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GIORNO MEMORIA. ZANIN: UN INSULTO PARAGONARE PROBLEMI PANDEMIA A SHOAH

01.02.2022
11:54
+++Presidente Comunità ebraica ricorda dramma deportazioni Ts+++

(ACON) Trieste, 1 feb - "Paragonare la situazione che stiamo vivendo in questo periodo di pandemia alle sofferenze che patì il popolo ebraico è un insulto alla Shoah". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, nel corso della celebrazione ufficiale del Giorno della Memoria in Aula, facendo riferimento alle posizioni di alcuni estremismi no-vax.

"Quella immane tragedia - ha proseguito Zanin - non può essere banalizzata come ha fatto qualcuno nelle ultime settimane. Serve viceversa serietà etica e morale per rinsaldare la memoria, visto che molti giovani stanno perdendo il significato reale di quel che avvenne". Il presidente è poi convinto che il Giorno della Memoria "non debba essere solo ricordo ma anche monito e impegno. Il no alla violenza, all'odio etnico e alla discriminazione resta purtroppo attuale, anche se sono passati 77 anni dal capitolo finale di Auschwitz. Basti pensare - ha ricordato ancora Zanin - al conflitto nell'ex Jugoslavia, a noi vicino geograficamente, o agli ultimi vent'anni del martoriato Afghanistan. Bisogna restare vigili e continuare a tenere gli occhi aperti sui regimi che violano i diritti umani, a cominciare dai diritti delle donne, che in troppi Paesi sono ancora considerate cittadine di serie B".

L'ospite della celebrazione di quest'anno era Alessandro Salonichio, presidente della Comunità ebraica di Trieste, che nel suo intervento ha voluto innanzitutto ricordare come il nazismo colpì "non soltanto il popolo ebraico ma anche sinti, rom, omosessuali e oppositori politici. Noi figli della Shoah sentiamo la responsabilità di tenere alta l'attenzione su ogni forma di xenofobia, e chiedo a quest'Aula un aiuto e un impegno ancora più forti per garantire interventi puntuali e severi contro le discriminazioni". Salonichio ha citato recenti episodi di odio antisemita in Italia e all'estero, e ha ricordato anch'egli "i no vax che si vestono come prigionieri dei lager, ma anche gli slogan razzisti sui social media e le dichiarazioni di qualche politico". Il presidente della Comunità ebraica si è soffermato su quel che successe in Italia ("dove anche la popolazione civile fu protagonista di delazioni e tradimenti") e in particolare a Trieste, "dove un migliaio di ebrei furono deportati nei lager o alla Risiera, e solo poche decine tornarono". Ha poi definito "non casuale" la scelta di Mussolini di proclamare da qui le leggi razziali: "A Trieste lo spirito irredentista si trasformò spesso in adesione al fascismo in ottica nazionalista, e le parole di Mussolini furono uno choc per tanti ebrei irredentisti".

C'è dunque bisogno, ha concluso Salonichio, "di parlare all'unisono sempre, non solo nel Giorno della memoria, con uno sforzo maggiore da parte della scuola perché i programmi di storia potrebbero spiegare meglio gli avvenimenti del Novecento. Come comunità ebraica stiamo facendo tutto il possibile per alimentare ricordo, analisi e riflessione critica, tutto quel che serve a identificarsi in chi visse quei drammi". ACON/FA-fc



Il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, consegna il sigillo del Consiglio al presidente della Comunità ebraica di Trieste, Alessandro Salonicchio
Il minuto di silenzio in aula per commemorare il Giorno della Memoria
L'intervento in aula del presidente della Comunità ebraica di Trieste, Alessandro Salonicchio
Da sx in alto, in senso orario, il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin, il presidente della Comunità ebriaca triestina, Alessandro Salonicchio, e l'assessore Fvg deputato ai rapporti con il Consiglio, Pierpaolo Roberti