GIORNO MEMORIA. ZANIN: UN INSULTO PARAGONARE PROBLEMI PANDEMIA A SHOAH
+++Presidente Comunità ebraica ricorda dramma deportazioni Ts+++
(ACON) Trieste, 1 feb - "Paragonare la situazione che stiamo
vivendo in questo periodo di pandemia alle sofferenze che patì il
popolo ebraico è un insulto alla Shoah". Lo ha detto il
presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, nel corso
della celebrazione ufficiale del Giorno della Memoria in Aula,
facendo riferimento alle posizioni di alcuni estremismi no-vax.
"Quella immane tragedia - ha proseguito Zanin - non può essere
banalizzata come ha fatto qualcuno nelle ultime settimane. Serve
viceversa serietà etica e morale per rinsaldare la memoria, visto
che molti giovani stanno perdendo il significato reale di quel
che avvenne".
Il presidente è poi convinto che il Giorno della Memoria "non
debba essere solo ricordo ma anche monito e impegno. Il no alla
violenza, all'odio etnico e alla discriminazione resta purtroppo
attuale, anche se sono passati 77 anni dal capitolo finale di
Auschwitz. Basti pensare - ha ricordato ancora Zanin - al
conflitto nell'ex Jugoslavia, a noi vicino geograficamente, o
agli ultimi vent'anni del martoriato Afghanistan. Bisogna restare
vigili e continuare a tenere gli occhi aperti sui regimi che
violano i diritti umani, a cominciare dai diritti delle donne,
che in troppi Paesi sono ancora considerate cittadine di serie B".
L'ospite della celebrazione di quest'anno era Alessandro
Salonichio, presidente della Comunità ebraica di Trieste, che nel
suo intervento ha voluto innanzitutto ricordare come il nazismo
colpì "non soltanto il popolo ebraico ma anche sinti, rom,
omosessuali e oppositori politici. Noi figli della Shoah sentiamo
la responsabilità di tenere alta l'attenzione su ogni forma di
xenofobia, e chiedo a quest'Aula un aiuto e un impegno ancora più
forti per garantire interventi puntuali e severi contro le
discriminazioni". Salonichio ha citato recenti episodi di odio
antisemita in Italia e all'estero, e ha ricordato anch'egli "i no
vax che si vestono come prigionieri dei lager, ma anche gli
slogan razzisti sui social media e le dichiarazioni di qualche
politico".
Il presidente della Comunità ebraica si è soffermato su quel che
successe in Italia ("dove anche la popolazione civile fu
protagonista di delazioni e tradimenti") e in particolare a
Trieste, "dove un migliaio di ebrei furono deportati nei lager o
alla Risiera, e solo poche decine tornarono". Ha poi definito
"non casuale" la scelta di Mussolini di proclamare da qui le
leggi razziali: "A Trieste lo spirito irredentista si trasformò
spesso in adesione al fascismo in ottica nazionalista, e le
parole di Mussolini furono uno choc per tanti ebrei irredentisti".
C'è dunque bisogno, ha concluso Salonichio, "di parlare
all'unisono sempre, non solo nel Giorno della memoria, con uno
sforzo maggiore da parte della scuola perché i programmi di
storia potrebbero spiegare meglio gli avvenimenti del Novecento.
Come comunità ebraica stiamo facendo tutto il possibile per
alimentare ricordo, analisi e riflessione critica, tutto quel che
serve a identificarsi in chi visse quei drammi".
ACON/FA-fc
Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, consegna il sigillo del Consiglio al presidente della Comunità ebraica di Trieste, Alessandro Salonicchio
Il minuto di silenzio in aula per commemorare il Giorno della Memoria
L'intervento in aula del presidente della Comunità ebraica di Trieste, Alessandro Salonicchio
Da sx in alto, in senso orario, il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, il presidente della Comunità ebriaca triestina, Alessandro Salonicchio, e l'assessore Fvg deputato ai rapporti con il Consiglio, Pierpaolo Roberti