TPL. AUDIZIONI IN IV COMM: TAGLIO CORSE MA FASCIA STUDENTI GARANTITA
(ACON) Trieste, 27 gen - I numeri parlano chiaro: con assenze
di personale che oscillano tra l'8 e il 14 per cento, il sistema
del trasporto pubblico locale (Tpl) non è da tempo in grado di
garantire le 12mila corse quotidiane a cui gli utenti del Friuli
Venezia Giulia erano abituati. Ed è stato pertanto costretto -
come hanno riferito oggi in audizione davanti ai consiglieri
della IV Commissione i dirigenti delle aziende di trasporti e
Luca Piasentier di Tpl Fvg - a ridurre il servizio negli orari
serali e al sabato, concentrando gli sforzi sulle corse
frequentate da studenti e lavoratori.
Una scelta che non si è rivelata sufficiente a contenere
l'emergenza, dicono le Opposizioni, che hanno proposto di
attivare servizi sostitutivi utilizzando tutti i soggetti in
campo, a cominciare dalle Forze Armate, anche in vista del
possibile aggravarsi dell'emergenza legato alle scelte
governative sull'obbligo vaccinale. Una proposta giudicata però
"tecnicamente impraticabile" dall'assessore alle Infrastrutture,
Graziano Pizzimenti.
È stato proprio Pizzimenti - collegato da remoto con i
consiglieri coordinati in aula dalla presidente di commissione
Mara Piccin (FI) - a fornire per primo i numeri della crisi: "In
questo periodo sono state soppresse 921 corse per assenza di
autisti: 637 urbane e 284 extraurbane. Ma la Regione - ha
aggiunto l'assessore - ha investito importanti risorse, mettendo
a disposizione 136 pullman per garantire 385 corse aggiuntive".
Dopo la sintesi di Piasentier per conto di Tpl Fvg, i dirigenti
delle singole aziende di trasporto hanno dettagliato le loro
situazioni specifiche: Roberto Bassanese di Apt Gorizia ha
parlato di "70 corse toccate dal problema", Giuseppe Zottis di
Trieste Trasporti di "un incremento di assenteismo dei conducenti
attorno al 14 per cento, con più di 80 persone assenti ogni
giorno che non ci permettono di coprire tutto il servizio",
Emilio Coradazzo di Arriva Udine di "44 persone a casa col Covid
e una settantina di assenti in tutto". Le aziende di Trieste e
Udine hanno ricordato anche di aver inoltrato un esposto in
Procura "per fare chiarezza su queste assenze".
Dai sindacalisti Valentino Lorelli (Cgil), David Zerjal (Cisl),
Patrizia Zambon (Uil) e Giovanni Pezzullo (Ugl) è arrivata
un'ulteriore riflessione sulla carenza di autisti: "E' molto
difficile trovare conducenti, e si partiva già da un organico
deficitario". Quanto al comportamento degli utenti, sono state
segnalate aggressioni verbali che però rappresentano un'eccezione
rispetto al sostanziale rispetto delle regole, anche in termini
di uso delle mascherine. Pierpaolo Saccavini (Cisal) teme il
possibile peggioramento della situazione da febbraio, mentre Igor
Damiani (Coordinamento autoferrotranvieri Trieste) ha posto il
problema di chi ha scelto di non vaccinarsi e non ha potuto
godere di prezzi calmierati sui tamponi.
Roberto Cazzanti, della Confsal, ha lanciato una proposta che,
ripresa dalla consigliera Mariagrazia Santoro del Pd, è diventato
argomento di dibattito in aula: "Bisognerebbe sondare - ha detto
- la disponibilità di autoservizi privati nazionali e non, ma
anche di pubbliche amministrazioni come le Forze armate e di
polizia, che potrebbero concorrere al servizio scolastico".
Santoro ha ricordato di averlo proposto già l'estate scorsa,
invocando "un'organizzazione eccezionale" e suggerendo anche di
"intervenire sui doppioni autobus-treno, grazie alla flessibilità
di cui possiamo disporre grazie all'azienda che si occupa di Tpl
per l'intera regione".
Anche Luca Boschetti (Lega), nel sottolineare i problemi di
montagna e zone marginali, ha lanciato l'idea di usare "i
pullmini dei Comuni per collegare le frazioni con i centri
maggiori, magari utilizzando alla guida volontari della
protezione civile". Ma Stefano Turchet (Lega) è scettico: "E'
difficile trovare persone preparate e disposte ad assumersi la
responsabilità di condurre gli studenti. Il problema è alla base:
in pochi vogliono fare l'autista, anche perché è un mestiere poco
retribuito".
Cristian Sergo, il capogruppo del M5S che era stato il primo
firmatario della richiesta di audizione, ha posto l'accento sui
bilanci delle aziende "che vedono un utile di 4,4 milioni anche
nel 2020" e sulle risorse messe in campo dal bilancio regionale,
che avrebbero già visto l'impiego di "circa 10 milioni per
compensare i minori ricavi". Risorse che andrebbero utilizzate
per risolvere i problemi di personale. Sergo ha fatto riferimento
anche ai percettori di reddito di cittadinanza come possibile
capitale umano da impiegare, sulla scia di quanto già avvenuto in
altre regioni.
"Non si può definire lungimirante - ha osservato infine Furio
Honsell, di Open Fvg - la risposta al problema da parte della
Regione: sono passati due anni dall'inizio della pandemia e si
doveva fare di più. Qui servono programmazione e risposte
strutturali".
ACON/FA-fc