativa e ai
punteggi assegnati, ricordando che "questa legge vincola la
destinazione dei benefici che non si possono infatti utilizzare
per progetti di area vasta. Parliamo di un'indennità, un ristoro
o una compensazione nei confronti dei Comuni danneggiati da
vincoli, gravami, fonti di pericolo e danneggiamenti del
territorio a causa delle strutture idrauliche. E tutto ciò va
loro riconosciuto".
Il pentastellato Cristian Sergo ha rimarcato come "la decisione
di riparto dovrebbe spettare ai territori sulla base delle
rispettive problematiche, nonché di obiettivi ed esigenze. Mi
auguro che sia rispettata l'impostazione suggerita dai sindaci".
Il leghista Luca Boschetti ha ribadito (citando anche i casi
specifici di Cercivento, Treppo Ligosullo, Paularo e Arta Terme)
che "il riparto 80-20% rischia di creare forti disparità. Auspico
perciò un tavolo con il coinvolgimento dei sindaci per evitare
che lo stesso sistema venga utilizzato anche per i riparti dei
canoni da 13 milioni di euro".
Giampaolo Bidoli (Patto per l'Autonomia), in modalità telematica,
ha sottolineato "l'importanza di proseguire speditamente. Il
gruppo dei sindaci indicati dal Cal ha svolto con trasparenza e
impegno il compito assegnato, condividendo le proposte elaborate
con tutte le Amministrazioni. Meglio parlare di risarcimento che
di compensazione". Anche il collega di partito Massimo Moretuzzo
ha diversificato le esigenze "di parziale risarcimento a
territori che hanno subito opere impattanti con un milione e
200mila euro in ballo, rispetto l'ammontare ben superiore di 13
milioni legato ai canoni che impone il tema dell'area vasta".
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha invece menzionato "l'attesa
delle comunità per ottenere una possibilità di riscatto. Queste
cifre non rendono però giustizia alla gravità del problema e
serve un cambio di passo nella tutela del territorio. Comunque,
non è su questo riparto che si gioca il futuro dell'equità
ambientale che si pretende". Mariagrazia Santoro (Pd), dal canto
suo, ha fatto presente "quanto tutti noi consiglieri abbiamo dato
a questa legge condivisa all'unanimità e sulla cui attuazione è
necessario lavorare insieme".
Il civico Tiziano Centis (Cittadini) ha espresso la volontà di
"capire se il riparto sia stato condiviso e analizzato
all'interno dei Comuni e delle Comunità montane", mentre ancora
sul versante dem Nicola Conficoni ha auspicato "di poter unire i
Comuni che hanno subito e subiscono gli impatti con quelli
tendenzialmente esclusi dai benefici, unendoli in una prospettiva
di rilancio".
L'assessore Scoccimarro, insieme ai suoi uffici, ha quindi
dettagliato riguardo le tipologie di canoni legati agli impianti
idroelettrici, introducendo i canoni Bim (beneficiari i bacini
imbriferi montani e i consorzi di enti locali) e i sovracanoni
rivieraschi (beneficiari Comuni e Province). Sono state anche
confermate le attività di consulenza da parte di un advisor
specializzato composto da uno studio legale di Torino, uno
ingegneristico di Cuneo e uno di commercialisti ancora del
capoluogo piemontese, definito "un supporto indispensabile, sia
per uno studio preliminare verso il nuovo regolamento sui canoni,
sia in prospettiva della creazione della nuova società energetica
regionale legata alla norma stessa".
ACON/DB-fc