SALUTE. LIGUORI (CITTADINI): CARENZA INFERMIERI, EVITARE SCORCIATOIE
(ACON) Trieste, 8 feb - "La carenza di infermieri nelle Aziende
sanitarie regionali - secondo i sindacati, da aprile a dicembre
2021, nella sola Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale
(Asufc), hanno rassegnato le dimissioni 152 soggetti -
costituisce una delle grandi questioni che affliggono il sistema
sanitario regionale. Da tempo sollecitiamo un cambio di rotta da
parte della Giunta regionale, la cui unica risposta è l'ennesimo
provvedimento-deroga, in questo caso specifico per l'assunzione
temporanea di personale sanitario in possesso di un titolo di
studio non riconosciuto dal ministero della Salute".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Simona Liguori
(Cittadini), definendo tale scelta "una scorciatoia che è stata
accolta con grandi perplessità anche dai presidenti dell'Ordine
delle Professioni infermieristiche (Opi) del Fvg: 'Ipotizzare
questa tipologia di accesso nel mondo del lavoro può porre a
serio rischio la garanzia del rispetto dei livelli minimi
essenziali nell'erogazione di prestazioni specialistiche al
cittadino, mettendo a dura prova la tenuta del sistema salute dei
nostri territori'".
"Preoccupazioni condivisibili - così le definisce l'esponente
civica - alle quali è seguita la richiesta urgente dell'apertura
di 'un tavolo permanente di sviluppo e di implementazione di
nuovi modelli assistenziali, fra Regione e Ordini professionali
che, partendo proprio dai 10mila infermieri del Fvg, possa
garantire l'apporto necessario degli stessi nella garanzia e
nella tutela dei bisogni di salute della popolazione, senza
ricorrere a colleghi stranieri di cui non abbiamo nessuna
garanzia di reale utilizzo".
"L'emergenza sanitaria - continua Liguori - ha ulteriormente
aggravato le difficoltà del sistema e reso evidente la carenza di
personale sanitario, necessario non solo a gestire la pandemia,
ma anche a garantire i livelli essenziali di assistenza. Appare
più che evidente la necessità di valorizzare le competenze dei
professionisti sanitari, da due anni sotto pressione, con
stipendi giudicati inadeguati e al di sotto degli standard
retributivi degli altri Paesi d'Europa, costretti a gestire turni
massacranti, straordinari e spostamenti di reparto legati
all'emergenza da Coronavirus. In altre regioni d'Italia, per
esempio, hanno agito in autonomia, integrando il trattamento
economico del personale infermieristico e inducendolo a restare
sul territorio regionale (la Valle d'Aosta, in via sperimentale,
ha stanziato per il triennio 2022-24 un'indennità che ammonta a
350 euro lordi mensili aggiuntivi)".
"Per tutte queste ragioni, il gruppo dei Cittadini ha depositato
in Consiglio regionale una mozione - conclude la nota - per
impegnare la Giunta a determinare forme di incentivazione
economica regionale al fine di valorizzare il personale
infermieristico; ad adoperarsi presso la Conferenza Stato-Regioni
per individuare soluzioni volte a delineare un piano di
assunzioni strutturato e a prevedere un adeguato aumento dello
stipendio del personale infermieristico; a esortare il Governo a
considerare il superamento del vincolo di esclusività per la
professione infermieristica; a rappresentare al Governo la
necessità di individuare gli strumenti utili a valorizzare la
figura professionale dell'infermiere, anche nell'ambito della
didattica universitaria, per permettere una crescita dal punto di
vista professionale e di carriera".
ACON/COM/db