ENTI LOCALI. ROBERTI IN V COMM: IN FVG NO COMUNI IN FORTE DIFFICOLTÀ
(ACON) Trieste, 2 feb - Il monitoraggio del rispetto degli
obblighi di finanza pubblica dei Comuni eseguito dall'università
Ca' Foscari di Venezia ha rilevato che, al 30 novembre 2021,
quelli del Friuli Venezia Giulia in fase di dissesto o di
riequilibrio sono pari a zero, unica Regione italiana con la Val
d'Aosta ad avere questo dato, mentre in tutto si parla di 1.130
Comuni in forte difficoltà finanziaria. E questo è il primo dato
rilevante nel momento in cui nel 2021 si è normato il sistema
delle soglie da non sforare per disciplinare le due spese
difficilmente comprimibili e che, dunque, irrigidiscono i bilanci
comunali: per il personale e il costo di ammortamento dei mutui.
Lo ha comunicato l'assessore regionale alle Autonomie locali,
Pierpaolo Roberti, alla V Commissione consiliare presieduta da
Diego Bernardis (Lega) in modalità telematica.
"Ciò dimostra l'efficienza dei nostri enti locali e la qualità
dei servizi offerti", ha sottolineato Roberti ammettendo, però,
che "l'attenzione non deve mai mancare per far sì che l'asticella
delle spese per dipendenti e mutui non si alzi mai troppo. Le
soglie sono state introdotte proprio per questo".
Roberti ha quindi ripercorso l'iter delle soglie, ricordando che
i Comuni sono stati divisi per fascia demografica e per ciascuno
è stato calcolato quanto erano gli introiti e quanto spendeva per
tutto il personale (includendo ogni tipo di contratto),
aggiungendo un bonus spesa deciso dalla Regione per ogni classe
demografica, dando sempre uno sguardo alla situazione del momento
in cui si trova il Comune.
"A disposizione del primo monitoraggio fatto ci sono solo le
approvazioni dei bilanci di previsione 2021, nulla di definitivo
quindi, perciò si devono attendere i rendiconti del 2021 per, se
del caso, ridefinire le soglie", ha detto ancora l'assessore
affrontando poi l'aspetto debiti e l'aspetto dipendenti.
Per il primo punto, su 215 Comuni, 21 a oggi hanno superato la
soglia riferita al debito, ma è un dato che non preoccupa, ha
spiegato Roberti, perché c'è un trend dell'indebitamento
comunale. Il dato del 2018 di spesa corrente totale per
ammortamento mutui parla di quasi 168 mln di euro, un anno dopo
si passa a 137,7 mln, dunque circa 30 mln in meno. Singole
criticità a parte, con le attuali soglie gli enti potrebbero
spendere in rate di ammortamento 190 mln di euro, quindi ben
sotto il dato 2019 ma anche 2018. Questo non tanto per
l'introduzione delle soglie lo scorso anno, ma per la naturale
tendenza delle nostre municipalità a ricorrere meno ai mutui dato
che la Regione ha deciso politicamente di accollarsi lei il
debito a livello centrale e trasferire ai Comuni le risorse
necessarie per le opere. Inoltre in Fvg è stato creato il Fondo
buone pratiche, fatto apposta per dare una mano a quei Comuni che
vogliono estinguere in tempo anticipato il loro mutuo.
Guardando al personale, su 52 Comuni della fascia da zero a 999
abitanti, 6 hanno superato la soglia; su 40 Comuni della fascia
1.000-1.999 sono 6 gli oltre la soglia; dei 40 della fascia
2.000-2.999, sono 8; per la fascia 3.000-4.999, sono 21; per la
fascia 5.000-9.999, 6; per la fascia 10mila-24.999, 2 Comuni su
18; per le ultime fasce (capoluoghi e Monfalcone) neanche uno.
"Non è necessario preoccuparci per questi numeri, posto che sono
bassissimi - ha subito evidenziato Roberti -, perché veniamo da
una situazione in cui il numero del personale si era
cristallizzato nel tempo e questo può aver portato un Comune ad
essere sovra-strutturato rispetto ad altri di pari grandezza,
cosa che si evidenzia soprattutto nelle realtà maggiori".
Il titolare delle Autonomie locali ha, poi, analizzato alcuni dei
casi più eclatanti, ricordando che sono stati dati 5 anni di
tempo per rientrare nelle soglie del personale. La sua previsione
è che molto probabilmente, rendiconti alla mano, si renderà
necessario intervenire su alcune realtà perché ci sono effettive
problematicità. Forse alcuni hanno creato una struttura per
l'erogazione di servizi che però, dal punto di vista finanziario,
non possono permettersi.
Ancora per il personale, Roberti ha quindi reso nota la
differenza del numero di personale addetto per gli enti locali
tra il 31 dicembre 2018 e il 31 dicembre 2020: da 8.526
dipendenti si è passati a 8.819, per un aumento di 293 unità. Si
tratta in gran parte del riversamento di quei dipendenti che
erano stati trasferiti ante 31 dicembre 2018 dai Comuni alle
Unioni territoriali intercomunali, quindi è l'effetto dei
dipendenti che rientrano. Interessante, ha concluso, sarà
paragonare questo dato con la differenza che ci sarà sul 2021,
primo anno di applicazione delle soglie seppure fatto anche di
pandemia e difficoltà nell'organizzare concorsi. "Stando alle
nostre proiezioni - si è sbilanciato - l'aumento potenziale di
dipendenti dovrebbe aggirarsi attorno alle 1.500 unità".
Tra i temi toccati a seguire da Franco Iacop (Pd), soprattutto
l'aspetto del personale, "per il quale non ci si può fermare alle
soglie - ha sottolineato - perché riteniamo necessario un
approfondimento dei contenuti dei monitoraggi per garantire
maggior equità anche in relazione alle tipologie e non solo alle
classi demografiche dei Comuni". E ha poi parlato di perequazione
e di disparità ancora presenti nel sistema delle autonomie locali
del Fvg, di capacità di ogni singola realtà locale di avere
entrate proprie, facilitata per i Comuni grandi, e di entrate da
fiscalità. Non ultimo il problema della mobilità, con casi di
Comuni piccoli che si ritrovano senza dipendenti in quanto
trasferitisi altrove dopo concorso.
Su questo l'assessore ha condiviso la preoccupazione di Iacop
facendo presente, però, che la partecipazione a un concorso non
può essere impedita, mentre vi è un altro grosso problema che
arriva dalla conservazione del posto di lavoro per 6 mesi da
parte del dipendente e "questo è un aspetto di ordine
contrattuale, che ha implicazioni anche nazionali" e dunque la
Regione non può agire da sola.
Tra le richieste di Furio Honsell (Open Fvg), sapere se è
monitorata anche la capacità di spesa dei progetti europei da
parte degli enti locali, magari con la previsione di incentivi in
tal senso per spingerli a progettare di più e non vederlo solo
come un onere; se i monitoraggi permettono di valutare anche
l'efficacia delle aggregazioni più ampie tra Comuni, si vedano le
comunità di montagna. Alla richiesta di ricevere dati del
monitoraggio, invece, si è sentito spiegare dall'assessore che si
vuole evitare che siano utilizzati per additare qualche Comune
come un cattivo amministratore, perché non è quello lo scopo,
bensì utilizzarli per avvisare quella municipalità ad attivarsi
per rientrare nei parametri.
Da ultimo, Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar) ha approfittato per
parlare una volta di più delle difficoltà organizzative nelle
quali si trovano da tempo a operare i Comuni della Regione, ormai
non solo quelli di piccole dimensioni ma un po' tutti, per la
mancanza di una figura fondamentale come quella del segretario
comunale. "Confermo che stiamo lavorando sul tema e la Giunta ha
già approvato le prime linee guida sulla predisposizione della
norma di riorganizzazione degli enti - gli ha risposto Roberti -,
ma ribadisco che i segretari sono una competenza statale".
ACON/RCM-fc